Matematico e storico della matematica (Firenze 1803 - Fiesole 1869). Dopo aver insegnato per un solo anno all'univ. di Pisa, dovette rifugiarsi in Francia (1830) per avere partecipato ad agitazioni politiche. Nel periodo della Monarchia di luglio (1830-48), di cui fu acceso sostenitore, fu eletto membro dell'Accademia al posto di A.-M. Legendre (1833), ebbe la cattedra di analisi matematica alla Sorbona, fu nominato segretario della commissione reale per il catalogo dei manoscritti esistenti nelle biblioteche (1840). Poco dopo cominciarono a circolare voci di appropriazione indebita di libri e manoscritti di pubbliche biblioteche: voci che si mutarono in accuse quando (1848) cadde la monarchia. L. dovette rifugiarsi a Londra; due anni più tardi, nonostante le sue difese, fu condannato dal tribunale francese a 10 anni di carcere. L. fu buon matematico (si ricordano i suoi lavori di teoria dei numeri), ma è principalmente noto come storico della matematica. La sua Histoire des sciences mathématiques en Italie (1838-41) è da considerarsi un libro classico: in esso si mette in luce soprattutto la grande scuola algebrica italiana del sec. 16º. I manoscritti da lui posseduti passarono quasi tutti nella collezione di B. Ashburnham e furono poi recuperati dalla Bibliothèque Nationale di Parigi e dalla Medicea Laurenziana di Firenze.