limes
Termine latino dal significato originario di «sentiero, strada delimitante un confine tra due campi». In età imperiale passò a designare una strada militare fortificata ovvero l’insieme delle fortificazioni poste lungo i confini. In età augustea e giulio-claudia il l. era a tutti gli effetti un percorso di attacco, tracciato per rispondere alle esigenze logistiche dell’esercito durante una campagna militare e a volte richiuso al termine delle operazioni. Tali erano, per esempio, le linee lungo le quali mossero Tiberio da Carnuto sul Danubio e Senzio Saturnino dal Reno per raggiungere l’Elba e sconfiggere il regno di Maroboduo (attuale Boemia), oppure la via fortificata tracciata da Druso Maggiore dall’alta valle dell’Adige fino ad Augusta sul Danubio. Quando la spinta espansionista dell’impero si attenuò, il l. diventò soprattutto una linea difensiva, che spesso poteva avvantaggiarsi anche della conformazione del territorio. Una grande spinta alla costituzione di un l. difensivo venne data dai Flavi, mediante campagne mirate alla realizzazione di apposite fortificazioni, specialmente in Britannia (campagne di Agricola), in Germania e in Rezia (apertura di una strada di arroccamento da Strasburgo alle rive del Danubio), nella Mesia inferiore (costruzione del «grande vallo»), in Africa del Nord (spostamento dei contingenti legionari da Tebessa verso le pendici settentrionali dell’Aurès). L’opera dei Flavi proseguì con Traiano e soprattutto con Adriano, cui si deve in particolare la realizzazione del grande vallo che da lui prende il nome nella Britannia settentrionale e delle palizzate sui confini della Germania superiore e della Rezia. Queste linee furono rafforzate e perfezionate fino all’età dei Severi. Dalla seconda metà del 3° sec., sotto la pressione delle invasioni barbariche, le difese cominciarono a spezzarsi in più punti e arretrarono dovunque, perdendo ben presto la loro funzione di contenimento e di arresto. Crollato l’impero d’Occidente, in Oriente e in Africa le fortificazioni romane furono comunque utilizzate ancora dai bizantini, che le posero al centro della propria strategia militare. Le strutture difensive romane potevano estendersi in linea continua anche per centinaia di chilometri, oppure limitarsi a presidiare solo i punti della frontiera strategicamente più delicati (in Oriente, in particolare, mancano tracce di fortificazioni continue). Tra i loro elementi costitutivi figuravano l’agger (terrapieno), il fossato, la palizzata e il muro. Parte integrante della linea difensiva erano anche castelli, per l’alloggio delle guarnigioni, e torri, per le segnalazioni e per ospitare presidi minori: in età flavia erano ancora costituiti di terra e legname, successivamente in muratura. Gli stessi accampamenti legionari, debitamente fortificati, potevano diventare parte importante nella costituzione di una linea difensiva.