LERCARI
. Famiglia d'incerta origine (i genealogisti la vollero originaria dall'Armenia), ebbe notevole importanza nella vita politica ed economica di Genova fin dal sec. XII, nel quale alcuni dei suoi rappresentanti appaiono tra i consoli e tra i più attivi mercanti. Più importante Belmusto L., vissuto sino al principio del sec. XIII, console, ammiraglio, più volte ambasciatore. Suo figlio Nicolò fu arcivescovo di Tiro dal 1250 al 1253 e rivestì molte cariche in patria e in oriente. Un altro Nicolò, vescovo di Ventimiglia, sospeso nel 1244, ebbe agitata vita politica e fu ambasciatore a Federico II. Ugo fu dei maggiori ammiragli genovesi; rialzò la flotta dopo la sconfitta del Giglio, preparò la fuga di Innocenzo IV da Roma, comandò la crociata di Luigi IX nel 1248. Il personaggio più celebre del sec. XIV sarebbe un Domenico, maggiormente noto come Megollo L., che, per vendicarsi di offese subite alla corte di Trebisonda, datosi alla pirateria avrebbe mandato poi all'imperatore due vasi ricolmi di orecchi e nasi tagliati ai prigionieri, destando tale impressione da ottenerne vantaggi e privilegi per la repubblica. Indubbiamente leggendario, anche per l'assenza di ogni precisa indicazione cronologica, l'episodio, celebrato anche in opere artistiche (v. argento, IV, tav. LVII) adombra con ogni probabilità un atto di pirateria genovese nei mari d'Oriente. Storiche invece e notevoli le avventurose vicende di Antonio L. mandato nel sec. XV a tentar di salvare la colonia di Caffa. I L. ebbero due dogi biennali, entrambi di nome Giambattista; l'uno dal 1563 al '65, l'altro dal 1642 al '44. Più celebre il primo che, accusato di malgoverno, ebbe molte traversie delle quali lasciò una narrazione. Suo figlio Giovanstefano attentò, per vendetta, alla vita dell'accusatore Luca Spinola, e fu mandato a morte nel 1566. Tra gli ambasciatori, più notevoli sono Carlo, inviato a Firenze per le vicende di Corsica nel 1558, e il Giambattista, poi doge, che fu a Bologna per l'incoronazione di Carlo V, dove diede luogo a litigi per questioni di precedenze, e poi a Firenze, in Francia e Spagna.
Due sono stati i cardinali: Nicola (1675-1757) e Giovanni (1722-1802) costretto a temporaneo esilio all'avvento della repubblica democratica. Col solo nome di Lercari amò spesso di sottoscriversi, massime nei dispacci dell'ambasceria romana, ed è talvolta indicato dagli storici, Francesco Maria Imperiale che per motivi di eredità si chiamò I. L., noto per le vicende del bombardamento del 1684 e per il forzato viaggio a Versailles.
Bibl.: F. Federici, Abecedario delle famiglie genovesi, ms. nella Bibl. delle Missioni urbane; G. Giscardi, Origine e fasti delle nobili famiglie genovesi, ms. Bibl. Civica Berio. Sui dogi, L. M. Levati, I dogi biennali di Genova dal 1528 al 1699, Genova 1930; sui diplomatici, Vitale, Diplomatici e consoli della repubblica di Genova, in Atti Soc. lig. di st. patria, LXIII; sui cardinali, Remondini, I cardinali liguri e sul card. Giovanni, L. M. Levati, I dogi di Genova, dal 1771 al 1797, Genova 1916, p. 203. Su Nicolò, vescovo di Ventimiglia, Rossi, Storia di Ventimiglia, p. 98 segg.; sul vescovo di Tiro, Giornale storico letterario della Liguria, 1900, p. 350 segg.; sugli ammiragli Belmusto e Ugo, C. Imperiale di Sant'Angelo, Genova e Federico II, Venezia 1923, pp. 10 e 160 segg.; Giornale ligustico, 1898, p. 326 segg.; su Antonio, Atti Soc. lig. di st. patria, VI, passim; su Megollo, B. Nannei, Megollo Lercaro, in Annuario del R. Istituto Tecnico Vitt. Eman. III di Genova-Sampierdarena, 1930, con bibliografia.