Narratore e drammaturgo russo (Orël 1871 - Mustamäggi, Finlandia, 1919). Partecipò solo eccezionalmente alla vita politica e s'interessò soprattutto di problemi astratti; fu tuttavia favorevole alla rivoluzione del 1905 che gli ispirò il suo unico dramma ottimistico: K zvëzdam ("Alle stelle", 1906). Dopo il 1917 si schierò contro i bolscevichi ed emigrò all'estero. Come scrittore oscillò tra realismo e decadentismo, e riuscì particolarmente originale nella fusione, spesso ottenuta, del realismo col simbolismo. Dopo il 1905 il simbolismo prevalse nelle sue opere teatrali, tanto che gli eroi si chiamano soltanto Car´ Golod ("Il Re fame", 1908), Anatema (1910), oppure "Qualcuno in grigio" come il protagonista di Žizn´ čeloveka ("La vita dell'uomo", 1906), non però nei racconti in cui il maggior effetto è ottenuto dalle descrizioni realistiche. Costante fu invece la sua visione pessimistica della vita, sia nei racconti (Zizn´ Vasilija Fivejskogo "La vita di Basilio Fivejskij", 1903; Krasnyi smech "Riso rosso", in cui sono dipinti gli orrori della guerra, 1904; Razskaz o semi povešennych "Il racconto dei sette impiccati", 1908, contro la pena di morte), sia nei drammi, di cui alcuni, come Dni našej žizni ("I giorni della nostra vita", 1908), Anfisa (1909), Tot, kto polučaet poščëčiny ("Quello che prende gli schiaffi", 1915) hanno avuto grande successo all'estero.