LIBERA
Divinità romana che veniva festeggiata insieme a Liber-Pater (v.) il 17 marzo dell'antico calendario romano, durante le feste Liberalia (C.I.L., 12, p. 312). Secondo Varrone (citato in S. August., De civit. Dei, vii, 23), le due divinità nell'antica religione latina soprintendevano alle funzioni della semina rispettivamente come elemento maschile e elemento femminile. E una coppia formata, secondo l'espressione di J. Bayet, per duplicazione della funzione.
Più tardi L. fu il terzo personaggio della triade in onore della quale, secondo la tradizione, fu elevato un tempio agli inizi del V sec. a. C. vicino al Circo Massimo. Essa fu identificata con Kore, alla stessa maniera che Cerere lo fu con Demetra e Liber fu identificato con Dioniso. Probabilmente a quest'epoca risalgono le prime figurazioni antropomorfiche di questa dea secondo modelli ellenici. L. resta unita a Liber e, insieme a lui, subordinata a Cerere. Essa subisce lo stesso declino della triade e la sua personalità, poco pronunziata, sbiadisce davanti a Proserpina. Tuttavia essa non scomparve del tutto; in epoca imperiale il suo nome apparve su numerosi documenti epigrafici, a volte solo, più spesso dietro quello di Liber, del quale essa sembra la sposa. In Italia, dove, secondo Columella (vii, 18), le si offrivano, insieme a Liber, sacrifici al tempo della vendemmia, abbiamo un solo documento epigrafico (C. I. L., xi, 4513). Nelle province, le dediche a Liber ed a L. sono numerose, da una parte nelle regioni balcaniche e danubiane, dall'altra in Africa. In Macedonia, a Filippi, in Dacia, in Mesia, in Pannonia ed in Dalmazia, Liber e L. sono stati assimilati a divinità indigene, ma sono raffigurati sotto i tratti di Dioniso e Arianna a Nasso, su rilievi o sculture, copie provinciali di modelli greco-romani. Le iscrizioni non lasciano adito ad alcun dubbio. Ovidio (Fasti, iii, 512) dava già il nome di L. a Arianna, ed è possibile che questa tradizione si ritrovi già in un'epoca più antica sui frontoni di templi italici. Questo gruppo semidivino, che appare su più mosaici africani, era raffigurato con l'iconografia sotto la quale Liber e L. figuravano nel tempio di Auzia restaurato nel 235 (C.I.L., viii, 9016) ed in quello di Cuicul, dove documenti epigrafici recentemente scoperti hanno dimostrato la vitalità del loro culto.
Bibl.: Per le origini e la triade: H. Le Bonniec, Le culte de Cérès à Rome des origines à la fin de la République, Parigi 1958. Per il culto a Filippi: P. Collart, Philippes, ville de Macédoine, Parigi 1937, p. 414 ss.; in Dacia: M. Rostovzeff, Isvestia della Commissione Archeologica russa, fasc. 40, 1911; C. Daicoviciu, Annarul Univ. din Clui, 1928-32. Per l'Africa e specialmente Cuicul: J. Carcopino, in Libyca, II, 1954, pp. 419-433.