LEVIATAN
. È nella Bibbia il nome d'un animale, talvolta immaginario, tal'altra reale.
Nel testo ebraico il vocabolo appare 6 volte, ed è liwyāthān, che, derivando dalla radice lwh, viene ad avere circa il senso di "tortuoso, attorcigliato". La Vulgata latina trascrive con leviathan in Giobbe, III, 8; XL, 20, Isaia, XXVII,1, mentre altrove traduce con draco: come fanno anche i Settanta (sempre δράκων, salvo in Giobbe, III, 8).
Sotto forma di un tortuoso serpente è immaginato in Isaia, XXVII, 1; nel Salmo, CIV (Vulg., CIII), 26, l'animale è presentato come dimorante nelle grandi acque. D'altra parte, nella lunga descrizione che si fa dell'animale in Giobbe, XL, 25 (ebr.) segg., e che è messa di seguito a quella del beemot (v.), i commentatori moderni concordemente scorgono delineato il coccodrillo, quantunque con tratti alquanto esagerati e di tipo popolare. Tra queste due concezioni estreme si possono fissare quelle intermedie, accennate in Salmo, LXXIV, 14 (ove l'animale è simbolo della potenza dei faraoni d'Egitto), e in Giobbe, III, 8.
Si è quindi concluso che l'accezione del vocabolo variasse col tempo. Da principio esso designava un mostro primordiale a forma di serpente, affine al Tiāmat della cosmogonia babilonese; da questa concezione derivarono altre più o meno diverse, fino a che l'antico vocabolo, dal significato pauroso, fu applicato a designare l'animale sommamente pauroso per gli Ebrei, il coccodrillo.
Concezioni mitiche del leviatan, accoppiato col beemot, si trovano anche negli apocrifi: Enoch (etiopico), LX, 7-9; IV Esdra, VI, 49-52.
Il nome del mostro è simbolo dello stato nel titolo della celebre opera di Th. Hobbes.