REPACI, Leonida
Scrittore, nato a Palmi (Reggio di Calabria) il 23 aprile 1898. Collaboratore della Gazzetta del Popolo e di altri giornali e periodici, è ora critico drammatico dell'Illustrazione italiana.
Esordì con un libro di versi, I poemi della solitudine (1920) cui seguì di lì a qualche anno un romanzo, L'ultimo Cireneo (Milano 1923), nel quale già si palesano l'intento di documentare e di interpretare la vita contemporanea e in specie il periodo fra guerra e dopoguerra, e un sensuale amore per la sua terra e per gli esseri istintivi, elementari. L'interesse per i risalti e i contrasti drammatici ha quindi portato il R. a scrivere per il teatro (La madre incatenata, tragedia in 3 atti, 1925; La vampa, tragedia in 4 atti, 1926; e parecchi atti unici: Crisalide, 1926; La voglia, 1926; Il peccatore, 1928; Luciano 1930, 1931; Inaugurazione, 1932; ecc.), e a concepire un ampio ciclo romanzesco sulle fortune di una famiglia calabrese durante i primi decennî del sec. XX (I fratelli Rupe, Milano 1932; Potenza dei fratelli Rupe, ivi 1934; Passione dei fratelli Rupe: 1914, ivi 1937; cui seguiranno altri romanzi). Meglio le qualità del R. paiono rivelarsi nei romanzi o racconti di meno ambiziosa cornice e di più diretta ispirazione terriera e paesana, come La carne inquieta (Milano 1930), All'insegna del gabbamondo (ivi 1927), Cacciadiavolí (ivi 1930), Racconti della mia Calabria (Torino 1931), dove lo stampo bozzettistico e regionale è a momenti ravvivato o superato da una più attenta sensibilità alla vita segreta delle cose, e da una più sorvegliata scrittura.
Bibl.: G. Ravegnani, I contemporanei, s. 2ª, Modena 1936, pp. 153-69.