Chiodo, Libro del
. Libro nell'Archivio di Stato di Firenze. Il titolo è veramente, com'è scritto all'interno dell'asse anteriore di legatura, " Libro delle condanne delle famiglie ribelli del Comune di Firenze (dall'anno 1302) al 1378, detto libro del Chiodo ". Il libro contiene, fra le sentenze contro i Bianchi fiorentini, le due condanne di D. (27 gennaio, 10 marzo 1302).
Il codice, in pergamena, è di cm. 45,5 X 33, e comprende gli estremi cronologici 1268-1379. La numerazione del volume è doppia, l'una è a carta e arriva fino al numero 80, l'altra è a facciate, quindi arriva a 160; la scrittura è una minuscola gotica cancelleresca. La legatura è in assi di legno coperti in cuoio, su quello posteriore è infisso un chiodo di cm. 16,5: questo è uno degli esempi nei quali un vistoso elemento esterno, prescindendo dal contenuto, ha dato il nome al volume (all'Archivio fiorentino, oltre al Libro del C. è conservato il " libro della Luna degli Ufficiali di Torre e sui beni dei Ribelli " così denominato per aver dipinta una mezzaluna sul retro.della coperta; e esempi analoghi si hanno in tutti gli Archivi di Stato italiani).
Il volume contiene: sentenze contro i Bianchi del periodo 1302, gennaio 18-luglio 26 (facciate 1-77); ghibellini o sospetti tali, del 1268 (facciate 81-135, bianche le facciate 78-80): riforma di Baldo d'Aguglione del 2 settembre 1311 (facciate 137-149; bianche la 136 e 150); i ghibellini di Signa eleggono certi loro procuratori, 1261 (facciata 151, bianca la 152); elenco di quelli, cittadini di Firenze o abitanti del contado, che furono " cum rege Romanorum " contro il comune fiorentino: si citano i mesi settembre-marzo e trattasi certamente degli anni 1312-1313, quando Enrico VII fu sul territorio fiorentino per operazioni militari contro la città; deliberazioni dei capitani di Parte guelfa in riforma a precedenti provvedimenti del 19 maggio 1379.
Le due condanne di D., come tutti gli atti di quel periodo, sono datate secondo lo stile della natività, calcolo di evidente importazione dei notai della curia del podestà (nel caso specifico Cante dei Gabrielli da Gubbio), mentre a Firenze, com'è noto, è d'uso pressoché assoluto lo stile dell'incarnazione. I documenti riportati nel volume non sono originali, bensì copie del XIV secolo: il Davidsohn (Storia II 857), dal fatto che contiene l'elenco dei ghibellini del 1268, fa nascere il Libro del C. in questo anno, ma è un errore perché anche questo documento è copia del Trecento.
Il Libro del C. è fra i documenti più appariscenti della mostra permanente dell'Archivio di Stato di Firenze: archivisticamente però fa parte dell'Archivio dei capitani di Parte guelfa del periodo repubblicano, nel cui inventario è descritto al numero 46. Altro volume, meno completo del precedente, come questo copia del XIV secolo, scritto anch'esso in minuscolo gotico cancelleresco ma con mano diversa dal precedente, che comunque comprende i documenti relativi alle condanne di D., trovasi al numero 19 del fondo archivistico dei Capitoli, pure conservato nell'Archivio fiorentino.
La parte del Libro del C. relativa ai ghibellini del 1268 è edita dal padre Ildefonso di s. Luigi nelle Delizie (VIII 221 ss.); molte le edizioni dei documenti relativi a D.; le principali sono indicate dal Piattoli nel suo Codice.