LEONZIADE (Λεοντιάδες, Leontiădes)
Uomo politico tebano, capo del partito oligarchico e polemarco nel 382, quando, appunto con l'aiuto degli oligarchici, gli Spartani penetrarono a tradimento nell'acropoli di Tebe. L. ebbe in mano sua la città fino alla liberazione avvenuta nel 379 con l'aiuto ateniese e sparse il terrore con una serie di condanne, di cui fu vittima, tra i primi, il capo del partito avversario, Ismenia. Poco si sa della politica di L. nel triennio del suo predominio e ancora meno della sua personalità. Certo, come dimostrano i fatti stessi, egli fu incapace non solo di restaurare uno stabile ordine di cose in Tebe, ma anche di guadagnarsi la piena fiducia degli Spartani, che, dopo aver fatto il colpo, esitarono ad assumersene pubblicamente le responsabilità. E ciò facilitò ai fuorusciti il ritorno in patria. L., allora di nuovo polemarco, sorpreso con i suoi colleghi ignari della congiura, fu assassinato.
Bibl.: E. v. Stern, Xenophons Hellenika und die boiotische geschichtliche Ueberlieferung über die Befreiung Thebes, Dorpat 1887; E. Meyer, Geschichte des Altertums, V, pp. 298-99, 373-75.