LIDDA (A. T., 88-89; ar. Ludd)
Città della Palestina situata a 50 m. s. m. in un folto bosco di ulivl'fichi e sicomori, a 18 km. SE. di Giaffa; conta circa 11.500 ab.; è stazione delle linee ferroviarie Gerusalemme-Giaffa e Caifa-el-Qantarah.
Capitale d'un piccolo stato fondato dagli Hyksos, è spesso ricordata dagli scribi faraonici del Medio Impero col nome di Rutn.
Ricostruita dai Beniaminiti, fu dopo l'esilio riabitata dai Giudei ma politicamente annessa alla Samaria. Nel 150 a. C. Demetrio Nicatore, re di Siria, la tolse ai Samaritani e la assegnò a Giuda Maccabeo. Divenne più tardi capoluogo d'una delle undici toparchie nelle quali era divisa la Giudea. Sino dagl'inizî del cristianesimo vi fu in Lidda una comunità cristiana; S. Pietro la visitò e vi operò la miracolosa guarigione del paralitico Enea (Atti, IX, 32-35) Al tempo della guerra giudaica Cestio Gallio incendiò la città e ne fece uccidere gli abitanti; ma Lidda dopo la distruzione di Gerusalemme tornò a essere abitata dai Giudei i quali vi fondarono una scuola rimasta celebre nella letteratura rabbinica. Con Settimio Severo la città assunse il nome ufficiale di Diospolis senza riuscire ad eclissare l'antico nome conservato ancor oggi nell'arabo Ludd.
In epoca costantiniana Diospolis fu sede episcopale. L'anno 415 vi fu convocato un sinodo che condannò l'eresia di Pelagio. Secondo la tradizione locale, S. Giorgio era originario di Lidda. Sopra i suoi resti riportati da Nicomedia, fu edificata una chiesa menzionata nei documenti del sec. V. La fortuna di Lidda andò declinando per il prosperare della vicina città di ar-Ramlah creata nel secolo VIII da Suleimān ibn ‛Abd al-Malik. All'avvicinarsi dei crociati i Saraceni incendiarono la chiesa di S. Giorgio che risorse nuovamente in stile romanico un po' al nord della prima. Saladino nel 1191 durante le lotte che ebbe a sostenere contro Riccardo Cuor di Leone, fece abbattere questa nuova chiesa. La città, saccheggiata dai Mongoli nel 1221, andò perdendo importanza; solo di recente, grazie al traffico ferroviario, ha ricominciato a prosperare.
Una grande moschea con minareto occupa oggi il sito della chiesa bizantina di cui è riconoscibile ancora l'abside. I resti della chiesa crociata furono nel 1873 acquistati dai greci ortodossi i quali riedificarono la chiesa sopra una cripta che ritengono la tomba di S. Giorgio. Gli avanzi di questo monumento offrono vivo interesse per le particolarità caratteristiche dello stile romanico franco.
Bibl.: A. Alt, Ein Reich von Lydda, in Zeitschr. des deutschen Palästina-Vereins, 1924, pp. 169-186; C. Enlart, Les monuments des Croisés, II, Parigi 1925, p. 272.