LICINIO II (Valerius Licinianus Licinius)
Figlio bastardo di Licinio I, che in seguito lo adottò.
Fu legittimato da un rescritto di Costantino. Incerta è la data di nascita che oscilla intorno al 315 d. C. Pare che nel 317 fosse nominato Cesare; nel 319 rivestì il consolato con Costantino, un secondo consolato, conferitogli nel 322 dal padre, non appare nei Fasti. Dopo la caduta del padre, privato della dignità imperiale, pare fosse mandato in Africa, dove nel 336 fu incatenato e messo a lavorare nella tessitoria imperiale di Cartagine e poco più tardi sembra fosse giustiziato.
I documenti sicuri per l'iconografia di L. Il restano le monete, che però ci danno di lui una immagine stilizzata assai simile a quella del padre, con la stessa faccia rotonda, la fronte obliqua, il naso corto, le arcate sopraccigliari angolari.
In una tazza di vetro dorata (Delbrück, Spätantike Kaiserporträts, tav. 45, C) assegnata per i caratteri stilistici all'età costantiniana, la mancanza d'iscrizioni sui personaggi clamidati fece supporre questi assai noti e si pensò ai figli di Costantino; ma è più probabile per l'iconografia che rappresentino Crispo (B), L. II (C), Costantino II e Costanzo Il e che sia del 320 d. C. Si è voluto interpretare una statua acefala del Museo Lateranense, di porfido, con corazza e clamide, che presenta tutte le caratteristiche delle sculture costantiniane, con una immagine di L. II, eretta forse per i suoi decennalia.
Bibl.: O. Seeck, in Pauly-Wissowa, XIII, 1926, cc. 231, s. v., n. 31 b; R. Delbrück, Antike Porphyrwerke, Berlino 1932, p. 123, tav. 60, 5-6; p. 102, tav. 44; id., Spätantike Kaiserporträts, Berlino 1933, p. 132, fig. 35-36, tav. 45 C; H. Cohen, Monn. Emp., 2a ed., Lipsia 1930, p. 212 ss.