LEOPOLDO II re del Belgio
Nato il 9 aprile 1835 da re Leopoldo I e dalla sua seconda moglie, Luisa d'Orléans, portò sino al suo avvento al trono il titolo di duca di Brabante. Succeduto al padre negli ultimi giorni del 1865, confermò la sua fiducia al ministero liberale presieduto dal Rogier, che nel corso dei quattro anni seguenti vide crescere l'opposizione alla sua politica accentratrice e dilagare il movimento in favore della restaurazione del fiammingo come seconda lingua nazionale. Nel 1870 le elezioni ridiedero la maggioranza ai cattolici che costituirono il ministero capitanato dal d'Anethan. Questi dovette subito fronteggiare i gravi pericoli minaccianti l'integrità territoriale e la stessa esistenza del regno in seguito alla guerra franco-prussiana. L. intervenne molto attivamente per spingere il ministero a mobilitare un esercito di centomila uomini per la difesa delle frontiere e promosse poi la fortificazione della linea della Mosa. Queste provvidenze militari e la dichiarazione del governo britannico di volere opporsi anche con la forza alla violazione della neutralità belga valsero a salvaguardare quest'ultima. In seguito all'occupazione di Roma, i cattolici belgi, col ministro d'Anethan alla testa, si agitavano allo scopo di promuovere un intervento collettivo delle potenze che potesse condurre al ristabilimento del potere temporale dei papi. Il re L. ricusò di coinvolgere la responsabilità della corona in tale campagna diplomatica e contribuì per tal modo alla sostituzione del d'Anethan alla presidenza del ministero col Malou, assai meno acceso e autore di tempestive riforme, quali l'abbassamento del censo elettorale e la nuova legge per la coscrizione militare. Nel 1878 il Frère-Orban ricondusse al governo i liberali, col programma di laicizzare la scuola, riservando ai licenziati dalle scuole pubbliche l'adito agli uffici statali, ciò che provocò una vivacissima resistenza dell'episcopato. Il papa dal canto suo non accolse la richiesta del governo belga d'intervenire presso il clero per frenarne la lotta contro la legislazione laicizzatrice e il Frère-Orban richiamò il ministro belga presso la Santa Sede, gesto al quale applaudì clamorosamente il nuovo governo italiano di sinistra. La vittoria dei cattolici nelle elezioni del 1884 riportò al potere il Malou, al quale seguì il Beerneaert. L'azione del re si svolse nel senso di moderare, graduandone gli effetti, il carattere radicale del rivolgimento politico derivante dalla condanna delle leggi laicizzatrici della scuola che aveva pronunciato il corpo elettorale, manifestandosi così decisamente favorevole al ristabilimento della libertà d'insegnamento. L'affermarsi, appunto a partire da quelle elezioni, del nuovo partito operaio, spostava vieppiù le fasi della controversia politica, dacché quei pionieri del socialismo belga, oltre le loro rivendicazionl sociali, reclamavano l'allargamento del suffragio e la revisione della costituzione, che fu poi accolta dal parlamento nel 1892.
Dopo altre agitazioni operaie fomentate dai socialisti che culminarono nello sciopero generale del 1893, il sistema elettorale fu modificato con l'introduzione del voto plurimo. Più tardi una ulteriore modificazione fu arrecata dall'applicazione della rappresentanza proporzionale che rialzò le sorti del partito liberale. La maggioranza parlamentare fu però stabilmente assicurata al partito cattolico sino alla fine del regno di Leopoldo II. Il re si trovò ripetutamente in contrasto con tale maggioranza per i problemi militari, essendosi pronunciate larghe correnti della Destra cattolica in favore di una riduzione dell'esercito alla formula svizzera della nazione armata. L'intervento di Leopoldo II fu efficacissimo per evitare paesi definitivi in quella direzione.
Sino dal 1876 il re Leopoldo aveva preso l'iniziativa della fondazione di una società internazionale per promuovere l'incivilimento dell'Africa Equatoriale, sopprimendo la tratta degli schiavi e raccogliendo i frutti delle grandi esplorazioni di viaggiatori come il Livingstone e lo Stanley, segnatamente nel bacino del Congo. Il comitato nazionale belga, costituito sotto gli auspici del re Leopoldo con l'adesione di un piccolo gruppo di pionieri a lui devoti, svolse un'attività intensa, lottando contro lo scetticismo e il disinteressamento della grande maggioranza del popolo belga. Tale comitato, dopo il 1879, esercitò poteri sovrani nel bacino del Congo per mandato di L. Il riconoscimento legale di questa posizione personale del re, non come capo dello stato belga, ma come sovrano dei paesi amministrati dall'associazione da lui fondata e diretta, ebbe luogo in una conferenza adunatasi a Berlino nel 1884. L'intervento del parlamento belga fu però richiesto più tardi e precisamente nell'aprile del 1885, quando il re volle lanciare nel Belgio la sottoscrizione per un prestito per lo sviluppo del Congo. Dopo che le camere belghe furono divenute partecipi della responsabilità assunta dal re come sovrano dello stato indipendente del Congo, Leopoldo II, con un testamento firmato il 2 agosto 1889, lasciò in eredità allo stato belga i suoi diritti sul Congo. Un trattato fu stipulato tra i due stati e, superando forti opposizioni nel parlamento e nel paese, il re ottenne successivamente altri prestiti che permisero lo sviluppo della rete ferroviaria e di quella stradale nel Congo. Con non minore abilità il re aveva negoziato con l'Inghilterra, con la Francia e con il Portogallo la delimitazione dei confini del nuovo stato. Ardite spedizioni militari distrussero all'interno di queste frontiere i superstiti staterelli indigeni basati sullo sfruttamento degl'indigeni e i missionarî penetrarono ovunque votandosi alla redenzione dei popoli ormai liberati dall'incubo della tratta degli schiavi. Purtroppo anche le compagnie commerciali costituite per lo sfruttamento di quei ricchi territorî e taluni degli stessi capi amministrativi disseminati dal potere centrale in remote regioni dell'interno diedero motivo a gravi accuse di sfruttamento inumano della popolazione locale. Nel 1890 era stato previsto che il Belgio potesse nel corso dei prossimi 10 anni chiedere il trasferimento anticipato dello stato indipendente del Congo all'amministrazione belga. Questa clausola fu lasciata senza applicazione sino al 1908, sebbene negli anni precedenti il primitivo carattere internazionale dello stato indipendente fosse andato scomparendo e i funzionarî belgi avessero gradatamente sostituito laggiù quelli di altre nazionalità. Le accuse formulate soprattutto dall'opinione pubblica britannica contro taluni rappresentanti del governo del Congo diedero l'ultima spinta ad una cessione che trasferì la responsabilità del reggimento di quel vastissimo impero dal re al popolo belga. L'annessione al Belgio divenne un fatto compiuto poco più di un anno prima della morte del re Leopoldo, accaduta il 17 dicembre 1909.
Bibl.: L. Hymans, Histoire parlementaire de la Belgique, Bruxelles 1878 segg.; V. Frère-Orban, La Belgique et le Vatican, Bruxelles 1880-1881; S. Olschowky, Léopold II, sa vie et son règne, Bruxelles 1905; C. Woeste, Échos des luttes contemp., Bruxelles 1906; E. D. Morel, King Leopolds Rule in Africa, 1904.