Vedi LICATA dell'anno: 1961 - 1995
LICATA
La città moderna, sulla costa meridionale della Sicilia, corrisponde all'antica Phintias, che sorgeva su una parte del complesso che forma la Montagna di L., antico promontorio Èknomon, ad O delle foci del fiume Salso, l'antico Himera inferiore. Nella seconda metà del VII sec. a. C. Phintias entrò a far parte della zona di influenza dei Rodio-Cretesi in camìnino verso la rocca di Akragas. Con la prima metà del VI sec. diventa unphroùrion di Falaride (Diod., xix, 108, 2), da cui si sviluppa una vera pòlis con il suo santuario. Dalla fondazione del phroùrion, la zona esce dall'influenza geloa e passa sotto quella agrigentina. Verso il 280 a. C. il tiranno di Agrigento, distrutta Gela, vi porta la popolazione e fonda una colonia col suo nome, Phintias. Di quest'ultima fondazione si conoscono tratti di muro di difesa e l'impianto urbanistico a terrazze. Alla stessa fase dovrebbero appartenere le iscrizioni I. G., xiv, 256, 257, 258, 259, se in realtà non fossero false. Del sopravvivere della città nel periodo romano abbiamo altre documentazioni in Cicerone (In Verr., ii,iii, 192) e nell'Itinerario Antonino, p. 91.
Bibl.: J. Schubring, Historisch-geographische Studien über Altsicilien, in Rheinisches Museum, n. s., XXVIII, 1873, pp. 133-139; L. Pareti, Per la storia e la topografia di Gela,in Röm. Mitt., XXV, 1910, pp. 1-26 = Studi siciliani ed italioti, Firenze 1914, pp. 223-226; D. Adamesteanu, Monte Saraceno ed il problema della penetrazione dei Rodio-Cretesi nella Sicilia meridionale, in Arch. Class., VIII, 1957, pp. 141-142; E. De Miro, Agrigento arcaica e la politica di Falaride, in La Parola del Passato, XLIX, 1956, pp. 266-270; D. Adamesteanu, Le iscrizioni false di L. e di Gela, in III Congresso Int. di Geogr. Gr. e Lat., Roma 1959, pp. 425-34.