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letiziare

di Andrea Mariani - Enciclopedia Dantesca (1970)
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letiziare

Andrea Mariani

Due attestazioni nel Paradiso, sempre come intransitivo. In III 54 gli affetti delle anime beate letizian, cioè " gioiscono ", " sono lieti ", formati dell'ordine dello Spirito Santo, ossia in quanto s'informano a ciò che lo Spirito Santo, ovvero Iddio, dispone; nella nota del Palmieri (Commento alla D.C., Prato 1896-99) abbiamo un'interpretazione incisiva, che coglie il valore sintetico del verso letizian del suo ordine formati: " si appagano lieti di quell'ordine ". In IX 70 Per letiziar là sù fulgor s'acquista, / sì come riso qui, l'uso del verbo oscilla fra un valore causale (" Propter laetitiari, idest laetari ", Serravalle; il Buti legge Per letizia, e spiega: " ecco la cagione dello splendore, cioè la letizia "), e un valore finale (" per mostrare letizia ", " per manifestare l'interna gioia ") senza che si possa determinarlo con più precisione.

Vocabolario
letiziare
letiziare v. tr. e intr. [der. di letizia] (io letìzio, ecc.), raro. – 1. tr. Rendere lieto, riempire di letizia: mi letiziava con la sua voce (spesso iron.). 2. intr. (aus. avere) Avere letizia, gioire: Per letiziar là sù fulgor s’acquista...
letìzia
letizia letìzia s. f. [dal lat. laetitia, der. di laetus «lieto»]. – Sentimento di gioia intima e serena: provare viva l., una soave, un’indicibile l.; avere l’animo pieno di l.; dare, arrecare l.; essere, vivere in l.; servire il Signore...
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