DE LIBERO, Libero
Poeta, nato a Fondi il 10 settembre 1903; diresse nel secondo anteguerra le edizioni di poesia della "Cometa"; collaboratore di varî giornali e riviste, si è anche occupato di arti figurative, e dal 1941 insegna nel Liceo artistico di Roma.
Nelle sue poesie, dove sensazioni e memorie si mutano in favolose vicende di paesaggi e stagioni, e queste in quelle, è evidente l'evoluzione dai modi più rarefatti dell'ermetismo (Solstizio, Roma 1934; Proverbi, ivi 1937; Testa, ivi 1939; Eclisse, ivi 1940; Epigrammi, Milano 1942) verso forme più articolate, dove l'immaginismo analogico e un realismo a fondo paesano, terriero, spesso felicemente si armonizzano in una sentenziosità lirico-epigrammatica (Il libro del forestiero, Roma 1945; Banchetto, Milano 1949; Ascolta la Ciociaria, ivi 1953). Ha anche scritto romanzi e racconti di un allucinato realismo (Amore e morte, Milano 1951; Camera oscura, ivi 1952; Il guanto nero, Venezia 1960).
Bibl.: E. Falqui, in Incontro, 20 giugno 1940; A. Bocelli, in La Nuova Europa, 3 febbraio 1946, e in Il Mondo, 15 giugno 1954; G. Bellonci, in Mercurio, luglio 1946; E. Cecchi, Di giorno in giorno, Milano 1954, pp. 280-83; O. Macrì, Caratteri e figure della poesia italiana contemporanea, Firenze 1956.