LEPRE (lat. scient. Lepus L., 1758; fr. lièvre; sp. liebre; ted. Hase; ingl. hare)
Genere di Roditori lepriformi o Duplicidentati, che dà il nome a un'intera famiglia: quella dei Leporidi (lat. scient. Leporidae Gray, 1821). La loro statura è assai variabile, il peso va da circa 1/2 kg. a oltre 6 kg.; il tronco è assai lungo ma portato generalmente ricurvo con gobba in alto; testa stretta con labbro superiore carnoso e profondamente fesso, occhi grandi, orecchi a cartoccio e lunghi; arti anteriori piuttosto brevi, deboli e muniti di 5 dita; i posteriori lunghi, robusti e muniti di 4 dita. Il mantello è morbido, denso, lanoso. La famiglia, presso che cosmopolita, sarebbe assente, senza l'influenza dell'uomo, al Madagascar e nella regione australiana. Vi appartengono i generi: Coniglio, Pronolago, Caprolago, Nesolago, Silvilago, Brachilago, Romerolago, Lepre.
Il genere Lepre differisce dal Coniglio e affini, per le orecchie e gli arti posteriori più lunghi e per l'apertura basale posteriore del cranio molto più larga.
Tranne che nell'America Meridionale, ha la stessa diffusione geografica dell'intera famiglia. Quasi ogni paesaggio ha le proprie lepri. Si conoscono 195 specie e sottospecie (1931), delle quali le nordamericane sono riunite nel sottogenere Macrotolagus Mearns (1895), distinto essenzialmente dalla grande lunghezza dell'orecchio.
Le lepri non scavano tane, ma riposano sul terreno, generalmente in lievi depressioni; la loro vigile immobilità "nell'agghiaccio", quando si credono osservate, ha dato luogo alla leggenda che dormano a occhi aperti. Sono animali di abitudini prevalentemente notturne, d'indole poco socievole e paurosa, di udito finissimo, olfatto e vista buoni; sono in genere muti, ma emettono suoni lamentevoli nel terrore, o in seguito a ferite, e un sordo brontolio quando intendono minacciare; si battono tambureggiando con gli arti anteriori; corridori veloci e molto resistenti, possono, in alcune specie, raggiungere nella corsa la velocità di 80 km. all'ora e resistere alla velocità di 50-60 km. all'ora per un paio di chilometri. I piccoli nascono rivestiti di pelame, con occhi aperti e capaci di correre subito.
La lepre comune (Lepus europaeus Pallas) è diffusa nell'Europa centrale e meridionale fino alla catena del Caucaso. Si nutre principalmente di verdure, ma abbisogna anche di piante aromatiche e amare, quali l'achillea, la centaurea, il mirtillo, e di scorza d'alberi. È molto legata al luogo di nascita.
La gravidanza dura 30-35 giorni; ha generalmente 4 parti all'anno di1-2, 3-4, 3-4,1-2 piccoli; l'allattamento dura 2-3 settimane, la maturità sessuale è raggiunta prima dell'anno, cessa di crescere a 15 mesi, l'età massima è di 7-8 anni.
La lepre è una delle specie più importanti nei riguardi dell'attività venatoria moderna. In Argentina, in Australia e nella Nuova Zelanda la lepre comune, importata, incomincia a rappresentarvi un pericolo. D'altronde la specie è soggetta a malattie epidemiche talvolta distruttive, quali focolai purulenti per stafilococchi, pseudotubercolosi batterica, un'infezione dei genitali nota col falso nome di sifilide, coccidiosi, nonché cisticercosi da Taenia serrata del cane.
Dell'Italia sono proprî il Lepus europaeus meridiaei Hilzheimer del continente e il Lepus mediterraneus Wagner della Sardegna, forme ben distinte che è veramente peccato imbastardire e forse distruggere con l'importazione di forme estere più grosse ma spesso meno sane. La lepre bianca o lepre di monte (Lepus timidus L.), grigio-brunastra in estate, vive in Italia sulla catena alpina sopra i 1200 m. nella sottospecie varronis Miller.
Bibl.: L. Heck, in Brehm, Tierleben, XI, Lipsia 1914; A. Ghigi, in Natura, VIII, Milano 1917.