TRAVERSI, Leopoldo
Esploratore, nato a Piancastagnaio (Siena) il 30 ottobre 1856. Studiò a Firenze e, laureatosi in medicina, fu nominato sottotenente medico il 29 settembre 1882. Dopo due anni di servizio, col concorso del conte Augusto Bouturline organizzò una spedizione col proposito di recarsi allo Scioa e di compiervi osservazioni scientifiche e raccolte naturalistiche. Partiti da Firenze nel novembre 1884, i due viaggiatori si recarono ad Assab; ma impediti di proseguire per la via dell'Aussa, decisero di prendere la via del Tigrai. Costretto a separarsi a Massaua dal compagno ammalato, il T. raggiunse il campo del Negus Giovanni, che lo accolse cordialmente; ma saputo dell'occupazione di Massaua avvenuta nel frattempo (5 febbraio), sospettandolo un emissario del governo italiano, l'obbligò a ritornare subito a Massaua, donde, restituitosi nuovamente ad Assab, riuscì a raggiungere lo Scioa per la via dell'Aussa. Fu bene accolto da Menelik, che volle lo accompagnasse nelle varie spedizioni da lui organizzate per estendere le sue conquiste nei paesi del sud abitati da Galla Sidama e Arussi. Ciò gli diede occasione di visitare paesi poco noti e affatto inesplorati alle sorgenti del Hauasc, al lago Zuai, alla regione sorgentifera dell'Uabi (Uebi Scebeli), intorno ai quali riferì ampiamente nel Bollettino della Società Geografica Italiana (1886-87), mettendo in evidenza le crudeltà e le depredazioni cui queste spedizioni servivano di occasione. Rimpatriato nel 1889, faceva ritorno allo Scioa pochi mesi dopo nella duplice qualità di direttore della stazione di Let Marefià e di residente politico italiano nella stazione stessa. Dal marzo 1890 sino all'estate del 1893 egli conservò il duplice ufficio adoperandosi a vincere l'ostilità che Menelik andava sempre più manifestando contro l'Italia per l'interpretazione dell'articolo XVI del trattato di Uccialli e a informare con ripetuti viaggi in Italia sugli avvenimenti che si maturavano in Etiopia, finché, in seguito alla denunzia formale del trattato fatta da Menelik e al conseguente ritiro di ogni rappresentaza italiana, rimpatriò riducendosi a vita privata. Oltre alle lettere e relazioni sui suoi viaggi, pubblicò svariati studî particolari sull'Etiopia e sui suoi esploratori e raccolse in un volume (Let Marefià, Milano 1931) la storia di quella stazione della società geografica, centro per un ventennio di operosità scientifica e civile e delle relazioni italiane con l'Etiopia (1876-1896).