LEUCIPPO
. Pensatore greco del secolo V a. C., fondatore della scuola atomistica. Nella tradizione è designato come milesio, eleata e abderita, ma non è possibile decidere circa la verità di tali dati, giacché le due prime indicazioni possono riferirsi solo alle dipendenze ideali di L. dalle scuole milesia ed eleatica, e l'ultima al fatto ch'egli fu maestro di Democrito d'Abdera. E solo in funzione di questo rapporto è determinabile lasua datazione, quindi assai incerta: manca infatti ogni documento esplicito circa la sua personalità e dottrina, essendo stata questa così pienamente assorbita dal più vasto sistema democriteo, che già nella scuola epicurea si metteva in dubbio che L. fosse mai esistito. Questa tesi del resto è stata difesa anche in età moderna, specialmente dal Rohde, seguito da altri nonostante la confutazione del Diels. Il Tannéry pensò addirittura che Leucippo fosse uno pseudonimo gíovanile di Democrito. Più probabile (Stenzel) è che l'opera filosofica di Leucippo sia stata assorbita dal Corpus Democriteum per la migliore forma letteraria degli scritti dello scolaro, preparati per la pubblicazione, rispetto a quella delle opere del maestro, destinate alla lettura e alla discussione nella scuola. Anche senza pensare, dunque, che l'insegnamento di Leucippo fosse stato soltanto orale, e che il suo contenuto avesse quindi trovato sistemazione nell'opera democritea a un dipresso come il verbo socratico nell'opera platonica, si può presupporre che la sorte degli scritti leucippei, soverchiati nella tradizione da quelli dello scolaro, fosse analoga a quella che fece lungo tempo preferire gli scritti essoterici; di Aristotele ai suoi trattati dottrinali, destinati alle lezioni e alle discussioni. Secondo la più generale congettura del Diels, già nel sec. IV a. C. gli scritti degli antichi abderiti furono raccolti, senza particolari indicazioni d'autore, in una silloge designata a potiori come Corpus Democriteum; e solo Aristotele e Teofrasto, che durante il loro soggiorno ad Asso e in Macedonia sembra venissero in contatto con la scuola d'Abdera, poterono distinguere, come talora fecero, le opere di L. da quelle di Democrito. In base a tali scarsi accenni è congetturabile l'appartenenza a L. del Μέγας διάκοσμος e del Περὶ νοῦ, del quale Aezio ha conservato un frammento asserente l'assoluta determinazione causale dell'universo.
Per le testimonianze antiche circa L., v. H. Diels, Die Fragmente d. Vorsokratiker, II. 4ª ed., Berlino 1922, pp. 1-10.
Bibl.: E. Rohde, Über L. und Demokritos, in Verhandlungen der 34. Philologenversammlung in Trier, Lipsia 1881, pp. 64-89, e in Kleine Schriften, I Tubinga 1901, pp. 205-45 (contro l'esistenza di L.); H. Diels, in Verhandlungen der 35. Philologenvers. in Stettin, pp. 96-109 (contro Rohde, che replicò in Jahrb. für Philologie und Pädagogik, CXXIII, 1881, pp. 741-48; cfr. Kleine Schriften, I, pp. 245-55). Lo stato attuale della questione è chiaramente esposto da J. Stenzel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XII, coll. 2266-77, da vedere anche per l'ulteriore bibliografia, per cui cfr. Ueberweg-Praechter, Grundriss der Geschichte der Philosophie, I, 12ª ed., Berlino 1926, p. 50*.