LOMELLINI, Leonello
È uno e, se non sul momento certo negli avvenimenti che seguono, il principale dei soci componenti la Maona o società commerciale a cui il 27 agosto 1378 il doge Nicolò Guarco e il governo genovese infeudarono la Corsica. È incerto se, come affermano i cronisti corsi, egli sia stato prima di quell'anno governatore dell'isola; rimase però a governarla a nome dei soci quando essi nel 1380, delusi nella speranza della conquista e dello sfruttamento, tornarono a Genova. Sostenne una lunga lotta coi caporali e coi nobili dell'isola, guidati da Arrigo della Rocca e da Polino di Campo Casso che lo ridusse a chiudersi in Bastia, che Leonello appunto aveva fondato. La Maona dovette allora rinunciare al suo possesso e L. tornò a Genova ad attendere momenti più propizî e per qualche tempo non poté tornare nell'isola. Passata Genova in dominio di Francia, feee rilevare i danni enormi subiti nell'isola e dal marchese di Calville, governatore di Genova per conto di Carlo VI re di Francia, la riebbe in possesso feudale col titolo di conte di Corsica. Ma il tentativo di ristabilirvisi con la forza, valendosi di un esercito levato a sue spese, gli fallì. Vincentello d'Istria risollevò la ribellione e con l'aiuto delle forze del re d'Aragona lo costrinse ad abbandonare ancora l'impresa e a ritornare a Genova, ove morì. Suo figlio Andrea, dapprima governatore per lui, dopo la morte di Leonello lottò contro Vincentello e il re d'Aragona e favorì Abramo Fregoso che voleva impadronirsi dell'isola in proprio nome; battuto a Cervione e fatto prigioniero fu mandato a morte nel 1419.
Bibl.: U. Assereto, Genova e la Corsica, in Giorn. stor. lett. della Liguria, 1900; Colonna De Cesari Rocca e L. Villat, Histoire de Corse, Parigi 1927.