LEONIDA II re di Sparta
Appartenente alla casa degli Agiadi, era figlio di quel principe Cleonimo che condusse una vita turbolenta guerreggiando nell'occidente e aiutando Pirro contro Sparta. Quando morì Cleomene II, contro l'uso spartano la successione era stata affidata al nipote Areo I, figlio del primogenito di Cleomene Acrotato che era premorto al padre, e non al secondogenito Cleonimo. Di qui i dissensi di questo con la patria. Caduti Areo I e il figlio e successore di lui Acrotato sul campo di battaglia, Leonida, come parente più prossimo, assunse la tutela del figlio postumo di Acrotato, Areo II. Morto il bambino dopo pochi anni (247 circa), divenne re egli stesso. Conservatore e antidemocratico, si oppose alle rifomme sociali tentate dal suo collega appartenente alla famiglia reale degli Euripontidi, Agide IV, e riuscì a farle respingere dalla gerusia (243). Ma il collegio degli efori, favorevole alle riforme, a opera specialmente di Lisandro, lo pose sotto accusa, col pretesto dell'essersi egli, prima di tornare a Sparta, stabilito in Oriente e lo fece destituire (242) sostituendogli nel regno il genero Cleombroto, che apparteneva a un altro ramo della famiglia degli Agiadi. Leonida si era rifugiato come supplice nel tempio di Atena Calcieco e gli efori dell'anno successivo, avversi alle riforme, si proposero di annullare il processo e di reintegrarlo nel potere. Ma li prevennero Agide e Cleombroto, abbattendoli con un colpo di stato. Leonida riuscì a fuggire a Tegea, con l'aiuto, secondo riferisce la nostra tradizione assai favorevole ad Agide, dello stesso avversario. Ma la violenza con cui i partigiani di Agide cercarono di conservare il potere, senza assicurarne le basi attuando, giusta le promesse, una nuova distribuzione di terre, fece che L., tornando con le armi in mano da Tegea l'anno successivo, riuscisse a rovesciare Agide e i suoi partigiani (241). Agide fu condannato a morte e la sua vedova, Agiatide, costretta a sposare il figlio di Leonida, Cleomene; Cleombroto fu destituito ed esiliato, ma ebbe salva la vita, grazie all'intervento della moglie, la figlia di Leonida, Chilonide. Dopo di che L. regnò tranquillamente per 6 anni avendo per collega il figlio di Agide, Eudamida; e morendo (235) lasciò il trono al figlio primogenito Cleomene III (aveva un altro figlio di nome Euclida). Ma la causa ch'egli aveva difesa e fatta momentaneamente trionfare, profittando degli errori degli avversarî e contrapponendo violenza a violenza, cioè la causa dei pochissimi Spartiati che, ancora in possesso dei pieni diritti, opprimevano, politicamente ed economicamente, la parte di gran lunga più numerosa della popolazione laconica, era una causa perduta, come mostrò, attuando con maggiore energia e coerenza il programma stesso di Agide, il figlio di L.
Bibl.: J. Beloch, Griech. Gesch., 2ª ed., IV, ii, p. 159 segg. Per la cronologia è di grande importanza il decreto delfico in onore di Areo II, su cui vedi G. De Sanctis, in Atti dell'Acc. di Torino, XLVII (1911), p. 26 segg. Per le lotte sociali a Sparta, v. agide iv; cleomene iii.