LICO
. Storiografo greco di Reggio, colonia calcidica, continuò nell'età alessandrina (intorno al 300 a. C.) la tradizione logografica del concittadino Ippi e del siracusano Antioco (sec. V). Fu combattuto da Demetrio di Falero o durante il decennio della dittatura ateniese o durante l'esilio di Demetrio in Egitto presso i due primi Tolomei. Il soggiorno di L. in Egitto è confermato da lui stesso. Maggiore d'anni al siceliota Timeo (v.), fu probabilmente tra le sue fonti immediate, e fonte principale al poeta Licofrone (v.).
Tale dipendenza gli antichi biografi indicano facendo Licofrone figlio adottivo di L. Lico era "storico" nel senso di ricercatore, espositore di curiosità, leggende, usi e costumi, genere letterario prediletto all'età ellenistica. Fra i contemporanei che attinsero a L. dobbiamo aggiungere lo storico Antigono Caristio, della stessa patria e scuola di Licofrone, e - per attestazione di Antigono - il più grande poeta alessandrino, Callimaco. Le opere storico-geografiche, tutte perdute, di L. sono: alcune Notizie sulla Libia; uno o più libri sulla Sicilia e sull'Italia (almeno 3), con allusioni al mito di Diomede, ai Veneti, alle meraviglie delle sorgenti siciliane, ecc. Anche più interessante sarebbe la monografia Intorno ad Alessandro, che pare narrasse l'avventurosa campagna in Italia dello zio di Alessandro Magno, il principe epirota Alessandro Molosso. L'esistenza di omonimi ha procurato a L. altre attribuzioni senza fondamento. I frammenti, o piuttosto le citazioni, per ora solo nella vecchia raccolta Fragm. Historic. Graec. di C. Müller (II, 370 segg., IV, 655).
Bibl.: Oltre le storie generali, v.: R. Laqueur, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, col. 2404 segg.