LICORTA (Λυκόρτας, Lycortas)
Megalopolitano, uomo politico e generale della lega achea; discepolo, congiunto e ideale prosecutore di Filopemene (v.), e sotto di lui primamente rivelatosi come ipparco nell'ultima campagna contro Nabide (192 a. C.), ereditò da Filopemene il particolarismo acheo e il disegno di conservare, o di restaurare, l'unità peloponnesiaca sotto il vincolo della comune partecipazione alla Lega achea: la cui autonomia politica andava rigidamente salvaguardata dalle intromissioni di Roma, grazie altresì alla protezione delle potenze ellenistiche. Fedele al programma di Arato, L., che nel 189, ambasciatore a Roma, vi aveva difeso i diritti achei, volle poco più tardi rinnovato l'accordo con l'Egitto, la cui ratifica, procrastinata per la sospensiva legalmente interposta dal partito avverso, fu poi ottenuta dallo stesso L., forse durante la sua strategia del 185-4. Quest'anno, nell'assemblea convocata in Clitore, dinnanzi al legato Appio Claudio Pulcro, L. riaffermò il diritto acheo di riordinare autonomamente la lega e di dirimere, senza interventi romani, la questione spartana. Tuttavia la paura prevalse, e, favorendo l'autonomismo delle città confederate, portò alla secessione della Messenia. Nel tentativo di riconquistarla L. fu battuto, Filopemene ucciso. Tosto L., rieletto stratego, ne prese vendetta, risoggiogando la Messenia e restaurando anche la sovranità achea sulla Laconia. Ma il progressivo prepotere del partito filoromano oscurò la persona e l'opera di L., che invano, durante la terza guerra macedonica, cercò di far proclamare la fattiva neutralità, implicitamente filomacedone, della lega, e pure invano cercò d'indurre la lega ad appoggiare i Tolomei contro Antioco IV di Siria. Forse dovette per qualche tempo sopravvivere all'onta di veder confinati in Italia mille suoi concittadini; fra gli altri il suo primogenito Polibio, che, educatosi nella disciplina paterna a idee antiromane, si convertì poi al romanesimo più convinto.
Bibl.: Oltre le opere più generali, cfr. G. Colin, Rome et la Grèce, Parigi 1905; G. Niccolini, La confederazione achea, Pavia 1914, pp. 150 segg., 297 segg.; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, pp. 239 segg., 405-406; F. Stähelin, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, coll. 2386-89; R. v. Scala, Die Studien des Polybios, Stoccarda 1890, pp. 15-18.