LINO (Δίνος)
Personaggio mitico, talvolta detto figlio di Apollo, e di consueto collegato con le Muse e il mondo della musica.
A lui vengono attribuite varie invenzioni musicali o poetiche: e come altri musici famosi, Orfeo, Tamiri, è riservato a una tragica fine, ucciso a volte da Apollo per rivalità, a volte dal fanciullo Eracle suo discepolo. Nel suo nucleo primitivo la storia di L. come quella di Lityerses e di altri, si riduce alla personificazione di un canto funebre che si è venuto più tardi ad arricchire di elementi mitici giustificativi. Le più antiche e consistenti tradizioni riferentisi a L. si incontrano ad Argo e a Tebe. Tuttavia le uniche figurazioni che si abbiano del mito si incontrano nella ceramica attica della prima metà del V sec. a. C. e dipendono con ogni verisimiglianza da produzioni teatrali attiche sull'argomento. La tradizione ricorda infatti un dramma satiresco di questo titolo, opera di Achaios, e una commedia di Alexis.
Lo schema figurativo più ripetuto è quello della tragedia finale: il giovinetto Eracle assale con uno sgabello già frantumato il maestro rovesciato all'indietro sul suo seggio o abbattuto ai piedi dell'assalitore. Alle volte sembra di intendere una concitazione quasi marionettistica nel gruppo (si veda la coppa Cabinet des Médailles n. 811) come a indicare che il tema deriva da un dramma satiresco: più spesso il tema è svolto con solenne pateticità, come nel cratere a volute di Bologna n. 271 assegnato al Pittore di Altamura, in cui L. abbattuto dinanzi a Eracle si difende come Orfeo con la lyra protesa. Ma il documento più sottile e di più intensa suggestione è costituito dal notissimo sköphos già del museo di Schwerin del Pittore di Pistoxenos, dove la presentazione dei personaggi del dramma, in puri termini di acuta caratterizzazione e di tensione psicologica, sembra un'eco diretta del teatro. L. è un anziano maestro, grave e un po' calvo, intento a far musica con il giovinetto Iphikles, mentre il destino si annuncia con l'arrivo del nuovo allarmante discepolo, l'adolescente Eracle.
Un'assai più tarda coppa del Pittore di Eretria (Louvre G. 456) ci offre invece un L. seduto con la lyra e, ritto dinanzi a lui, un giovane eroe nudo appoggiato a un'asta, a cui è inaspettatamente assegnato il nome di Mousaios. Tuttavia l'intonazione troppo vaga della scena fa pensare si tratti piuttosto di nomi famosi aggiunti a dare interesse a una scena di genere: mentre mancano argomenti per ricollegare Museo al vecchio musicista Lino. Allo stesso modo non è possibile considerare un documento sicuro il rilievo del Vaticano pubblicato da O. Jahn che raffigura un vecchio maestro seduto con la lyra e un giovinetto stante senza caratteri determinati.
Bibl.: O. Jahn, Berichte der sächs. Gesellschaft der Wissenschaften, 1853, p. 149 ss.; Greve, in Roscher, II, 1894-97, c. 2053 ss.; Kroll, in Pauly-Wissowa, XIII, 1926, c. 715, s. v. Linos, n. i; Fr. Brommer, Vasenlisten zur griechischen Heldensagen2, Marburg-Lahn 1960, p. 84 ss.