LIANE (probabilm. dal fr. lier "legare"; fr. lianes; sp. lianas, bejucos; ted. Lianen; ingl. lianas, lianes)
Con questo nome si indicano quelle piante sarmentose il cui fusto, pur essendo legnoso, è tanto lungo e sottile che non può mantenersi eretto se non appoggiandosi in varie guise agli alberi fra i quali vivono, sia attorcigliandosi attorno a essi a guisa di corde, sia abbarbicandovisi per mezzo di radici avventizie, sia, infine, aggrappandosi con speciali organi di attacco (uncini, viticci, ventose, ecc.).
Le tipiche liane sono piante megaterme, che hanno cioè bisogno di grande calore e di molta umidità; perciò abbondano nelle regioni tropicali, dove se ne conoscono circa duemila specie appartenenti alle famiglie vegetali più svariate. Non mancano tuttavia neanche nei climi temperati, sia pure con un numero assai minore di specie (circa duecento), e in Italia, ad esempio, sono rappresentate dalla vite selvatica, dal caprifoglio o madreselva, dalla vitalba, dall'edera e dalle stesse rose e rovi delle siepi. Mancano invece del tutto nelle regioni fredde, sia per latitudine sia per altitudine, anche perché non vi troverebbero le piante arboree a esse indispensabili per appoggiarsi, e per questo mancano altresì nelle steppe e nei deserti.
Le liane tropicali sono più numerose (circa il doppio) in America che non nella zona corrispondente del vecchio continente; e pur avendo, come carattere comune a tutte, il bisogno d'un sostegno a cui attaccarsi per sollevarsi in alto, presentano un portamento proprio a ciascuna. Alcune somigliano a nastri ondulati, altre si contorcono in forma di lunghe eliche, pendono in ampî festoni, serpeggiano fra gli alberi slanciandosi dall'uno all'altro imprimendo una caratteristica speciale di bellezza pittorica alle foreste vergini, ch'esse rendono impenetrabili con i loro intricati grovigli, dove è difficile distinguere a quali fusti appartengono realmente le foglie, i fiori, i frutti.
Le bizzarre forme esteriori che presentano i fusti delle liane, a nastro, a cavaturaccioli, a spigoli alati, ecc., sono conseguenza della loro speciale struttura interna, che è anomala, soprattutto per ciò che riguarda il loro corpo legnoso. Infatti, mentre il legno negli ordinarî fusti cilindrici degli alberi e arbusti forma un unico corpo cilindrico, compatto, che occupa la maggior parte dell'asse del fusto, nelle liane invece è una massa laminare o, se pure è cilindrico, presenta alla periferia numerose sporgenze laminari o, più spesso ancora, è frazionato in molteplici cordoni più o meno paralleli tra loro, ciò che rende il fusto più flessibile e duttile. La torsione a elica dei fusti laminari di molte liane aumenta indubbiamente la loro resistenza alla trazione, il che è d'importanza capitale in tutti quei casi in cui i sostegni sono fatti da alberi o arbusti in via d'accrescimento e sono inevitabili gli stiramenti delle liane avvolte intorno a essi.
Molte liane sono distinte, nei loro paesi d'origine, con soprannomi che alludono a caratteri di forma, di qualità speciali, di somiglianza con oggetti noti: liana serpentina, liana amara, liana da sciroppo, liana unghie di gatto, ecc.
Come si è già accennato, le liane appartengono con maggiore o minore frequenza a svariate famiglie soprattutto di piante Dicotiledoni, tra cui alcune (ad es., Bignoniacee, Papilionacee, Menispermacee, Sapindacee) sono particolarmente ricche delle forme più caratteristiche.
Bibl.: H. Schenck, Beiträge zur Biologie und Anatomie der Lianen, Jena 1893; A. Pistone, Le liane del genere Solandra, in Contrib. alla Biologia veget. di A. Borzi, Palermo 1894.