LINDO (A. T., 90)
La seconda città, per importanza, dell'isola di Rodi (v.); sorge a 40 m. s. m., in una sella del promontorio calcareo di Lindo tra il Porto Grande a N., il Porto Piccolo a SE. e il M. Crana a O.; il Porto Grande, ampio e ben riparato, che si apre a circa metà della costa sud-orientale, è l'unico porto naturale di qualche importanza dell'isola; anticamente molto frequentato è ora poco utilizzabile per le navi moderne. Il centro, che conta circa 1000 ab., presenta un aspetto pittoresco, con numerose case che risalgono al sec. XVII. Nei dintorni si coltivano cereali, ulivi, alberi da frutta (specialmente albicocchi), e tabacco. Sviluppato, è l'artigianato artistico (ceramiche e oreficeria); scarsa importanza ha invece l'industria, che si riduce all'estrazione della pregiata pietra di Lindo. Una buona rotabile unisce Lindo a Rodi (62 km.), un'altra lungo la costa giunge a Lacanià; poco buone sono invece le comunicazioni attraverso l'isola, con la costa nord-occidentale.
Storia e archeologia. Lindo, insieme a Camiro e a Ialiso, fu una delle più importanti e più attive città dell'isola di Rodi. Ricordata da Omero per avere partecipato alla guerra di Troia (Il., II, 653), questa città ebbe infatti in età greca un notevole sviluppo commerciale ed economico e appartenne alla confederazione dorica delle sei città (Hexapolis). Nel 689 a. C., secondo la cronologia tradizionale, i suoi navigatori fondarono, sotto la guida di Antifemo, una colonia sulla costa meridionale della Sicilia; e nel sec. VI i suoi cittadini si onorarono di avere avuto quale conterraneo il legislatore Cleobulo, uno dei sette saggi dall'antichità. Lindo decadde dopo la fondazione della città di Rodi: ma quantunque avesse perduto molto della sua importanza, rimase pur sempre un notevolissimo centro religioso dell'isola.
La sua acropoli sorse su una collina che domina l'attuale villaggio. Un sentiero che s'inerpica, dalla parte del nord, conduce su uno spiazzo dove sono ricavate, nella viva roccia, un'esedra e, in rilievo, la prua di una nave, di grande interesse per la storia dell'arte costruttiva navale antica (m. 4,75 di lunghezza); una ripida scalinata, sovrapposta in età turca, immette quindi su una spianata di forma triangolare (m. 130 × 127), dove sono disseminati frammenti di sculture e architettonici; e dove tuttora restano tratti di mura appartenenti ai portici laterali (con 17 colonne frontali per parte, di stile dorico) facenti ala ai propilei che per mezzo di una scala, fiancheggiata da solidi bastioni, conducono al tempio tetrastilo amfiprostilo, non circondato da colonne, dedicato alla dea Atena Lindia. Innumerevoli iscrizioni ivi trovate, e quasi del tutto inedite, ci hanno rivelato i nomi e l'età di circa 70 artisti greci del periodo ellenistico. Notissima è la grande iscrizione rinvenuta nel 1904 alle falde dell'acropoli nelle vicinanze del teatro greco (di cui rimangono in tutto 27 gradini), che riporta la cronaca del tempio, con l'elenco dei più illustri oblatori fino al sec. I-II a. C. L'antica città di Lindo dovette sorgere nella conca posta tra l'acropoli e il porto grande, occupata in parte dall'odierno villaggio; e la sua necropoli si dovette stendere nelle immediate adiacenze, a ovest del paese, accanto alla cosiddetta tomba "Kambana", che presenta un grandioso prospetto architettonico, di tipo liscio, oggi parzialmente diroccato. Sull'acropoli, in epoche posteriori, sorsero e si sovrapposero costruzioni bizantine e dell'età dei cavalieri di San Giovanni; alle pittoresche mura merlate medievali fa riscontro di faccia, al di là del porto, su un rialzo squallido, solitaria, una costruzione rotonda di tipo cario, che gli abitanti del luogo additano ancora oggi, senza ragioni plausibili, quale tomba di Cleobulo.
Bibl.: J. Ross, Inselreisen, IV, p. 71; G. Dittemberger, De sacris rhodiorum, 1887; F. Hiller von Gaertringen, in Archäol. Anzeiger, 1893, p. 131; H. Van Gelder, Gesch. der alten Rhodier, L'Aia 1900, passim; Ch. Blinkenberg, K. F. Kinch e M. Nilsson, Exploration arch. de Rhodes, in Bull. de l'Ac. Royale des sciences et des lettres de Danemark, n. 6 rapporti (Il 3 contiene la pianta dell'Acropoli); Ch. Blinkenberg, La Chronique du temple lindien, Copenaghen 1912; P. Nilsson, Timbres amphoriques de Lindos (Accad. de Dan.), 1909; Ch. Blinkenberg, Lindiaka, I: L'Image d'Athena Lindia; II: Tridacmes gravées; III; Fragment d'un vase peint è par Sophilos; IV: Fragment de vase ionien; V: Fibules grecques et orientales, in Danske Vidensk. Selskab. hist.-filol. Mededel, 1919-26.