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LICISCO

di Giuseppe Corradi - Enciclopedia Italiana (1934)
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LICISCO

Giuseppe Corradi

. Politico etolico nativo di Strato, città dell'Acarnania fu eletto stratego della lega etolica nel 178-7 a. C., e una seconda volta alla presenza degli stessi legati romani Q. Marcio Filippo ed Aulo Atilio nel 172-171. Egli non dubitò di farsi consigliere ai Romani di una politica di violenza nel suo proprio paese. Durante la guerra contro Perseo, avendo i Romani toccato un insuccesso nella battaglia di Callicino (170-69 a. C.), L. accusò di tradimento alcuni dei più ragguardevoli Etoli, tra i quali Eupolemo, Locago e Nicandro, già strateghi della lega, che furono inviati a Roma per esservi giudicati. Poco dopo, L., mentre era riunito forse a Strato il sinedrio della lega, indusse A. Bebio comandante del presidio romano a circondarlo e ad uccidere 550 consiglieri, e fece decretare l'esilio contro gli altri loro partigiani e confiscare i beni degli uccisi e degli esuli (primavera 167 a. C.). La commissione romana cui si rivolsero le proteste degli Etoli sanzionò in sostanza l'opera di L. Nel riordinamento delle cose della Grecia dopo la caduta della Macedonia anche l'Etolia fu mutilata, ma le si lasciò Strato con parte del territorio acarnano perché L. potesse continuare la sua opera a favore di Roma in seno alla lega stessa. L. morì, forse in guerra, nel 160-59 a. C.

Bibl.: T. Mommsen, Storia di Roma antica, trad. di L. di San Giusto, I, Torino 1903, pp. 723, 735 segg., II, 36; B. Niese, Gesch. d. griech. u. maked. Staaten, III, Gotha 1903, pp. 113, 133, 137, 314 ecc.; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, pp. 294, 344 segg.

Vocabolario
lìcito
licito lìcito agg. [dal lat. licĭtus], letter. ant. – Lecito: Molto è licito là, che qui non lece A le nostre virtù (Dante).
liceità
liceita liceità s. f. [der. del lat. licere «esser lecito»]. – L’esser lecito, la condizione di ciò che è lecito: sostenere, mettere in dubbio la l. di un atto, di un comportamento.
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