LICINIO Macro (C. Licinius Macer)
Padre di Gaio Licinio Calvo (v.), fu uno dei principali annalisti dell'età sillana, e insieme ardente campione della democrazia. Tribuno del popolo nel 73 a. C., si batté per la restaurazione della potestà tribunicia; pretore nel 70, ebbe poi il governo di una provincia, della quale il nome non è tramandato, ma che egli, a quanto pare, sfruttò avidamente, sì da essere nel 66 a. C., tratto dinnanzi ai giurati, in forza della lex repetundarum e condannato, essendo pretore M. Tullio Cicerone. Morì poco dopo la condanna.
Fu autore di un'opera dal titolo Annales, della quale non può fissarsi il numero dei libri né i limiti cronologici, ma che fu largamente consultata da Livio e da Dionigi di Alicarnasso, ed esercitò influenza anche su altri autori. In base alle citazioni dirette e sicure di quest'opera (non più di un paio di dozzine), i critici moderni hanno attribuito a lui falsificazioni, suggerite dallo spirito di parte, e hanno considerate come inventate le citazioni, che L. faceva dei libri lintei del tempio di Giunone Moneta e di altri documenti. Ma un esame accurato di tutti i materiali pare suggerire un giudizio più benevolo e far riconoscere che fu uno dei pochi annalisti che fecero ricerche d'archivio e che ebbe felici intuizioni, come quella della derivazione della dittatura romana da quella latina.
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