LIBERIA (A. T., 109-110-111)
È il più piccolo degli stati indipendenti dell'Africa, e deve il nome alle sue origini e alle prime vicende della sua storia, di cui sarà detto più avanti.
Confini. - Il territorio della Liberia è compreso fra il possedimento inglese di Sierra Leone a NO., la Guinea Francese a NE. e la francese Costa d'Avorio a E.; a SO. è bagnato dall'Oceano Atlantico. I confini della Liberia sono ben definiti, oltre che verso il mare, verso la Sierra Leone (fiume Mano) e verso la Costa d'Avorio (fiume Cavally); ma dal lato interno sono del tutto convenzionali e incerti, perché il governo della repubblica non ha mai potuto affermare ed esercitare in modo definitivo la sua autorità sui paesi dell'interno, e non ha mai saputo tutelare i suoi possessi e diritti di fronte alla politica delle due potenti vicine, bramose entrambe di assorbire parte del retroterra liberiano. Infatti i trattati di frontiera con la Francia (1911, 1915, 1926, 1927) e con l'Inghilterra (1911), si sono sempre risolti per la Liberia in perdite territoriali. In tali condizioni i dati relativi alla sua superficie hanno subito frequenti e notevoli cambiamenti, e non sono neanche oggi del mtto precisi e sicuri. Presentemente si attribuisce al territorio della repubblica una superficie di circa 95.400 kmq.
Esplorazione e storia. - La storia della scoperta e della colonizzazione della zona costiera della Liberia, detta già Costa dei Grani, Costa del Pepe, si confonde con quella dell'Alta Guinea. Nell'età d'oro dell'esplorazione africana (sec. XIX), il territorio della Liberia non richiamò l'attenzione dei grandi esploratori dell'Africa occidentale, e solo B. Anderson ne percorse il lembo più occidentale. Più recentemente, invece, diverse missioni e spedizioni hanno percorso parzialmente il territorio della Liberia. Ricordiamo a tal proposito gli esploratori della difficile regione del Rio Cavally, la missione Richard per la determinazione della frontiera franco-liberiana, i viaggi e gli studî di Büttihöfer, Delafosse, D'Oilone, Westermann, Johnson, ecc., e per ultimo l'escursione di sir A. Sharpe nell'interno dei paesi Mandingo e la Haward African Expedition, diretta da H. Strong. Tuttavia fino ad ora non possediamo un'adeguata conoscenza se non della zona costiera e dei paesi situati in prossimità dei maggiori corsi d'acqua.
La regione acquistò una notevole importanza quando sorse in America la Colonization Society, con lo scopo di ristabilire nel continente d'origine i numerosi schiavi negri, liberati dalla servitù, ma non desiderati come cittadini dei liberi stati settentrionali degli Stati Uniti (1821).
Un primo nucleo di negri affrancati, sia che fossero nati in Africa, sia che fossero nati in America, venne trasportato sulle coste della regione presso il capo Mesurado sotto gli auspici della società, che fornì loro passaggio gratuito, viveri e mezzi di sussistenza, nonché armi per combattere gl'indigeni, i quali tentarono di opporsi ai nuovi venuti, ignorandone le pacifiche intenzioni (1822). Il paese ebbe poco dopo (ad opera di un pastore protestante, R. R. Gurley, nel 1827) il nome di Liberia, e il primo stanziamento ebbe, in onore di J. Monroe, il nome di Monrovia che il senato americano ratificò.
A poco a poco altri nuclei di negri, o spontaneamente, o per impulso delle società, vennero a stabilirsi lungo le coste, tra cui una notevole schiera proveniente dal Maryland, che si stabilì nel territorio presso il Capo Palmas battezzandolo col nome del paese di origine. Il paese era dipendente da un governatore che la società nominava e che fungeva anche da comandante delle spedizioni che i nuovi venuti dovevano continuamente condurre contro gl'indigeni, i quali, uscendo dalle loro vastissime e quasi impenetrabili foreste, assalivano i coloni e rendevano loro difficile l'esistenza.
Nel 1847, obbedendo a un ordine ricevuto dalla società fondatrice, il governatore Joseph Roberts proclamò l'indipendenza della colonia, che fu ufficialmente riconosciuta dalla maggior parte degli stati europei, e specialmente da quelli che possedevano colonie vicine, l'Inghilterra e la Francia. Il Roberts proclamò Monrovia capitale del nuovo stato, che ebbe forma repubblicana e una costituzione modellata su quella del paese d'origine. Si trattava però d'imporre le forme costituzionali, la religione protestante, l'uso della lingua inglese anche agl'indigeni; ma qui sorsero gravi ostacoli, accresciuti dalle competizioni politiche dei nuovi coloni, divisi in partiti. Il primo presidente fu il Roberts, al quale si deve se cessò quasi interamente il commercio segreto degli schiavi, fomentato dai negrieri europei. La repubblica ebbe periodi di floridezza e periodi di pericolosa decadenza dovuti ai torbidi interni e alle contese per i confini; l'intervento amichevole degli Stati Uniti salvò più volte dalla rovina finanziaria lo stato.
Morfologia. - Possiamo dividere il suolo della Liberia in tre zone pressappoco parallele: la bassa litoranea, ormai ben nota e acquisita alla civiltà; il ripiano intermedio, abbastanza conosciuto nelle linee generali, e l'altipiano interno, per la maggior parte poco o punto noto. La costa della Liberia, designata nei primordî della ricognizione e colonizzazione europea, come si è detto, col nome di Costa dei Grani o del Pepe, la famosa "Malaguette" dei mercanti francesi del sec. XIV, si sviluppa per circa 600 km. dalla foce del Mano a quella del Cavally. Essa si presenta generalmente bassa, uniforme, interrotta da aggetti elevati e rocciosi, che formano talora veri e proprî capi o promontorî, e dalle foci dei piccoli, ma numerosi corsi d'acqua. Sull'orlo settentrionale di questi promontorî si trovano i migliori approdi e ancoraggi della Liberia. I più sporgenti ed eminenti di tali aggetti sono pertanto i capi Mount, Mesurado e Palmas. Assai minore importanza, dal punto di vista della navigazione, presentano le foci dei corsi d'acqua, più o meno ostruiti dalle barre. La risacca, i tornados, così frequenti nel periodo di transizione fra la stagione asciutta e quella umida, le leggiere nebbie mattutine rendono la navigazione non molto libera e agevole, specie lungo la sezione orientale della costa liberiana. L'unica isola di qualche importanza è quella della Perseveranza, di fronte a Monrovia. Subito dietro alla cimosa costiera si estende una striscia di terreno depresso, palustre, profondo dai 10 ai 20 km., assai calda e malsana. Nella cimosa e nella bassa costiera prevalgono naturalmente le formazioni del Terziario marino e alluviali.
A 10-20 km. dalla costa il suolo della Liberia comincia gradatamente a salire fino alla vasta soglia dell'Alta Guinea, nella quale, per quanto si sa o si può arguire, prevalgono in modo assoluto i caratteristici terreni arcaici di sottostruttura (gneiss, scisti cristallini, graniti, ecc.) più o meno metamorfizzati (lateriti). Solo nella zona più accidentata, fra il fiume Mano e il St Paul, si trovano vaste formazioni dell'epoca primaria (micascisti, quarziti, arenarie). La zona intermedia è costituita da un ripiano collinoso di modesta altezza, su cui si sollevano, qua e là, rilievi di maggior mole. La zona più interna del territorio fa parte integrante della gran soglia dell'Alta Guinea, ed è perciò costituita da un vero e proprio altipiano, superiore in media ai 500 m., in genere pianeggiante o appena ondulato, qua e là interrotto da più o meno larghe ed elevate groppe montuose. Non lontano dal confine interno della Liberia si innalzano il M. Daro, il M. Nimba e il M. Druple, che, insieme con le cime del Futa Gialon, costituiscono le massime elevazioni del tavolato alto-guineese; sembra che anche in territorio liberiano alcune montagne raggiungano i 1500 m.
Clima. - La Liberia è situata quasi per intero nella zona guineese e di questa ha, naturalmente, tutte le più spiccate caratteristiche climatiche: temperature non assolutamente eccessive e distribuite con grande uniformità nel corso del giorno e dell'anno, piogge copiosissime per otto o nove mesi dell'anno; predominio di venti del terzo quadrante, onde risulta un clima caldo-umido, pesante, poco sano specialmente per i bianchi. Più particolarmente la temperatura media oscilla fra i 27° del mese più caldo e i 25° del mese meno caldo. Nella stagione più calda, che è quella secca, corrispondente al nostro inverno, la temperatura all'ombra oscilla fra 24° e 32°. La bassa costiera è uniformemente calda e afosa: nella zona intermedia le mattinate sono relativamente fresche. Per quello che riguarda le precipitazioni, la Liberia è una delle regioni più piovose dell'Africa occidentale. Essa infatti riceve dai 3000 ai 4000 mm. di pioggia all'anno; la quantità decresce in genere da O. a E. Le piogge sono distribuite in un lungo periodo di circa 8 mesi, aprile-novembre; in esso è talora intercalato un periodo meno piovoso corrispondente all'autunno. Le massime precipitazioni si hanno nel cuore dell'estate, quando la pioggia cade a diluvio, accompagnata da violente burrasche. L'unica stagione effettivamente asciutta è quella che va dal dicembre ai primi di aprile, durante la quale, e più specialmente nel dicembre e nel gennaio, spira sulla Liberia l'"harmattan", vento del NE. che, nelle ore della notte, mitiga assai la caldura della stagione secca. I passaggi dalla stagione piovosa a quella asciutta e viceversa sono caratterizzati da frequenti e violenti tornados. Lo stato igrometrico dell'aria è però sempre molto umido, e anche nella stagione asciutta si formano nebbie notturne e mattutine, e il cielo è spesso coperto. Quello che abbiamo accennato fin qui vale, come abbiamo già avvertito, più che altro per la zona fino a 120-130 km. dal mare: nella zona, più interna, verso i confini con la Guinea Francese e con la Costa d'Avorio, è assai probabile che le condizioni climatiche siano alquanto diverse. Risulta infatti dalle notizie che abbiamo, soprattutto per l'altipiano dei Mandingo, che la temperatura è più varia, più mite anche nella stagione asciutta, e che le piogge sono meno copiose e distribuite in una sola e più breve stagione.
Idrografia. - In conformità alla struttura del paese e alla quantità e al regime delle piogge, la Liberia ha corsi d'acqua relativamente brevi, ma numerosi, copiosi e costanti. Essi nascono quasi tutti nella zona di confine con la Guinea francese e la Costa d'Avorio e scendono dritti, rapidi, in valli dapprima anguste e profonde, poi più ampie e aperte, interrotti da rapide e cateratte, al passaggio dall'altipiano interno al ripiano interno e da questo alla bassa litoranea, nella quale si fanno più calmi, larghi e profondi, spagliando però nel colmo della stagione piovosa e impaludando dappertutto il suolo per la massima parte dell'anno. La loro bocca è quasi sempre poco accessibile a causa della barra di foce. I fiumi della Liberia hanno un lungo periodo di piena corrispondente e susseguente all'epoca delle grandi piogge, ma, come in tutti i corsi d'acqua della zona equatoriale, la differenza fra la massima e minima portata non è mai molto forte. Quantunque la loro foce non sia libera e il loro corso sia frequentemente interrotto da rapide e da cateratte, i fiumi rappresentano ancora le uniche vie di comunicazione in un paese dove le ferrovie mancano del tutto e le strade ordinarie si limitano alla zona litoranea. Essi infatti sono in maggioranza navigabili, almeno a tratti e per canotti e battelli di piccola portata, nel corso inferiore e anche medio: nel corso superiore sono attraversati da piccoli ponti sospesi o galleggianti costruiti dagl'indigeni con le liane o con tronchi d'albero.
I più notevoli fiumi della Liberia sono pertanto: il Mano, il Saint Paul, il Saint John, il Cestos, il Sanguin, il Sinoe e il Cavally. Il Mano forma per circa due terzi del suo corso il confine fra la Liberia e Sierra Leone. Il Saint Paul nasce sull'altipiano dei Mandingo e scorre interamente nel territorio della repubblica: esso è navigabile per qualche diecina di chilometri dalla foce. Il Sanguin e il Sinoe nascono in una regione pressoché inesplorata. Del Rio Cavally, ben noto per l'avventurosa storia della sua esplorazione, non spettano alla Liberia altro che la riva destra, nel tratto in cui segna il confine con la Costa d'Avorio, e il suo affluente Doubé: l'alto suo corso si svolge nel territorio della Costa d'Avorio e le sue sorgive si trovano forse in quello della Guinea Francese.
Vegetazione e flora. - Il paesaggio della Liberia, assai vario per le forme, non è tale per il rivestimento vegetale, perché vi impera la giungla, la quale prorompe quasi ovunque con tale esuberanza, da rendere difficile e laboriosa la piantagione e malagevole il cammino delle carovane. La bassa costiera è il regno dei manghi, che lasciano però spazio a erbai e coccheti. Ma a pochi chilometri dalla costa comincia la foresta equatoriale, che copre quasi tutto il paese addensandosi lungo il corso dei fiumi. Solo nelle parti più interne ed elevate (altipiano dei Mandingo) sembra che la foresta lasci il posto alla boscaglia e alla savana arborata.
Le essenze della giungla liberiana sono quelle comuni a tutta la Guinea: palme, piante da ebanisteria, come l'acajou, da costruzione, come i paletuvieri, da caucciù, ecc. Fra le piante utili e coltivabili, oltre alla palma oleifera, al cocco e ai manghi, notiamo: il caffè, del quale una specie (Coffea liberica) è originaria di qui e che cresce così bene da formare veri e proprî alberi e boschetti, il pepe, la cola, la canna da zucchero, il cacao, la piassava, la manioca, l'indaco, lo strofanto; inoltre il mais, il riso, e, tra le piante da frutta, il banano, l'ananas, la papaia, ecc.
Fauna. - La Liberia ha una fauna a carattere equatoriale con elementi proprî della sottoregione occidentale della grande regione etiopica. Fra i Primati la Liberia annovera lo cimpanzè, essendo compresa nell'area di distribuzione di questa specie, il cercocebo dal collare e varie altre specie del genere, il babuino. Tra le Proscimmie, il galago. Varî volitanti abitano in Liberia e numerosi sono gl'insettivori. I Carnivori annoverano molte specie, tra le quali citeremo alcuni gatti d'Africa, il serval, il linsang, alcune viverre, oltre al leone e al leopardo diffusi in tutta l'Africa. Fra i rosicanti citeremo varî scoiattoli africani, varî topi. Fra gli artiodattili sono da notare l'ippopotamo della Liberia, più piccolo dell'ippopotamo anfibio, varî potamocheri, antilopi, gazzelle e, fra i perissodattili, la zebra. I proboscidati vi sono rappresentati dall'elefante africano. Varî pangolini, formichieri fra gli sdentati e il lamantino del Senegal fra i Sirenidi vivono in Liberia. Assai ricca è l'avifauna con numerosissime forme di uccelli proprie dell'Africa occidentale o comuni a tutta la regione etiopica. Parimenti ricca è la fauna preetologica con molte specie di sauri e ofidî. Ben rappresentati gli Anfibî e i pesci d'acqua dolce. Noteremo la presenza di una specie di dipnoi (Protopterus) diffusa in tutta l'Africa tropicale.
Ricchissimo è il mondo degl'Invertebrati con una lussureggiante fauna entomologica, malacologica, ecc.
Miniere e pesca. - Il sottosuolo contiene, a esperienza degli indigeni e a giudizio dei viaggiatori, ferro, rame, carbone, bitume, diamanti, oro. La pesca è attiva e redditizia lungo la costa, dove è esercitata specialmente dai Kru.
Popolazione. - La popolazione della Liberia è composta da negri di origine americana (cittadini), da negri importati dopo la costituzione della repubblica (inciviliti) e dalle numerose e varie tribù autoctone o venute dal Sudan.
Nella porzione settentrionale dello stato, fra i fiumi Mano e St Paul, sono stabilite alcune tribù Mandingo, maomettane, costituite da attivi agricoltori e allevatori: presso la costa, le tribù Bassa e Grobo sono state in parte convertite al cristianesimo. La massa della popolazione indigena, però, è ancora pagana e mantiene la cultura tipica della Bassa Guinea: abitazione a pianta rettangolare di foglie di palma, alimentazione quasi esclusivamente vegetale, vesti sommarie, monili di ferro, cicatrici ornamentali sul corpo.
La lingua ufficiale della repubblica è l'inglese, ma l'inglese parlato comunemente lungo la costa è quanto mai ibrido. Delle lingue indigene, numerose e varie, le più importanti sono il mandingo, il nai e il kru. I Wai anzi posseggono un vero e proprio alfabeto e una scrittura sillabica, che non sembrano avere alcun rapporto con quelli in uso anticamente e oggi nell'Africa occidentale.
La Liberia ha una popolazione valutata intorno a 1.500.000 abitanti, ma si tratta di dati molto approssimativi e poco attendibili. I negri di origine americana, i "cittadini", sono 20.000; i "civilizzati" sono circa 60.000; i bianchi solo 250, funzionarî e agenti consolari, missionarî e commercianti più che altro anglo-sassoni. Però le condizioni demografiche del paese, per le malattie endemiche comuni a tutta la Guinea, per il basso tono di vita degl'indigeni, per la poca cura e previdenza del governo, sono tutt' altro che buone, e la mortalità supera la natalità.
Ordinamento politico. - La repubblica di Liberia ha una costituzione sul tipo di quella degli Stati Uniti. Il potere legislativo è esercitato da un Congresso formato da due camere: il senato, composto di dieci membri eletti per sei anni; la camera dei rappresentanti, composta di 22 membri eletti per 4 anni. Il potere esecutivo spetta a un presidente eletto per 4 anni. Sono elettori i negri proprietarî, eleggibili i "cittadini" a 25 annì di età. Secondo la costituzione i soli negri possono diventare cittadini della repubblica. Il territorio è diviso in 9 contee, amministrate da ispettori, suddivise in distretti amministrati da commissarî. Il territorio di Monrovia è distretto federale.
La capitale della repubblica di Liberia è Monrovia (6000 ab.). Altri centri notevoli, capoluoghi di contea, porti, mercati, sono Robertsport, Marschall, Grand Bassa, River Cess, Linoe Grand Sesters, Haper, tutte piccole, moderne cittadine di tipo coloniale anglo-sassone, fondate presso promontorî o foci meglio accessibili di fiumi, nella prima metà del secolo scorso. Le origini e la costituzione dello stato liberiano non debbono trarre in inganno o illudere sulle vere condizioni politiche e civili della repubblica. Libertà e democrazia sono quivi due parole che non corrispondono a nulla di reale nella vita pratica del paese. Gli unici padroni della repubblica sono infatti i 20.000 "cittadini"; gl'indigeni sono considerati e trattati come razza inferiore; ai bianchi non è concessa per nessuna ragione la cittadinanza; la schiavitù è abolita solo di nome, poiché i piantatori pagano ai capi indigeni una data somma per i negri che essi fanno lavorare nelle concessioni. Di fatto il governo e i cittadini poco o punto si occupano dell'igiene, dell'istruzione, dei lavori e delle opere di pubblica utilità. La vita economica del paese è tutta in mano degli stranieri, più specialmente Americani e Inglesi.
Le entrate della repubblica di Liberia, costituite in gran parte dai dazî doganali, sono costantemente inferiori alle spese: nell'esercizio 1930-31 le entrate ammontavano a 482.029 dollari americani contro 1.000.665 dollari di spese. In seguito ad accordi intervenuti con la Finance Corporation of America nel 1927, le finanze della Liberia furono poste sotto il controllo di funzionarî americani e fu lanciato sul mercato americano un prestito (sottoscritto per oltre 2 milioni di dollari) per estinguere il precedente prestito contratto nel 1912 soprattutto con la Gran Bretagna.
Le monete prevalentemente usate sono quelle inglesi; egualmente in moneta inglese si redigono in genere i conti commerciali; i bilanci e altri conti ufficiali sono invece in dollari americani e le monete liberiane sono rapportate al dollaro. Nel 1930 la Bank of British West Africa è stata ritirata dalla Liberia e la Firestone Plantations Company ha istituito a Monrovia una nuova banca: United States Trading Company (Banking Department).
In conseguenza della loro origine, gli Americo-Liberiani sono cristiani: battisti, presbiteriani, metodisti, episcopali, protestanti episcopali (anglicani). Queste ultime due sette hanno un vescovo. La Chiesa cattolica ha istituito fin dal 1903 la prefettura apostolica della Liberia, con residenza a Monrovia. Mentre i cristiani si calcolano in circa 40.000, vi sono circa 300.000 musulmani.
Bibl.: H. H. Johnston, Liberia: The Negro Republic in West Africa, Londra 1906; L. Jore, La République de Libéria, Parigi 1912; R. C. F. Maugham, The Republic of Liberia, Londra 1920; R. E. Durrant, Liberia: a Report, Londra 1925; J. L. Sibley e D. Westermann, Liberia old and new, Londra 1928; S. de la Rue, The Land of the Pepper Bird: Liberia, Londra 1930; R. P. Strong, The African Republic of Liberia and the Belgian Congo, Cambridge 1930; C. Christy, Liberia in 1930, in Geogr. Journal, giugno 1931.