LINGIARDI
Famiglia di organari attivi a Pavia dal 1807 al 1920. Il fondatore, Giambattista, nacque a Mozzanica, nel Bergamasco il 29 nov. 1765 e in epoca imprecisata si trasferì a Pavia, dove fece il suo apprendistato presso gli Amati. Il suo interesse per l'arte organaria maturò probabilmente in seno a una famiglia già coinvolta in questa attività: un Marco L. di Mozzanica, infatti, costruì nel 1795 l'organo della chiesa della Madonna della Fontana a Romano Lombardo presso Bergamo. Nel 1807 Giambattista si staccò dagli Amati per fondare una propria fabbrica, ma agli inizi il lavoro era costituito prevalentemente da restauri e ampliamenti di organi esistenti e quindi la mancanza di un'opera interamente sua, che potesse servirgli da referenza, fu con ogni probabilità la causa dell'insuccesso al concorso bandito nel 1809 (e vinto dagli Amati) per la costruzione di un organo nella cattedrale di Pavia. Egli dovette così attendere fino al 1814 per poter realizzare la sua prima opera nella parrocchiale di Carbonara al Ticino, presso Pavia. Da allora l'attività proseguì intensamente raggiungendo i 40 organi nel 1836, anno in cui la ditta passò ai figli Giacomo e Luigi, nati a Pavia, dal matrimonio con Luigia Germani, rispettivamente il 16 apr. 1811 e il 2 luglio 1814. Giambattista continuò saltuariamente a seguirne il lavoro in fabbrica; morì a Pavia il 15 marzo 1850.
Con la costruzione dell'organo di S. Maria del Carmine a Pavia (op. 40, 1836, restaurato nel 1985-86 e nel 1992), inaugurato dal celebre padre Davide da Bergamo, la ditta Fratelli Lingiardi avviò l'attività verso il periodo più importante, ricco di miglioramenti e innovazioni. Giacomo si occupava della parte tecnica, mentre Luigi curava soprattutto la parte fonico-estetica degli strumenti, nonché quella commerciale. Essi furono coadiuvati per oltre cinquant'anni da Antonio Annoni, che, assunto nel 1838, divenne ben presto "meccanico distinto" e collaboratore fidato.
Luigi fu certamente la personalità più interessante di tutta la famiglia, come emerge dai suoi scritti e particolarmente dalle Memorie, dedicate ai figli e redatte tra maggio e dicembre del 1878 (edite nel 1983). Dopo aver compiuto gli studi primari, all'età di tredici anni decise di proseguirli a suo modo frequentando come uditore le lezioni di fisica - materia che gli era più congeniale - all'università, mentre a casa ricevette insieme con il fratello un regolare insegnamento musicale impartito dal pavese Felice Moretti. Tale formazione - improntata al gusto per il melodramma allora imperante - gli consentì in seguito di esibirsi con successo non solo come organista, ma anche come pianista e accompagnatore e di cimentarsi inoltre nella composizione. Con decreto del 9 marzo 1867 il re gli conferì la croce di cavaliere dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Dal punto di vista tecnico, gli organi costruiti dopo quello del Carmine fino al 1855 continuarono la tradizione paterna. Tuttavia, in quegli stessi anni, i due fratelli lavorarono alacremente alla ricerca di nuove soluzioni meccaniche e foniche, per le quali furono premiati con medaglia d'oro dalla Camera di commercio e industria di Pavia nel 1858. Il montaggio dell'organo del duomo di Cannes (op. 110, 1856, non più esistente) fu per Luigi l'occasione di conoscere de visu et de auditu l'organaria francese, visitando alcuni strumenti a Grasse, Marsiglia e dintorni, senza però riportarne impressioni entusiastiche.
Da queste e altre esperienze maturò la convinzione che, per adeguare la sonorità dell'organo alle chiese di grandi dimensioni, non fosse sufficiente aumentare semplicemente il numero dei registri. Così, volendo mantenere inalterato il carattere del Ripieno ma nello stesso tempo rinforzare il timbro dei registri ad ancia, giudicato ancora troppo debole, egli giunse alla determinazione di impiegare differenti pressioni su uno stesso somiere dotato di due secrete. Sulla parte di somiere "a vento forte" furono posti tutti i registri ad ancia, mentre il Ripieno e i registri della "cassa armonica" rimasero sulla parte "a vento debole". Le due secrete disponevano di un duplice meccanismo di trasmissione corrispondente a due tastiere: la prima comandava il Ripieno e la "cassa armonica", e quindi riuniva le funzioni di "grand'organo" e di "secondo organo" o "eco"; la seconda comandava invece i registri ad ancia - come nel clavier de bombarde alla francese - ed eventualmente il tergale, collocato alle spalle dell'esecutore.
Il primo strumento di nuova concezione, dallo stesso Luigi definito "organo-orchestra", fu collocato nella collegiata di Trino nel 1861 (op. 131, in seguito trasformato a trasmissione pneumatica); altri ne seguirono, tra cui quelli non più esistenti di S. Francesco a Pavia (op. 150, 1866) e del duomo di Novara (op. 162, 1870), il più grandioso del nuovo sistema. Un tale tipo di strumento (di non facile uso) era destinato eminentemente all'improvvisazione, pratica abituale per gli organisti dell'epoca, in cui eccellevano i più celebri come padre Davide da Bergamo, Felice Frasi e Vincenzo Petrali, che furono infatti tra i collaudatori preferiti dai Lingiardi.
Il successo dell'organo-orchestra fu però avversato dal nascente cecilianesimo, che si proponeva di moralizzare i costumi musicali ecclesiastici (improntati al gusto teatrale corrente) riportando in auge i classici italiani e la letteratura organistica d'Oltralpe: un repertorio allora sconosciuto ai più. Luigi, strenuo difensore dello stile operistico, fu così coinvolto - negli anni 1879-80 - in accese polemiche giornalistiche soprattutto con l'avv. Pier Costantino Remondini di Genova, che del movimento ceciliano fu uno tra gli esponenti più autorevoli. I Fratelli L. furono dedicatari di composizioni musicali di Carlo Andrea Gambini, di Giuseppe Luigi Bonalumi e altri. Giacomo e Luigi morirono a Pavia rispettivamente il 16 nov. 1871 e l'8 ag. 1882.
Dal matrimonio di Luigi con Teresa Trevisi, celebrato ad Alessandria il 30 genn. 1855, nacquero a Pavia Giambattista (17 apr. 1856), Ernesto (12 genn. 1860) e Cesare (28 marzo 1863). I tre fratelli collaborarono alla prosecuzione dell'attività, ma Ernesto fu propriamente il continuatore della tradizione paterna, che culminò nel 1887 con il grande organo (op. 208) donato dai L. alla cattedrale di Pavia (smontato nel 1958, fu successivamente distrutto: Bellotti, 1990). Ma i tempi erano ormai mutati e la riscoperta del repertorio organistico classico andava via via imponendo agli organari un cambiamento di rotta. Si esigevano infatti due tastiere, una pedaliera di almeno 27 note reali, la soppressione nei registri della divisione in bassi e soprani, la fusione delle file separate del Ripieno in un unico registro. Tali caratteristiche si ritrovano nel primo strumento di nuova concezione, ma a un solo manuale, collocato dai L. nella chiesa dei Ss. Giacomo e Filippo a Pavia (op. 215, 1890). Su questo modello, con qualche perfezionamento e ampliamento, furono successivamente costruiti in Pavia gli organi delle basiliche di S. Teodoro (op. 259, 1909), di S. Salvatore (op. 261, 1910) e di S. Pietro in Ciel d'oro (op. 266, 1913), l'ultima grande opera dei L.: testimonianze del nuovo gusto ceciliano cui Ernesto dovette adeguarsi.
Muovendo da questi presupposti, ma forse anche con l'intenzione di staccarsi dai fratelli, Cesare elaborò nel 1913 un progetto per la creazione - a La Spezia o a Sarzana - di una "Società Lingiardi Cesare per la costruzione di organi da chiesa e di organi-orchestra da sala" sotto la forma giuridica di "associazione in partecipazione", i cui soci avrebbero dovuto essere membri del clero o musicisti; l'iniziativa però non ebbe seguito.
Tra il 1900 e il 1920, sotto la forte concorrenza degli organi a trasmissione pneumatica ed elettrica, che andavano conquistandosi il consenso degli organisti, la produzione rallentò e negli ultimi otto anni furono collocati soltanto sei strumenti (in precedenza la media era di tre-quattro organi all'anno). L'attività cessò definitivamente con la morte di Ernesto, avvenuta a Pavia il 20 ott. 1920. I fratelli Giambattista e Cesare morirono nella stessa città rispettivamente il 23 ag. 1890 e il 17 marzo 1936.
Tra il 1807 e il 1920, dalla fabbrica L. (ubicata in via Antonio Scarpa 5) uscirono 270 organi, collocati soprattutto in Lombardia, Piemonte, Liguria e Francia, parte dei quali sopravvive tuttora. Alcuni di essi sono stati oggetto di accurati restauri e sono stati utilizzati per incisioni discografiche.
Un Elenco degli organi costrutti dalla ditta Lingiardi fondata dall'avo Giambattista nel 1807 (1807-1920, nn. 270), tabellone manoscritto, è in possesso degli eredi; copia calligrafica nell'Archivio Lunelli, presso la Biblioteca civica di Trento (ed. parziale in Tamburelli, 1967, pp. 184-190). Scritti di Luigi e della ditta Fratelli Lingiardi: 27 lettere a P.C. Remondini, 1868-91 (Genova, Biblioteca Franzoniana, Remondini, E.VII.2-28); Fabbrica di organi dei fratelli L. in Pavia, Pavia s.d. [forse 1859]; Alcune avvertenze alla specialità di quest'organo, per norma dei signori organisti, Torino 1869; A' miei figli. Le mie memorie, ispiratemi come rimedio per fuggir l'ozio e sedativo contro i miei mali nervosi, ms. autografo di Luigi (Pavia, Archivio Lingiardi), poi edite con il titolo Memorie di un organaro pavese, a cura di M. Ricci, Pavia 1983; Gli organi e la musica sacra, in Lo Spettatore, 30 giugno - 1° luglio 1879, p. 1; L'organo e la musica sacra, ibid., 10-11 sett. 1879, pp. 2 s. (ed. anche in Corriere di Torino, 11 sett. 1879, pp. 2 s.); Principali invenzioni dei fratelli Lingiardi, Pavia 1879 (trascritte in Memorie, 1983, p. 209); Pedali dell'organo, ibid. 1880; Principali invenzioni e perfezionamenti introdotti negli organi dai fratelli L. di Pavia, ibid. 1881; Fabbrica d'organi in Pavia dei fratelli L., Milano 1889.
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