LESTRIGONI (Λαιστρύγονες)
Popolo di giganti antropofagi dimorante in un'isola alla quale approda Ulisse (Od., x).
Alcuni compagni dell'eroe, mandati in perlustrazione, si imbattono nella figlia del re Antifate che va alla fonte e li accompagna alla reggia. Qui essi scoprono un popolo di giganti che dimostra loro aperta ostilità: il re infatti divora uno dei compagni mentre il popolo si precipita presso la riva dove assalta le navi straniere. Solo la nave di Ulisse riesce a sfuggire con l'eroe ed il suo equipaggio.
Questa narrazione dell'Odissea è stata illustrata in una serie di affreschi rinvenuti in una casa romana, alle pendici dell'Esquilino (presso l'odierna via Cavour), scavata nel 1840.
Il primo quadro raffigura l'incontro dei compagni di Ulisse, che le iscrizioni identificano come Antiochos, Anchialos ed Eurybates, con la figlia del re che va alla fonte; nel secondo quadro è il re Antiphates che chiama a raccolta il suo popolo che svelle alberi, rotola massi e si dirige verso i nuovi venuti: sul monte si vedono le case dei L.; nel terzo quadro è raffigurata la lotta e l'incendio delle navi; il quarto presenta la fuga di Ulisse.
Tutte queste scene si svolgono in un vasto e grandioso scenario di paesaggio, vario e ricco di visioni montuose, coste frastagliate, distese marine che danno nettamente il senso della evocazione mitologica; le figure non hanno una loro esatta caratterizzazione. Le scene sono divise da pilastri dietro i quali il fregio si svolge continuo alla maniera del secondo stile.
Il contenuto, le varie personificazioni (῾Ακταί, gli scogli; Κρήνη la fonte; Νομαί, i pascoli), la designazione dei personaggi con nomi e caratteri greci ci fanno ritenere queste pitture copie di originali ellenistici. Esse appartengono a quella classe di opere che Vitruvio (vii, 5, 2) definisce Ulixi errationes per topia, alla moda nel periodo tardo-ellenistico.
La datazione delle pitture è oscillante attorno alla metà del I sec. a. C.
Bibl.: Meuli, in Pauly-Wissowa, Suppl. V, c. 537, s. v.; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung, Monaco 1923, tavv. 329-30, 331-32; P. Marconi, La pittura dei Romani, Roma 1929, p. 63; G. E. Rizzo, Pittura Ellenistico-Romana, Milano 1929, p. 74; A. Rumpf, Handbuch der Archäologie, Malerei, Monaco 1953, p. 160, tav. 55; H. G. Beyen, Pompejanische Wanddekoration, II, L'Aja 1960, p. 260 ss., tavv. 42, 43, 44, 45.