LEONE I (Leo, Λέων)
Imperatore romano d'Oriente. Regnò dal 457 al 474.
Aveva sposato Verina, sorella di Basilisco (v.), dalla quale ebbe Ariadne (v.), che egli dette in sposa al capo degli Isaurici, Tarasicodissa (che allora prese il nome di Zenone, (v.) nel tentativo di combattere la potenza dell'elemento germanico capeggiato da Aspare (v.). Da Ariadne nacque Leone, che ancora cinquenne fu dal nonno associato nell'impero nel 473. Alla morte del nonno il bambino divenne imperatore (col nome di L. II), ma morì dopo pochi mesi. Gli successe il padre Zenone, da cui ebbe inizio la dinastia isaurica. L. I fu il primo imperatore che ricevette la corona dalle mani del patriarca di Costantinopoli e tutta la sua politica ecclesiastica rivelò un notevole zelo e una personale devozione. Donde il titolo di Grande datogli con riconoscenza dalla chiesa ortodossa.
La sua iconografia (da Cedrenus, - 1, p. 607, 12 Bonn - sappiamo ch'egli aveva testa tonda e senza particolari caratteri fisionomici) documenta con grande chiarezza queste tendenze. Due manoscritti del X sec. ci descrivono il mosaico (εἰκόνα ὁλόχρυσον ἐκ λίϑων πολυτελῶν), probabilmente absidale, fatto eseguire da L. I sull'altare della chiesa delle Blacherne, dove si conservavano importanti reliquie della Vergine per le quali L. I aveva donato un reliquiario. Nel mosaico appariva la Madonna (ἡ δέσποινα: forse l'appellativo era già nel titulus del mosaico) in trono avvicinata da L. I e Verina, quest'ultima con in braccio il piccolo L. II, inginocchiata (προσπίπτουσα) davanti alla Vergine, e la figlia Ariadne. Zenone non era incluso nel gruppo, forse a causa della sua professione religiosa o per altri motivi politici del momento. Era questa probabilmente la prima rappresentazione in cui un membro della famiglia imperiale apparisse in proskỳnesis dinnanzi alla Vergine o a Cristo; anzi è l'unica raffigurazione non occidentale, a una data ancora così alta, dei donatori accanto all'immagine del santo da loro venerato.
Il Grabar suppone che il mosaico fosse l'ex voto per la promozione di L. II a co-imperatore. Ancora nell'VIII sec. (Vita Scti. Stephani Iun., Migne, Pat. Gr., 407), sappiamo che nella chiesa delle Blacherne i genitori consacravano i loro bambini mettendoli nell'atteggiamento della proskỳnesis (προσκυνητικῶς) davanti all'immagine della Madonna. La Pietà di L. I ebbe un'altra cospicua manifestazione nei tipi monetali, dove per la prima volta apparve il monogramma di Cristo al posto dei voti (ormai da Teodosio II privi di un preciso significato) sullo scudo su cui scrive la Nike. Sui dritti delle monete egli appare con lo scettro crucigero (come già Eudoxia) e stringe nella destra l'ἀκάκια, che forse compare per la prima volta nell'iconografia imperiale sulle monete. Il suo volto ricorda quello di Teodosio II (anch'egli trace), soltanto il naso è più diritto, l'aspetto più energico, ed egli è ornato da una cortissima barba ricciuta. Peirce e Tyler avevano identificato con L. I il Colosso di Barletta (v.), identificazione successivamente respinta. Il frammento di un ritratto con corta barba ricciuta nel Museo Naz. Romano (n. 329) è stato attribuito, da V. Poulsen, alla stessa persona cui appartiene un notevolissimo ritratto di Copenaghen, Gliptoteca Ny Carlsberg, dallo stesso Poulsen identificato con Leone I. Presenta notevoli somiglianze stilistiche con i ritratti di Roma di Ariadne (v.); proviene da Roma; il frammento al Museo Naz. Romano fu rinvenuto sul Palatino.
Bibl.: Ensslin, in Pauly-Wissowa, XII, c. 1947 ss., s. v.; id., Zur Frage nach der ersten Kaiserkrönung durch den Patriarchen u. zur Bedeutung dieses Aktes in Wahlzeremoniell, in Byzant. Zeitschr., XLII, 1942, p. 101 ss.; O. Treitinger, Die oström. Kaiser und Reichs-idee nach ihrer Gestaltung im höfischen Zeremoniell, Jena 1938, 2a ediz., Darmstadt 1956. Sul mosaico delle Blacherne: R. P. Wenger, in Revue des Études Byzant., X, 1952, p. 54 ss.; A. Grabar, L'iconoclasme byzantin, Parigi 1957, p. 21 ss. Sulle monete: J. Tolstoi, Monnaies byz., S. Pietroburgo 1912-14, p. 108 ss.; J. Sabatier, Description générale des monnaies byz., I, Londra 1862, p. 128 ss.; R. Delbrück, Spätantike Kaiserporträts, Berlino-Lipsia 1933, pp. 95, 33 e 5; J. Kollwitz, Oström. Plastik, Berlino 1941, pp. 9, 72 (v. anche pp. 49, 50, 51, 57 sugli aspetti dell'incoronazione; p. 94 contro l'identificazione del Colosso di Barletta; su quest'ultimo v. Peirce-Tyler, Byz. Art, Londra 1928, tav. 22). Sul frammento dal Palatino: B. M. Felletti Maj, Mus. Naz. Rom., I ritratti, Roma 1953, n. 329; R. Bianchi Bandinelli, Hell. Byz. Illustrations of the Ilias, Olten-Losanna 1955, p. 156, fig. 226; V. Poulsen, Le premier Byzantin, in Byzantion, XXV-XXVII, 1955-57, 2, Mélanges Dyggve, pp. 509-12.