• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

DE FEIS, Leopoldo

di Ada Gabucci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 33 (1987)
  • Condividi

DE FEIS, Leopoldo

Ada Gabucci

Nacque ad Anzi (Potenza) il 28 genn. 1844, da Domenico e Celestina Bellettieris, agiati possidenti. Il D. rimase nel suo paese natale fino a sedici anni, manifestando, in più occasioni, i primi segni della vocazione che lo doveva portare al sacerdozio. Nel 1859 si recò a Napoli, dove venne accolto dai barnabiti nel noviziato di S. Felice; qui, il 15 ag. 1860, ebbe luogo la sua vestizione solenne, in occasione della quale aggiunse al proprio nome quello di Maria; l'anno seguente. l'8 settembre, professò i voti semplici. A Napoli seguì gli insegnamenti di filosofia scolastica e di teologia e poi, quando nel 1866, esonerato dall'obbligo del servizio militare, poté trasferirsi a Roma, continuò in questa città ad approfondire le sue conoscenze in materia teologica. Il 25 marzo 1867 il D. pronunciò i voti solenni e l'anno seguente. in autunno, fu ordinato sacerdote a Napoli. Pochi giorni dopo raggiunse il collegio Alla Querce di Firenze, cui era stato destinato. Qui per quindici anni alternò la sua attività di insegnante a quella di studioso, che sicuramente gli era la più congeniale.

In particolare negli anni tra il 1872 e il 1876 si dedicò alla composizione di liriche in latino, pubblicate, per lo più a cura dello stesso collegio. Dal 1878 la direzione della Querce ritenne opportuno pensare alla formazione di laboratori scientifici e umanistici per i propri studenti: il D. fu incaricato di sistemare una collezione archeologica e un medagliere. Questo compito gli diede l'opportunità di riavvicingrsi al mondo classico a cui era sicuramente stato introdotto dal padre, appassionato conoscitore dei monumenti archeologici della sua terra; da questo momento quindi iniziò per il D. un lungo periodo durante il quale egli pubblicò molte note, per lo più piuttosto brevi, a volte sotto forma di lettera o relazione a qualche personalità, su svariati argomenti dell'antiquaria.

Dopo una breve parentesi al R. collegio Carlo Alberto di Moncalieri, egli ebbe finalmente modo di trascorrere alcuni anni a Roma. Qui entrò in contatto con i maggiori studiosi dell'antichità che all'epoca vivevano nella capitale, tra cui soprattutto Th. Mommsen e G. B. De Rossi; la conoscenza con tali personaggi dovette essere fondamentale per lo sviluppo del D. archeologo, o meglio antiquario; sono infatti di questo periodo numerose opere di argomento epigrafico e numismatico. Sempre durante il suo soggiorno romano, nel 1885, fu accolto tra i membri del Collegium cultorum martyrum e, all'interno del suo Ordine, venne nominato vicario dei preposto, carica che egli mantenne anche dopo il suo rientro a Firenze, al collegio Alla Querce, dove fu richiamato come insegnante di latino nel liceo. Grazie anche all'interessamento di G. B. De Rossi, il D. ottenne ancora un soggiorno a Roma nel biennio 1896-97, e fu vicario e maestro nel collegio di S. Antonio M. Zaccaria. Durante la sua seconda permanenza romana egli fu accolto tra i membri della Pontificia Accademia romana di archeologia (1897), della Società di studi biblici (1897) e tra quelli corrispondenti della Società storica volsiniese (1897). Dal 1899 fu anche socio urbano della Società Colombaria di Firenze che, sentendo in lui lo spirito del catalogatore e dell'antiquario, gli affidò il riordinamento delle monete e dei sigilli della propria collezione; ma il D. non poté portare a compimento tale incarico a causa della malattia che lo costrinse a moderare la propria attività lavorativa. Nello stesso anno, il 1899, fu a Roma, al XII congresso degli orientalisti; dopo quest'ultima breve parentesi rimase sempre a Firenze al collegio Alla Querce, dove, fino al 1905, continuò ad insegnare latino nel liceo, non tralasciando però la sua attività di studioso e senza interrompere i contatti con gli antichisti conosciuti durante gli anni precedenti. Quando la sua salute cominciò a vacillare, ed egli dovette abbandonare l'insegnamento divenuto per lui troppo faticoso, poté dedicarsi interamente allo studio. Sono di questi anni infatti le sue opere più originali; La S. Casa di Nazareth ed il santuario di Loreto (Firenze 1905) è la sua opera più discussa: egli dimostra che alcuni viaggiatori, i cui racconti sono riportati in itinerari del XIV e del XV secolo, avevano visto, o almeno così dicevano, la casa della Madonna in Palestina, come se non fosse stata trasportata a Loreto nel 1294; l'aver supposto l'inattendibilità del miracolo di Loreto gli attirò molte critiche (cfr. Boffito, I, pp. 590 s.), soprattutto all'interno degli Ordini religiosi; dopo breve tempo il D. decise di non rispondere alle polemiche, lasciando al magistero della Chiesa il compito di dirimere la controversia. Sempre dello stesso anno è lo studio La fillossera della vite nell'antichità e l'ampelite antifillosserica (Firenze 1905), in cui egli, sulla base di notizie ricavate da Strabone, cerca di dimostrare che un rimedio efficace, se non sempre infallibile, contro questa malattia della vite, è lo asfalto in polvere. Nel 1906 fu nominato direttore spirituale del convitto e poi anche del semiconvitto. Nel marzo del 1908 cominciò a manifestare i primi segni della malattia che doveva costringerlo ad abbandonare tutte le sue attività lavorative. Trascorse quindi un anno tra una villa di proprietà del collegio all'Ardenza e Roma, dove era stato richiamato dai superiori; la vita tranquilla di questo lungo periodo lo portò ad un miglioramento reso vano però dal suo ritorno a Firenze; da qui fu trasportato, nel giugno del 1909 al sanatorio Principe Umberto presso Livorno, dove morì il 5 ottobre dello stesso anno.

Bibl.: Necrol. in Atti della Società Colombaria di Firenze, V (1909-1910), pp. 247 s.; in Riv. stor. critica di scienze teolog., VI (1910), pp. 78 86; G. Mantica, Il p. L. D.: cenni biogr. e bibliografici, Firenze 1909; G. Boffito, Scrittori barnabiti, I,Firenze 1933, pp. 585-594 (con bibl. completa delle opere).

Vedi anche
paracleto (o paraclito) Nella Chiesa cristiana, epiteto («consolatore») dello Spirito Santo. Latino Pacato Drepànio Pacato Drepànio, Latino (lat. Latinius Pacatus Drepanius). - Retore gallo (sec. 4º d. C.), amico di Ausonio e di Simmaco; capo di una legazione a Roma (389), pronunciò un panegirico di Teodosio, a noi giunto, interessante come documento storico. órdine sacro órdine sacro Sacramento che investe dell'esercizio del ministero sacro il diacono, il sacerdote o il vescovo. Nella Chiesa cattolica e ortodossa l'ordine sacros. conferisce al sacerdote il potere di agire 'in persona di Cristo' (per es. quando assolve dai peccati). I protestanti, invece, vedono il sacramento ... Marìa Vergine Marìa Vergine. - Madre di Gesù. Fonti per la vita di Maria Vergine sono i quattro Vangeli canonici, specialmente quelli di Matteo e Luca che più si diffondono a proposito della vita di Gesù. La pia tradizione cristiana ha aggiunto molti particolari desunti da scritti apocrifi, specialmente dal Protovangelo ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Istruzione e formazione
  • BIOGRAFIE in Religioni
Vocabolario
leopòldo
leopoldo leopòldo s. m. – In numismatica, nome dello scudo da 10 paoli (detto anche francescone) coniato in Toscana, nel periodo del loro granducato, da Pietro Leopoldo (1765-90) e Leopoldo II (1824-59).
leopoldismo
leopoldismo (Leopoldismo) s. m. (iron.) Per metonimia topografica, il fenomeno politico e mediatico degli incontri che fanno riferimento a Matteo Renzi, organizzati presso la stazione Leopolda di Firenze. ♦ Il Pdl non esiste più. Gli eredi...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali