Poeta latino (secc. 2º-1º a. C.). Si ritiene da alcuni che si chiamasse Levio Melisso. Fu dell'ambiente di Q. Lutazio Catulo, console nel 102 a. C., che accoglieva la cultura greca, specialmente nelle forme della poesia erotica ellenistica. Ma la poesia di L. non si limitava alla forma dell'epigramma, aveva carattere narrativo e dovette avere influsso non trascurabile sui poetae novi, anche se poi il ricordo di L. si offuscò nel rigoglio dell'elegia latina. Ma nel periodo arcaizzante posteriore fu di nuovo ricordato e i grammatici Gellio, Carisio e altri ci hanno conservato frammenti della sua opera poetica: Erotopaegnia ("Scherzi d'amore") in 6 libri, in cui L. faceva sfoggio di erudizione mitologica e dei più svariati metri, con stile pieno di arcaismi e di composti arditi.