Vedi LIMES dell'anno: 1961 - 1995
LIMES (v. vol. IV, p. 630)
Termine con cui si intende attualmente la zona di frontiera tra l'impero romano e le terre adiacenti. Nel suo significato originario esso si riferiva a qualsiasi genere di strada. I gromatici romani lo utilizzarono per definire i limiti di proprietà: per questo la parola l. assunse un ruolo importante nell'economia rurale romana in quanto le strade di campagna venivano definite con questo nome soprattutto quando segnavano contemporaneamente i confini di proprietà provvisti di pietre di confine o termini.
Limites militari. - Le più antiche notizie sui l. intesi in senso militare le fornisce Tacito in relazione alle conquiste da parte di Roma delle regioni a destra del Reno in età augustea e tiberiana. Tacito usa il termine l. ancora con il significato originario di strada, in questo caso strada militare che collega tra loro i singoli castelli. Lo stesso accade in un noto passo di Frontino (Strat., 1, 3, 10), in cui si dice che, in occasione della guerra di Domiziano contro i Catti, vengono distrutti l. per una lunghezza di 120 miglia, per meglio tenere in pugno il territorio nemico. In tal caso non si tratta di confini statali fortificati, ma di vie di avanzamento militare nel territorio nemico, che facilitano la marcia dell'esercito, ne assicurano il vettovagliamento durante il combattimento, e limitano fortemente la libertà di movimento dei nemici. Conosciamo l. di questo tipo in Scozia, il «Gask Ridge». Una fase precedente al Vallo di Adriano, nel Ν della Gran Bretagna, era costituita da un l. di questo tipo, la linea «Stanegate». Anche le fasi più antiche del l. della Germania Superiore, soprattutto nella Wetterau, erano costruite in modo simile. Si deve qui ricordare pure la «Elisabethenstrasse» di età flavia.
Durante le campagne contro i Daci, Traiano si comportò allo stesso modo; in Oriente e in Africa erano ancora in uso, a causa della diversa situazione geografica, l. privi di fortificazioni, soprattutto in Egitto, nel triangolo Myos Hormos- Koptos-Berenice sul Mar Rosso, mentre il confine settentrionale dell'impero già da tempo era stato fortificato mediante un sistema di delimitazione lineare.
A partire dalla fine del I sec. d.C. il termine l. viene usato nelle fonti letterarie ed epigrafiche nel senso di confine statale fortificato contro i nemici esterni. Come sinonimo, nel caso di confine artificiale, viene usato anche il termine ripa. La struttura e l'aspetto di un tale confine possono essere anche molto diversi, come appare evidente, p.es., nel caso del L. Raetiae (CIL, VI, 2086) o in quello del L. Tripolitanus (CIL, VIII, 22765).
In età tardo-antica il termine l. si estende al territorio amministrato militarmente: conosciamo così dalla Notitia Dignitatum (Or., 28) un comes limitis Aegypti·, sotto il comando di un comes Africae vi è una serie di praepositi che debbono difendere i varî l. (Not. Dign., Occ., 25). Per l. non si intende dunque più la zona di confine con i relativi sistemi di difesa, così come per la Mauretania e la Tripolitania, che appartengono alla parte occidentale dell'impero (Not. Dign., Occ., 30, 31). Anche se questi distretti amministrativi non sono collocati in rapporto diretto con il confine, tuttavia essi sono estremamente importanti per la difesa dello Stato, così come i soldati che vi prestano servizio, i quali, in sintonia con il cambiamento di significato del termine l., vengono definiti nelle fonti limitani o riparenses.
Rinvenimenti archeologici. - Elementi importanti dei l. dell'impero erano i castelli militari, che si estendevano lungo il confine; a parte poche eccezioni, si tratta di un sistema di difesa lineare, costituito da un unico fronte, il cui carattere difensivo non presentava aspetti particolarmente evidenti. Fino all'età severiana non c'era un retroterra militare che, in caso di necessità, fornisse, tramite un sistema di castelli scaglionato in profondità, una seconda o una terza linea di difesa. Soltanto in Africa e in Oriente si trova precocemente un tale sistema di supporto. Ma questo dipese da una situazione topografica che, rispetto alle provincie danubiane e renane, era estremamente diversa.
È in età tardo-antica che si adotta per la prima volta un sistema difensivo esteso in profondità: si rende infatti necessaria, dopo l'inizio delle invasioni, una diversa forma di difesa dello Stato. Questa nuova impostazione strategica, nonché architettonica, si coglie confrontando le strutture della prima e media età imperiale con quelle tardo-antiche.
Nel primo periodo si conoscono due tipi di fortificazioni: gli alloggiamenti delle legioni e quelli degli ausiliari, definiti in genere, rispettivamente, castra e castella, la cui grandezza dipende dalla consistenza numerica delle truppe. Di norma gli alloggiamenti delle legioni si estendono su una superficie di c.a 20 ha, mentre quelli degli ausiliari (si tratta in genere di cohortes quingenariae) misurano da un ettaro e mezzo a tre. I castella per le alae di cavalleria o quelli per cohortes miliariae erano in proporzione più grandi (c.a 304 ha), mentre quelli per singoli reparti erano più piccoli (c.a 0,6 -1 ha); ma queste misure medie potevano cambiare notevolmente da provincia a provincia. Così, p.es., le cohortes quingenariae in Britannia potevano in certi casi essere alloggiate in castelli la cui superficie era la metà che sul continente, come spesso accade soprattutto in Germania.
Di regola sia gli alloggiamenti delle legioni sia quelli delle truppe ausiliarie erano situati su una superficie a forma di rettangolo allungato con gli angoli arrotondati. Soltanto nella prima metà del I sec. d.C. i castelli venivano costruiti in modo irregolare, orientati a seconda delle caratteristiche del terreno, poiché, al momento della scelta del sito, veniva attribuita una grande importanza a una posizione topografica che già di per sé garantisse una finzione difensiva. L'altezza dei muri variava fra i tre e i quattro metri e il loro spessore tra il metro e il metro e venti. Costruzioni di questo tipo debbono essere ritenute caserme fortificate che, a causa della lunghezza totale dei muri, a stento avrebbero potuto sostenere un assedio. Tutt'altra cosa avviene in età tardo-antica: non c'è più una pianta regolare ma, come all'inizio del I sec., si predilige la funzione difensiva naturale della località prescelta, in base alla quale si deve orientare il castello. Muri di 3,50 m alle fondazioni non sono una rarità; altezze tra i 9 e 12 m sono la regola.
Accanto agli alloggiamenti delle legioni e degli ausiliari venivano poste molto spesso torri di controllo, collegate visivamente l'una con l'altra. Simili linee di torri non si incontrano lungo tutti i tratti di l.; sono però regolarmente presenti nei già citati l. artificiali della Gran Bretagna, della Germania Superiore e della Rezia, e in quello della Dacia.
Vi è una serie di elementi comuni tra i singoli l., ma vi sono anche rilevantissime differenze. È possibile anzitutto distinguere i tratti di l. dell'impero in due gruppi, uno settentrionale e uno meridionale. Al gruppo settentrionale appartengono gli impianti di frontiera della Britannia e quelli lungo il Reno e il Danubio, dal Mare del Nord al Mar Nero; a quello meridionale appartengono le fortificazioni in Oriente e in Africa. Nel caso del gruppo settentrionale si tratta di un sistema di difesa completo e lineare lungo i fiumi Reno e Danubio, cui si aggiungono, lungo certi tratti e in determinati periodi, impianti di difesa artificiali in Germania Superiore, Rezia e Dacia. La Britannia era un caso a parte: era difesa contro i «barbari» del Ν dal Vallo di Adriano, che attraversava l'isola senza interruzioni. Invece in Oriente, fino all'Eufrate, e soprattutto in Africa, il confine era aperto; si costruivano fortificazioni solo in corrispondenza di punti nodali di traffico, come alcune oasi, poiché di solito il deserto rappresentava una difesa di per sé molto più efficace di un confine costituito da un fiume. In Oriente e in Africa la linea di confine oscillò frequentemente in estensione da 100 a 200 km, mentre il confine settentrionale rimase sempre più stabile. Cambiamenti più consistenti avvennero soltanto nel terzo venticinquennio del III sec., quando furono definitivamente perduti i territori, a destra del Reno e a sinistra del Danubio, delle provincie di Germania Superiore e della Rezia, così come, a sinistra del Danubio, della provincia di Dacia.
I tratti di l. meglio conosciuti sono quello della Britannia, i due della Germania, quelli della Rezia e del Norico, i due della Pannonia. Molto avanzato è lo stato delle ricerche in Dacia e nelle due Mesie. La conoscenza del l. in Oriente e in Africa è molto discontinua: si va dagli scavi di grande estensione, come quelli di Bu Nğem, o di Dura Europos, alle ricerche sistematiche sul l. d'Arabia, sino a situazioni di ricognizione preliminare. Si conoscono così il percorso, le singole fasi edilizie, i castra e i castella, le torri del muro di Adriano, del Vallo di Antonino, del l. della Germania Superiore e della Rezia, e in misura più limitata del l. della Dacia, mentre sappiamo ancora molto poco (anche in conseguenza delle loro caratteristiche e delle vicende storiche diverse) degli impianti di frontiera orientali e africani. Qui sono noti alcuni tratti del l. tripolitano, dove si conoscono un sistema di vallo e fossa e un sistema di muro e fossa; ma in genere, in Africa, ci si imbatte in obiettive difficoltà, determinate sia dall'estensione dei confini, sia dall'inaccessibilità di molti luoghi. In Oriente, inoltre, conosciamo relativamente pochi castelli. Tra l'altro, spesso in quest'area le truppe romane non furono alloggiate in edifici militari appositamente costruiti (come nelle provincie occidentali): di frequente, come p.es. a Dura Europos, esse venivano acquartierate nelle grandi città.
Cronologia generale. - Ogni singolo tratto di confine all'interno dell'impero romano ha la sua storia particolare e la sua specifica cronologia: i grandi avvenimenti politici, infatti, si rispecchiano di volta in volta nella sistemazione dei confini. Le conquiste di Roma non si erano del tutto concluse con la morte di Augusto nel 14 d.C.: anche in seguito, pur se in misura meno rilevante che in passato, altre se ne aggiunsero. Sotto l'imperatore Claudio fu conquistata la Britannia e divennero Provincie romane la Mauretania e il Norico, che prima erano stati regni clienti. Sotto i Flavi la conquista della Britannia si estese fino alla Scozia; furono annessi inoltre gli agri decumates, e in conseguenza di questa annessione si cominciò a costruire, nella Germania Superiore e in Rezia, un l. artificiale tra il Reno e il Danubio. Con Traiano si raggiunsero maggiori estensioni di territorio lungo il Danubio e soprattutto in Oriente: furono create la provincia di Dacia e, anche se per breve tempo, le provincie di Armenia, di Mesopotamia e di Arabia. Adriano iniziò la sistemazione della linea di confine dei territori conquistati; di questa sua attività resta traccia, in forma più o meno incisiva, in tutti i tratti del limes. Nella seconda metà del II sec. cominciarono a premere contro Roma - sia lungo il confine settentrionale, sia lungo quello orientale - diverse popolazioni, tra cui svolsero un ruolo di grande importanza i Parti sul Tigri e sull'Eufrate e i Marcomanni sul Danubio. Verso la fine del regno di Marco Aurelio i confini erano di nuovo, in un certo qual modo, sotto controllo; successivamente sia Settimio Severo, sia suo figlio Caracalla, condussero spedizioni punitive, riconquistarono antichi territori romani e fortificarono nuovamente i confini, o fecero migliorare e fortificare quelli già esistenti. Con i Severi si raggiunse ancora una volta la massima efficienza del sistema romano di fortificazione e difesa del /., che è possibile seguire dalla Britannia al Reno e al Danubio, lungo il confine orientale (soprattutto tra il Tigri e l'Eufrate) e nelle provincie africane.
Dopo che l'impero ebbe superato la crisi della seconda metà del III sec. ed ebbe perso parte delle provincie della Germania Superiore, della Rezia e tutta la provincia di Dacia, si incominciò, sotto Diocleziano e poi con Costantino, un rinnovamento del l. ancora esistente. Le costruzioni difensive erano ora più piccole, ma più resistenti agli assedi. I castelli ancora esistenti furono adattati, quando era possibile, alle misure degli edifici tardo- antichi, come p.es. sul muro di Adriano e lungo il Danubio. Furono costruiti tratti di l. completamente nuovi in Britannia nell'area del Litus Saxonicum, nella Germania Superiore, in Rezia nel c.d. L. Danubio-Iller-Reno e sul L. Arabiens. Queste fortificazioni del confine furono ancora una volta rafforzate sotto l'imperatore Valentiniano I: alcuni tratti, come p.es. lungo il Reno, furono costruiti ex novo. Valentiniano I fu l'ultimo imperatore a rinnovare su ampia scala il sistema difensivo dei confini: in Occidente, questo subì poi nuovi ritocchi fino alla metà del V sec., fronteggiando così in qualche modo la pressione dei barbari, per poi alla fine cedere definitivamente all'epoca delle invasioni. Nella metà orientale dell'impero il l. di età valentiniana fu ancora utilizzato e più volte restaurato, come p.es. a Iatrus/Krivina o a Dinogetia sul basso Danubio, fino all'epoca degli imperatori bizantini.
Singoli limites. - L'importanza strategica dei singoli tratti di confine si può facilmente dedurre dal numero delle truppe che vi stazionavano intorno alla metà del II sec., rapportato all'estensione del confine. In Britannia vi erano 50.180 uomini, in tutto il fronte Reno-Danubio 169.900, in Oriente 77.940, e sul confine africano, il più lungo dell'impero con un'estensione di 4.000 km in linea d'aria, erano stanziati solo 43.170 uomini tra legionari e ausiliari. La differenza diventa ancora più evidente se si considera la distribuzione delle legioni. Mentre in Britannia vi erano in questo periodo 3 legioni, sul fronte Reno-Danubio - che misurava 2.000 km in linea d'aria e più di 4.000 km di lunghezza effettiva - erano stanziate 14 legioni. Sul confine orientale, lungo circa la metà, erano dislocate 8 legioni. Le cifre mostrano in modo molto evidente che i confini settentrionali e soprattutto quelli orientali dell'impero erano minacciati da forze nemiche potenti, mentre in Africa c'era una relativa pace. Il fatto che in Oriente e in Africa, a differenza delle provincie settentrionali, si trattasse di impianti difensivi di confine estremamente scaglionati, aperti senza barriere stabili (non vi erano, p.es., un vallo, o un fossato, o un muro), comportava differenze negli accorgimenti strategici: su quel fronte erano stanziate in numero sensibilmente maggiore che nelle provincie settentrionali le truppe a cavallo.
Vallo di Adriano (v.). - Fu costruito in Britannia tra il 122 e il 128 tra la foce del Tyne e l'estuario del Solway. Tra Wallsend e Birdoswald gli impianti del l. consistono in una fossa anteriore, in un muro in cui sono inglobate a distanze regolari torri, castelletti (un castelletto e due torri per ogni miglio) e, a parte alcune eccezioni, alloggiamenti per ausiliari. Poco dietro Birdoswald fino all'estuario del Solway invece del muro si trova un vallo di terra. I milecastles sono di terra e legno, le torri sono costruite in pietra. Dietro il muro corre il vallum, un sistema doppio di vallo e muro, adatto soltanto a castelli per ausiliari. L'impianto difensivo prosegue sulla costa occidentale verso S senza muro e vallo, ma con castelli e milecastles. Davanti al vallo vi sono a O e a E castelli di avamposto.
Vallo di Antonino. - All'epoca di Antonino Pio, attorno al 145 d.C., il Vallo di Adriano viene abbandonato: la linea di confine si sposta verso la Scozia, fino alla linea fra la foce del fiume Forth e quella del fiume Clyde. Il l. è costituito da una fossa, da un terrapieno su fondamenta di pietra, da castella minori e da fortezze per le truppe ausiliarie inseriti nel vallum stesso. Non si conoscono finora torri, ma solo piattaforme di segnalazione. Il Vallo di Antonino viene a sua volta abbandonato intorno al 180 e il confine torna sul Vallo di Adriano: questo viene risistemato in età severiana, e resta in funzione fino alla metà del V sec., con la coesistenza parziale dei due sistemi difensivi. Entrambi i valli sono stati oggetto di accurate indagini; si possono ben distinguere i singoli tratti e le fasi di ristrutturazione.
Litus Saxonicum. - È noto con questo nome (v. Provincie romane: Britannia) un impianto difensivo tardo-antico, eretto sulla costa sud-orientale e meridionale della Gran Bretagna contro i pirati sassoni da Bradwell fino a Portchester. La prima fase costruttiva è dall'età di Probo. I castella sono di tipo tardo-antico, piuttosto piccoli e con piante per lo più irregolari. Appartengono a questo sistema difensivo anche castelli eretti contemporaneamente sul lato francese del canale. Analoga funzione aveva il sistema di torri di controllo costruito sotto Valentiniano I sulla costa nord-orientale dell'Inghilterra (Scarborough, Goldsborough, Huntcliff, ecc.).
Fortezze lungo il Reno. - Fra la foce del Reno e Coblenza (Vinxtbach) viene dislocata lungo il corso del fiume una serie di castra legionari, di castella per le truppe ausiliarie e di castella minori. Finora non sono note torri di guardia. A partire dall'età augustea il sistema del l. viene risistemato e rafforzato. Sotto Diocleziano e Valentiniano I subentrano nuovi impianti difensivi, confrontabili, per struttura e dimensioni, con altre fortificazioni tardo-antiche. Questo tratto di l. resta in funzione fino alla metà del V sec. (Krefeld Gellep).
Strada Colonia-Tongeren-Bavai-Boulogne. - Intorno alla metà del III sec. viene creato un sistema fortificato di strade interne fra Germania Inferiore e Gallia Belgica, che ha il suo punto di partenza a Colonia. Comprende castelli, fortezze e torri di vario tipo; resta in funzione fino alla metà del V secolo.
L. della Germania Superiore e della Rezia. - All'epoca di Domiziano, dopo l'annessione degli agri decumates, viene realizzata una via postale con torri di legno; sotto Adriano viene aggiunta una palizzata davanti alla strada, e dietro il l. vengono creati alloggiamenti per gli ausiliarî; alla metà del II sec., le torri di legno vengono sostituite da torri in pietra. All'inizio del III sec., tra la palizzata e le torri viene realizzato, nel tratto germanico, un sistema di fossa-vallo; nel tratto retico, invece, un muro, nel quale sono inserite torri di guardia. La lunghezza totale, tra Coblenza e Eining, è di 520 km. Il l. della Germania Superiore e della Rezia viene abbandonato intorno al 260.
L. Danubio-Iller-Reno. - In epoca tardo-antica si ritorna - esauritasi la funzione alquanto eccezionale del l. della Germania Superiore e della Rezia - a stabilire il confine sulla linea di percorsi fluviali: questa linea è costituita da Danubio, Iller (il corso di questo fiume è integrato dal l. stradale Kempten-Bregenz), Alto Reno, Bodensee, Reno. Le fortificazioni, come altre di epoca tardo-antica, presentano dimensioni relativamente ridotte e piante diverse, adattate alla configurazione del terreno. Spesso si impiantano castelli come testa di ponte sul lato nemico, nonché torrette di guardia supplementari nelle zone in posizione sfavorevole (Alto Reno). Non si conoscono serie di torrette a distanze regolari in tutto il bacino del Reno. L'avvio alla realizzazione di questo l. fluviale si colloca nel tardo III sec.; si registrano poi ampliamenti all'epoca di Diocleziano e, soprattutto, di Valentiniano I. Questa linea resta in funzione fino alla metà del V secolo.
L. danubiano. - Questo importantissimo l. fluviale si estende da Eining fino al Mar Nero, per una lunghezza totale di c.a 4.000 km, attraverso le provincie di Rezia (parte meridionale), Norico, Pannonia e Mesia. Nelle singole provincie, gli sviluppi sono alquanto differenziati. Ci sono castra per le legioni, castella per gli ausiliari con teste di ponte sulla riva opposta del Danubio in corrispondenza di passaggi fluviali particolarmente pericolosi; piccoli castella e torri di guardia (soprattutto in Norico e Pannonia). Le prime fasi costruttive sono di età tiberiana. La densità dei castelli dipende dalla situazione topografica; in età tardo-antica gli insediamenti esistenti, con pianta di età medio-imperiale, vengono rafforzati, e ne vengono aggiunti di nuovi, di dimensioni ridotte e con piante di volta in volta diverse. Nella regione di Theiss e nella Dobrugia vengono aggiunti, a difesa del confine danubiano contro i barbari, giganteschi sistemi di terrapieni; castelli sorgono anche articolati in profondità all'interno della linea di confine. Come difesa straordinaria dell'Italia verso il Danubio, si aggiungono i Claustra Alpium Iuliarium nel triangolo Forum Iulii-Emona-Tarsatica, odierne Cividale-Lubiana-Fiume (Rijeka). Nella parte occidentale il l. viene abbandonato tra il 430 e il 460 d.C.; nella parte orientale, soprattutto in Mesia, molte fortezze vengono restaurate o costruite ex novo ancora in età bizantina.
L. della Dacia. - La Dacia diventa provincia sotto Traiano. I Carpazi, a N, costituiscono una difesa naturale; in tale regione montana, la difesa del confine è costituita dal L. Porolissensis, una fitta catena di torri e castelletti, di solito sulla cresta dei monti, senza un sistema di palizzate o terrapieno-fossa. Alla spalle di queste torrette, a uria distanza che va dai 5 ai 15 km, sorgono gli alloggiamenti degli ausiliarî. I valichi vengono bloccati per mezzo di valli artificiali, in parte di terra, in parte di pietra; nel territorio intorno a Porolissum si trovano i più imponenti sistemi di valli collegati fra loro.
Il confine orientale della Dacia Inferiore è costituito dal L. Alutanus (l. del fiume Olt) in sistema di l. fluviale con castelli. Ancora più a E si trova un altro sistema che corre parallelo all’Alutanus ed è costituito da un vallo di legno e terra: il L. Transalutanus; dietro il vallo si trovano castelli. Si sono individuate due fasi, di cui la più antica fu distrutta da un incendio; nessuna delle due è databile. Non si può quindi chiarire il problema della maggiore antichità dell’Alutanus rispetto al Transalutanus: sulla base dei rinvenimenti effettuati nei castelli di quest'ultimo, sembra però che esso costituisca il confine di età adrianea, dato che il bassopiano conquistato e fortificato da Traiano fu ben presto abbandonato dai Romani. Del confine occidentale e di quello nord-orientale della Dacia conosciamo - non sempre bene - una serie di castelli e i relativi tratti di limites. Le provincie di Dacia furono definitivamente abbandonate nel 271. In età tardo- antica fu creata sulla riva meridionale del Danubio la provincia della Dacia Ripensis, e qui furono eretti nuovi castelli, che per pianta e dimensioni ricordano i già accennati castelli tardo-antichi.
L. orientale. - L'assetto del l. orientale non è confrontabile, come già detto, con quello delle provincie settentrionali. Il tratto di confine da Sebastopoli sul Mar Nero, attraverso Trapezunte e fino a Satala sull'Eufrate era, dal punto di vista militare, molto tranquillo. Questa linea di confine durò fino al IV secolo. Diversa era la situazione in Mesopotamia e in Siria. Una linea stradale fondamentale correva da Satala sull'Eufrate lungo Melitene, Samosata, Zeugma, Palmira, attraverso la Giudea, fino al Mar Rosso. All'inizio del II sec. d.C., in Oriente vennero a far parte dell'impero le nuove provincie di Arabia, Armenia, Mesopotamia e Assiria (su quest'ultima non mancano perplessità; in generale, comunque, v. Provincie romane). A eccezione dell'Arabia, esse furono abbandonate dopo la morte di Traiano: venne ristabilito così il confine orientale preesistente. In età antonina il confine orientale oscillava tra il Tigri e l'Eufrate. La più ampia estensione verso E si ebbe sotto Settimio Severo: in quest'epoca, a oriente della strada limitánea furono eretti castelli di avamposto, distanti anche 300 km, come p.es. Ğawf nel deserto del Nefūd (simili castelli di avamposto si trovano in Africa): quasi un cuneo nello stato partico, come Kifrin nell'odierno Iraq. La linea del fronte corre ora da Satala, attraverso Nisi- bis, Hatra, Dura Europos, Palmira e Bostra. Anche la catena montuosa del Ḥeğaz sul Mar Rosso, fino all'altezza di Gidda/Mecca, appartiene ancora all'impero. In età dioclezianea, si provvede alla sistemazione del L. Arabiens (uno dei tratti di l. del confine romano orientale meglio investigati), con i c.d. quadriburgi, come p.es. Deir el-Khaf, Khān al-Manqura o Tamara, collegati l'uno con l'altro da una serie di torri. Queste costruzioni sono di regola castelli tardo-antichi, quadrati, con quattro torri angolari anch'esse quadrate. Direttamente dietro il muro sono disposte le caserme, su più piani. A parte piccoli spostamenti, questa linea di confine è ancora in uso nell'età di Arcadio, e anche nel prosieguo dell'impero bizantino.
L. africano. - Lo stato delle ricerche è molto discontinuo nei singoli settori del l. africano, e raramente è paragonabile con quello delle provincie settentrionali. Problematica è la datazione dei varí tratti; soltanto una serie di castelli ben scavati fornisce punti di riferimento cronologico, come Lambesi o Bu Nğem. La regione atlantica algerina, la Tunisia meridionale e la zona costiera nord-occidentale della Libia, corrispondenti alle provincie di Mauretania Caesariensis e di Numidia, erano le zone più potentemente fortificate. La Mauretania Tingitana aveva un sistema difensivo scaglionato in profondità, che non fu però condotto a termine. La Cirenaica era difesa dalle invasioni dall'interno mediante un «l. costiero». In questa regione sorgevano castella e burgi lungo la costa; malgrado questo allineamento mancava però un vero e proprio confine. Il l. tripolitano era scaglionato in profondità e fu terminato in età severiana: qui si incontrano sbarramenti isolati con muro, fossa e passaggi, ma non per tratti lunghi e continuati come ce ne sono in Britannia o nella Germania Superiore. Sempre in età severiana, i castelli di avamposto del deserto furono dislocati in corrispondenza di oasi, come Bu Nğem e Ghadames.
Opere di sistemazione del l. analoghe a quelle delle provincie settentrionali si riscontrano nel Fossatum Africae, anche se non con andamento lineare: si trovano a O dell'Aurès, nella zona intorno a Gemellae, Mesarfelta e intorno al Monte Hodna. Gli impianti consistono nel sistema muro-vallo e fossa. Attraverso le strutture del l. si poteva passare per mezzo di varchi con porte. Alle spalle del muro sorgevano castella, burgi e torri: fondati in genere in età adrianea, furono perfezionati soprattutto in età severiana; furono utilizzati fino al V sec. e in seguito ampliati o rinnovati. Anche nella regione atlantica c'è un sistema di fortificazioni in profondità, con castelli di avamposto, fino al Grande Erg occidentale. Nella regione atlantica è possibile osservare una serie di castelli a Ν e una, parallela a quest'ultima, a S: tale sistema viene posto in relazione con le popolazioni pastorali nomadi, di cui pure si sono rinvenute tracce, le quali in questo modo potevano essere tenute sotto controllo. Poiché gli spostamenti venivano concentrati, per motivi topografici, su strade ben determinate, è evidente che non vi era necessità di un sistema difensivo trasversale, ma che ci si poteva limitare a fortificare solo le strade riutilizzate dai pastori e dalle carovane.
Bibl.: D. Baatz, Der römische Limes. Archäologische Ausflüge zwischen Rhein und Donau, Berlino 1974; S. Mitchell (ed.), Armies and Frontiers in Roman and Byzantine Anatolia. Proceedings of a Colloquium held at University College, Swansea, in April 1981 (BAR, Int. S., 156), Oxford 1983; AA.W., The Frontiers, in J. Wacher (ed.), The Roman World, Londra-New York 1987, p. 139 ss. (con bibl. prec.); A. Johnson, Römische Kastelle des 1. und 2. Jahrunderts n. Chr. in Britannien und in den germanischen Provinzen des Römerreiches, Magonza 1987; B. Isaac, The Meaning of the Terms Limes and Limitanei, in JRS, LXXVIII, 1988, p. 125 ss.; C. R. Whittaker, Les frontières de l'empire romain, Besançon 1989. - Per una buona visione generale sulla situazione degli studi sul l. si può far riferimento ai seguenti congressi: AA.VV., Roman Frontier Studies 1979 (BAR, Int. S., 71), 3 voll., Oxford 1980; AA.VV., Studien zu den Militärgrenzen Roms, 3. 13. Internationaler Limeskongress, Aalen 1983. Vorträge, in FuBerBadWürt, XX, 1986, pp. 3-816; H. Vetters (ed.), Akten des 14. International Limeskongress 1986 in Camuntum, Vienna 1990; V. Maxfield, M. J. Dobson (ed.), Roman Frontier Studies 1989, Exeter 1991.