LESBIE
. Le sette lesbie costituiscono un gruppo di eroine che appare presso parecchi autori greci, ma in particolar modo presso Omero, presso i raccoglitori di leggende lesbiche, e presso il poeta-astronomo alessandrino Conone. In Omero (Iliade, IX, passim) sono le fanciulle, tutte probabilmente eponime di città lesbiche, che Agamennone promette ad Achille s'egli accetta di tornare a combattere. Una leggenda lesbica raccolta dallo scrittore locale Mirsilo e a noi attestata da Clemente Alessandrino, narrava di un re dell'isola, di nome Macar, che viveva in eterna lite con la moglie: allora la figlia di lui, Megaclo, comperò sette schiave di Misia che chiamò nel suo dialetto eolico Μοῖσαι e alle quali insegnò a cantare e a suonare la cetra: queste Μοῖσαι riuscirono a tranquillare l'animo di Macar, e Megaclo per riconoscenza dedicò nei templi bronzei ritratti di esse e volle che in tutti i templi si prestasse loro culto. Ma la leggenda più interessante connessa con le sette lesbie è quella (Catasterismi di Eratostene ed altre fonti) secondo la quale sette ragazze lesbiche, le quali per la conquista di Achille erano venute non solo a perdere la loro dote, ma pure la vita, avrebbero avuto a ciò un compenso nella trasformazione in stelle, che Conone per primo considerò costituenti la costellazione detta "la chioma di Berenice", dedicando quella costellazione a Berenice Euergetis. Nel carme di Conone le sette lesbie chiedevano a Berenice l'antica loro dote, perché in compenso appunto di quella erano state collocate in cielo e ora Conone le aveva dal cielo ricondotte in terra in omaggio alla regina.