LINCEO (Λυγκεύς, Lynceus)
Figlio di Afareo e di Arene, fratello d'Ida. Più ricca assai è la leggenda fiorita intorno a Ida che non quella intorno al fratello. Questi è noto specialmente per la sua acutissima vista, che gli permetteva di trapassare con lo sguardo i corpi, e poi per la lotta sostenuta col fratello contro i Dioscuri, lotta che ebbe per causa determinante o il furto di certi bovi da parte dei Dioscuri o la gara tra gli Afaretidi e i Dioscuri a proposito delle Leucippidi, fidanzate agli Afaretidi e rapite loro dai Dioscuri. Nelle varie fonti, tra cui principalissime, almeno per valore estetico, Pindaro, Teocrito, Ovidio, i particolari della lotta fra le due coppie di cugini variano non poco. La rappresentazione esteticamente più efficace è quella di Pindaro nella Nemea X. Come il fratello Ida, così L. partecipa tanto alla caccia del cinghiale calidonio quanto alla spedizione degli Argonauti; nel poema di Apollonio Rodio ha molto maggior rilievo, come del resto in tutte le fonti antiche, Ida che non Linceo.
Un altro L. è il figlio di Egitto che va sposo alla Danaide Ipermestra e che viene da lei nella tragica notte nuziale risparmiato o per amore o per compassione o perché egli l'ha rispettata. Linceo succede a Danao nella signoria d'Argo e diviene padre di Abante padre a sua volta di Acrisio. Perseo, Eracle, Iolao, e altri ben noti eroi sono pertanto suoi discendenti.