LICINIO I (Valerius Licinianus Licinius)
Imperatore romano originario della Nuova Dacia; nacque verso il 250 d. C.
Entrato giovane nell'esercito imperiale, divenne amico di Galerio, col quale, alla morte di Severo, fu nominato Augusto da Diocleziano (308). Più tardi si alleò con Costantino, per divenire padrone dell'Oriente; divenuto questo padrone dell'Occidente ne sposò la sorella Costanza. Aspirando L. al dominio assoluto dell'Impero, congiurò contro Costantino; scoperta la congiura scoppiò il conflitto fra i due Augusti (314). L. sconfitto si accordò con Costantino e così ripresero insieme il consolato nel 315. La pace fu transitoria; nel nuovo conflitto, L. vinto ebbe salva la vita per intercessione di Costanza. Confinato a Tessalonica (325) cospirò coi Goti contro Costantino e fu decapitato.
Le fonti descrivono L. come uomo violento e crudele, nemico della cultura, ma con non comuni doti militari e politiche. L'iconografia sua ci è nota attraverso opere scultoree, gemme, monete.
Delle opere scultoree è interessante un busto in porfido proveniente da Athribis e interpretato erroneamente da alcuno come Massimino Daza o Massimiano. L'imperatore è raffigurato clamidato, con un'espressione cupa, che le rughe del volto, tracciate quasi a schemi geometrici, accentuano. Una testa di marmo, di grandezza maggiore del naturale, conservata al Museo Torlonia, è considerata un'immagine giovanile di Licinio. Cinque testine di porfido sparse in varî musei, ma appartenenti certamente allo stesso altorilievo, da un sarcofago del principio del IV sec. d. C., rappresentano gli imperatori dell'epoca. Nella testina conservata a Ince Blundell Hall, si è voluto riconoscere Licinio.
L. è pure rappresentato in un cammeo, clamidato, sulla quadriga, con la lancia e lo scudo, sul capo ha il diadema. Nelle monete L. è sempre raffigurato con la testa piccola e rotonda, la fronte obliqua, il naso diritto e corto, arcate sopraccigliari angolari. Quest'immagine appare chiaramente una stilizzazione del ritratto dell'imperatore.
Sui medaglioni adrianei dell'Arco di Costantino, la testa dell'imperatore è stata rilavorata nei ritratti di Costantino e di un altro personaggio, nel quale alcuni hanno voluto riconoscere Licinio. I due ritratti, conservati sul lato N dell'arco, non permettono una identificazione sicura, probabilmente in essi è rappresentato Costanzo Cloro, padre di Costantino.
Bibl.: O. Seeck, in Pauly-Wissowa, XIII, 1926, cc. 222-31, s. v., n. 31 a. Per l'iconografia: E. Q. Visconti, Il Museo Torlonia, Roma 1883, n. 391; H. Cohen, Monn. Emp., ia ede., Parigi 1860, VII, n. 62 s., n. 82; id., 2° ed., Lipsia 1930, p. 187 ss.; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, 3; id., Münztafel, VII s., VIII, 4, 7, 8; J. Babelon, Catalogue des camées antiques et modernes de la Bibliothèque nationale, Parigi 1897; J. Strzygowski, Koptische Kunst, Catalogue général des antiquités égyptiennes du Musée du Caire, XII, p. 67, n. 7257, tav. II; id., in Klio, 2, 1902, 222; J. Maurice, Numismatique costantinienne, I, p. 107 s., tavv. 10; III, 197, II, tavv. 8-10, Parigi 1908; id., in Bulletin des antiquaires de France, 1904, p. 212; R. Delbrück, Antike Porträts, tav. 54, fig. 26, Berlino 1912; F. Poulsen, in Röm. Mitt., 1914, p. 65; B. Ashmole, A Catalogue of Ancient Marbles at Ince Blundell Hall, Oxford 1929, n. 385; R. Delbrück, Antike Porphyrwerke, Berlino 1932, p. 92, tav. 38, fig. 35; p. 95, tav. 60, 1-4, tav. 60 a; p. 127; p. 218, tav. 64, tav. 103; id., Spätantike Kaiserporträts, Berlino 1933; H. P. L'Orange, Studien zur Geschichte des spätantiken Porträts, Oslo 1933, cat. n. 14, 15, 69, fig. 129, 130, 131, 132; H. P. L'Orange-A. von Gerkan, Die spätantike Bildschmuck des Konstantinsbogen, Berlino 1939, tav. 45 a-b, tav. 45, c-d; P. E. Arias, La scultura romana, Messina 1943, p. 193-95.