LINO (XXI, p. 216)
La produzione del lino dell'Europa e dell'URSS costituisce sempre la massima parte della produzione mondiale; non si hanno peraltro notizie aggiornate per l'URSS (compresi i paesi Baltici) sia per la produzione, sia per la classificazione e l'esportazione. La coltura del lino da fibra ha ripreso in Italia, specie in qualità, verso il 1935 a cura di un'organizzazione agricola industriale che provvede al macero, alla stigliatura meccanica ed anche alla distribuzione di seme selezionato agli agricoltori.
Coltivazione. - Il lino può essere coltivato per ricavarne la fibra oppure per ottenere seme; ai due diversi scopi corrispondono varietà diverse. I terreni più adatti alla coltivazione del lino sono quelli sciolti, fertili e piuttosto freschi. Per la produzione del lino da fibra in Italia s'impiegano sementi di varietà elette di origine nordica (Belgio, Olanda, ecc., ad elevata germinabilità e purezza qualitativa; esistono varietà a fiore bianco, più rustiche e quindi consigliabili ove sussistono condizioni d'ambiente meno favorevoli, e varietà a fiore blu, più fini ma più delicate. La semina che deve essere fitta (120 kg. di semi per ha.) è eseguita a primavera; per ogni ettaro si possono ricavare fino a 60 ÷ 70 q. di piante intere (steli con semi), da cui si giunge ad ottenere in media 7 ÷ 9 q. di fibra (tiglio e stoppe) invece dei 9 ÷ 13 che si possono ottenere coi lini belgi.
Per la produzione del seme s'impiegano varietà locali talune a semine autunnali, ma per la maggior parte a semina primaverile, come per il lino da fibra. La semina deve essere piuttosto rada per consentire alle piante una abbondante ramificazione non essendo richiesti, come nel lino da fibra, steli lunghi, sottili e poco ramificati.
In Italia il raccolto si fa generalmente nell'ultima decade di giugno e proporzionalmente più tardi nelle regioni nordiche. In taluni paesi, accanto alla raccolta a mano si pratica la raccolta con macchine estirpatrici a trazione animale o meccanica.
Prima lavorazione e caratteri. - Il macero ormai ha luogo comunemente in vasche alimentate con acqua riscaldata a temperatura conveniente (28÷35°) essendo stata abbandonata anche nella regione del fiume Lys (la regione classica dei lini belgi) la macerazione con immersione della paglia di lino nell'acqua corrente dei fiumi. Si è introdotta anche la macerazione microbiologica con risultati tecnici soddisfacenti; in Italia esistono alcuni impianti per tale macerazione. La stigliatura, che libera il fascio fibroso esterno (tiglio) dallo stelo interno legnoso, è eseguita a mano, ma più convenientemente per mezzo di macchine automatiche combinate, le quali eseguiscono contemporaneamente la gramolatura, mediante coppie di cilindri scanalati, e la scotolatura, ottenuta con lo sbattimento delle mannelle già gramolate per mezzo di lame fissate su tamburi rotanti velocemente. Nelle Fiandre sopravvive ancora il cosiddetto mulino fiammingo usato solo per la finitura dei lini più pregiati.
Filatura. - Tutti gli aggiornamenti e le innovazioni del macchinario per la canapa (v. in questa App.) sono stati applicati anche alla lavorazione del lino data l'affinità delle due fibre. In particolare alle pettinatrici del lino si sono, in alcuni casi, accoppiate direttamente distenditrici automatiche, in modo di ottenere dal greggio il nastro di lungo tiglio pronto per gli stiratoi. Le macchine normali, coi lini esteri e coi migliori italiani, possono arrivare a circa 4.500 giri col lungo tiglio, mentre le macchine di nuovo tipo a scarico automatico permettono velocità e rendimenti migliori.
L'asciugamento viene fatto in apposite camere a circolazione di aria naturale o riscaldata a temperatura limitata. Per i filati candeggiati o apprettati si devono avere cure particolari e, possibilmente, devono essere asciugati con aria naturale e molto lentamente.
Le prove di resistenza si fanno su lunghezze normalmente di 50 cm. e i coefficienti di rottura (numeri che, divisi per il titolo inglese, danno la resistenza del filato in grammi) variano per i filati di lungo tiglio da 30 a 35.000 (e eccezionalmente, per filati di qualità elette, 42.000 circa) e per le stoppe da 23 a 27.000, secondo le qualità del greggio impiegato.