Darnell, Linda (propr. Monetta Eloyse)
Attrice cinematografica statunitense, nata a Dallas il 16 ottobre 1923 e morta a Chicago il 10 aprile 1965. Dotata di una bellezza conturbante e aggressiva, la D. interpretò spesso donne volitive e sicure di sé, in grado di valorizzare al meglio le sue capacità espressive, anche se talvolta fu costretta in ruoli eccessivamente stereotipati.
Cominciò a lavorare come indossatrice quando aveva soltanto undici anni, mentre a tredici entrò in una compagnia teatrale locale; due anni dopo, si recò a Hollywood per un provino, mentendo sull'età, ma fu scoperta e rimandata a casa. Nel 1939 riuscì però a farsi scritturare per un film, Hotel for women di Gregory Ratoff, divenendo la più giovane lady della storia hollywoodiana. La D., le cui traversie per accedere al mondo del cinema vennero rievocate in uno dei suoi primi film, Star dust (1940; La via delle stelle) di Walter Lang, a soli diciassette anni ‒ esattamente come la giovane protagonista del film, Lolita Quintero ‒ recitò per la prima volta al fianco di Tyrone Power in The mark of Zorro (1940; Il segno di Zorro), riscuotendo pari successo l'anno dopo, sempre con Power, in Blood and sand (1941; Sangue e arena). In questi due celebri remake firmati da Rouben Mamoulian l'attrice non aveva ancora del tutto perfezionato il suo personaggio più tipico per il quale esibì una femminilità intensa e seducente, a tratti superba e spregiudicata che la rese in seguito ancora più nota. Infatti, mentre in The mark of Zorro la D. è una fanciulla talmente decisa e sicura di sé da proteggere l'eroico e agile spadaccino mascherato, pur di sposarsi e scampare alla prospettiva del convento, in Blood and sand si dimostra una moglie fin troppo dolce e servizievole per reggere il confronto con l'ammaliante Rita Hayworth, nelle cui fatali braccia finisce il matador ambizioso, fedifrago e ingenuo. Nonostante i ruoli da coprotagonista, rispettivamente accanto a Dick Powell e Joel McRea, in due film importanti come It happened tomorrow (1944; Accadde domani) di René Clair e Buffalo Bill (1944) di William A. Wellman, l'attrice raggiunse la piena maturità espressiva nella seconda metà del decennio in My darling Clementine (1946; Sfida infernale) di John Ford, Forever Amber (1947; Ambra) di Otto Preminger, Unfaithfully yours (1948; Infedelmente tua) di Preston Sturges, e A letter to three wives (1948; Lettera a tre mogli) di Joseph Leo Mankiewicz. Nel film di Ford, interpretando la messicana Chihuahua, la D. rivela, attraverso l'attaccamento morboso al medico ubriacone Doc Holliday (Victor Mature), un'arrendevole sottomissione che non le impedisce tuttavia di lottare con la morigerata rivale e persino con l'indisponente sceriffo Wyatt Earp (Henry Fonda). Del film in costume di Preminger, regista con il quale avrebbe lavorato anche nel successivo The thirteenth letter (1951; La penna rossa), è invece la protagonista assoluta. Con estrema efficacia la D. riesce a far affiorare nel suo personaggio il temperamento di donna determinata e controversa. Se in Unfaithfully yours si mostra a sorpresa una consorte leale, a dispetto dei visionari sospetti del direttore d'orchestra protagonista (Rex Harrison), in A letter to three wives la D. conferisce al personaggio più significativo della sua breve carriera, quello della sofisticata, impietosa e perfida Lora May, lo spessore giusto per farne la perfetta espressione dell'ambiente coniugale borghese annoiato, ma rassegnato e comprensivo verso cui è indirizzata la pungente riprovazione di Mankiewicz, che la diresse anche in No way out (1950; Uomo bianco tu vivrai). Già nei primi anni Cinquanta, però, il suo fulgore sembrò appannarsi, nonostante titoli di rilievo quali Two flags West (1950; Due bandiere all'Ovest) di Robert Wise, con Joseph Cotten, Blackbeard the pirate (1952; Il pirata Barbanera) di Raoul Walsh e Second chance (1953; Duello sulla Sierra Madre) di Rudolph Maté, con Robert Mitchum. Morì tragicamente in un incendio.