Lep
s. m. pl. Acronimo di Livelli essenziali di prestazione.
• Un primo problema riguarda la definizione e la classificazione delle funzioni delle regioni e degli enti locali. La delega sul federalismo prevede infatti che mentre per i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) erogate dalle Regioni (e che interessano campi rilevanti quali la sanità, l’istruzione e l’assistenza) e per le funzioni fondamentali degli enti locali deve essere previsto il finanziamento integrale del fabbisogno standard, per le altre funzioni regionali e degli enti locali il finanziamento deve avvenire principalmente con entrate proprie, assistite da un fondo di perequazione che elimina solo in parte le differenze fra le capacità fiscali dei diversi territori. (Maria Cecilia Guerra, Messaggero Veneto, 7 maggio 2009, p. 21, Udine) • Si dirà che oggi questa eguaglianza è puramente formale e che, comunque, essere curati a Padova è ben diverso che esserlo a Caltanissetta. Del resto per limitare questa ingiusta, ma difficilmente evitabile, differenza si sono introdotti i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e i Lep (Livelli essenziali di prestazione). Ma anche questi livelli, che dovrebbero rappresentare il nucleo indispensabile per l’eguaglianza di ogni italiano in termini di salute e di Welfare, sono ben lungi dal soddisfare principi paritari, neppure in termini tendenziali o come impegno programmatico, almeno per il prossimo decennio. (Mario Pirani, Repubblica, 1° marzo 2011, p. 1, Prima pagina) • Un fronte, il diritto allo studio, che aspetta da oltre due anni la definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni che dovrebbero garantire un’uniformità a livello nazionale dei servizi in favore degli studenti: il tavolo per la loro scrittura dovrebbe partire a giorni e la loro stesura dovrà anche coordinarsi con la riforma costituzionale all’esame del Parlamento, visto che il Ddl Boschi riaccentra in parte allo Stato le competenze sul diritto allo studio. (Marzio Bartoloni, Sole 24 Ore, 19 settembre 2015, p. 4).
- Già attestato nell’Unità del 15 settembre 2008, p. 24, Commenti (Antonio Misiani e Maurizio Martina).