LICAONE (Λυκάων, Lycāon)
Figlio di Pelasgo e di Melibea o della ninfa Cillene, è il più antico re degli Arcadi. Gli vengono attribuiti cinquanta figliuoli, che sono per lo più eponimi di città in grandissima maggioranza peloponnesiache. Di femmine invece gliene sono attribuite solo due, Dia che Apollo rende madre di Driope, ed Elice o Callisto che a opera di Zeus diviene madre di Arcade e che dopo molte dolorose vicende viene collocata in cielo sotto la forma della costellazione dell'Orsa maggiore. La leggenda più antica di L. fa di lui un saggio principe degli Arcadi, fondatore di Licosura sul monte Liceo, istitutore del culto di Zeus Liceo e delle feste Licee: anche ì figli di lui sono valorosi colonizzatori e fondatori di città; Nictimo, il più anziano, gli succede sul trono arcadico. Anche in questa forma più antica della leggenda però L. si macchia di sangue sacrificando un fanciullo sull'altare di Zeus Liceo, in seguito a che egli viene cambiato in lupo. La leggenda posteriore invece rappresenta o L. o la maggior parte dei figli di lui come empî e crudeli. Zeus vuole constatare di persona le loro colpe e in forma umana si presenta alla casa di L. dov'è in apparenza ospitalmente ricevuto, ma gli si dànno a mensa carni umane; Zeus inorridito respinge e rovescia ia tavola (leggenda escogitata per giustificare il nome del sito, Trapezunte), annienta col fulmine L. e i figli di lui, salvo Nictimo, e manda poi il diluvio di Deucalione. Altre sfumature di questa leggenda seriore parlano di Zeus che si presenta come uomo alla casa di L. e mentre il popolo lo adora, L. e i suoi lo deridono e gl'imbandiscono carni d'un bambino molosso.
Un tempo si propendeva a vedere in L. un nume preellenico che non riuscì a fondersi col posteriore ellenico Zeus e decadde quindi alla condizione di eroe schiacciato dalla nuova divinità: ora si tende invece a considerarlo come il parallelo locale di Zeus o come la personificazione del selvaggio carattere primitivo del sito.