EYDOUX, Leone
Nacque a Torino nel 1829 da Siffredo. impiegato all'intendenza generale della Real Casa. La famiglia, di origine francese, era emigrata in Piemonte prima della Rivoluzione del 1789. Dal 1847 frequentò l'Accademia Albertina ottenendo fin dall'inizio numerosi riconoscimenti: dagli Atti dell'Accademia risulta infatti che nel 1847 gli venne conferita una medaglia per "una statua semplice in disegno", nel 1850 il secondo premio per "l'azione del nudo semplice in disegno", nel 1851 due menzioni onorarie per un disegno e un dipinto a olio, nel 1852 il secondo premio e una menzione onoraria tra gli allievi della scuola di nudo. Il dipinto La felicità di una madre, già premiato nel 1851, fu inviato a Parigi all'Esposizione universale del 1855. Nel 1852 espose per la prima volta alla Società promotrice di belle arti presentando un quadro di storia, Episodio della difesa di Roma (catal., n. 166), e un Ritratto d'uomo (ibid., n. 167, non in vendita). Il sodalizio con la Promotrice si protrasse fino al 1873, con l'eccezione del 1859, come risulta dai cataloghi e dagli album pubblicati annualmente. Nel 1853 si presentò alla Promotrice e ottenne grande successo e riconoscimenti ufficiali con la tela di soggetto evangelico Gesù disse loro: venite dietro di me e vi farò pescatori di uomini, acquistata dalla Società.
Tra le poche opere dell'E. di cui si conosce l'ubicazione si ricorda La figlia del prigioniero, presentata nel 1854 (catal., n. 164), dai toni di patetico sentimentalismo, che fu acquistata da Vittorio Emanuele II (Torino, palazzo reale).
Dai titoli nei cataloghi della Promotrice e dalle opere note emerge la preferenza dell'E. per i temi sentimentali come ad esempio Amore e amicizia, presentato nel 1855, dipinto ovale con l'immagine di due fanciulle "afflitte" in un paesaggio appena accennato (catal., n. 146), acquistato dalla Società e vinto in sorte dalla regina Maria Teresa (Torino, palazzo reale) o la tela tratta dagli Amanti fiorentini (1856) di F. D. Guerrazzi (catal., n. 57, acquisto della Società).
Nel 1857, oltre a partecipare alla Promotrice con Il preludio della rondinella ispirato al XXVI capitolo del Marco Visconti di Tommaso Grossi (catal., n. 117, acquistato dalla Società), espose a Brera La convalescenza. Dal 1855 ebbe lo studio a Torino; ma già nel 1859 risultava residente ad Asti e promotore, fino al 1866, della Società di quella provincia. Tra il 1867 e il 1868 ritornò a Torino come si deduce dagli elenchi pubblicati nei cataloghi annuali della Società promotrice di Torino.
L'E. presentò infatti ogni anno quadri di storia o scene di genere, dai toni sentimentali e intimistici, cari al gusto di certa borghesia un po' provinciale e legata alla tradizione. Oggi non si ha più notizia di queste opere, che, acquistate dalla stessa Società promotrice ed estratte a sorte tra i soci, finirono col disperdersi tra i salotti privati delle famiglie torinesi lasciando solo la memoria dei titoli.
Al Museo del Risorgimento di Torino si conserva il ritratto delle Principesse Maria Clotilde e Maria Pia presso la tomba della madre, che risale probabilmente agli anni attorno al 1858.
Il dipinto, dal tono fortemente dimesso, proviene verosimilmente da una committenza privata e ha valore documentario nella rigorosa ripresa del Monumento della regina madre eseguito da S. Revelli (cfr. Lamberti, 1980, pp. 669 s.).Nel 1863 espose alla Promotrice di Torino Amor filiale (catal., n. 102); nel 1864 La toeletta campestre (catal., n. 294) e una Madonna (catal, n. 309), di proprietà del pittore Enrico Gamba, amico dell'E., lo stesso forse che gli suggerì il dipinto di storia Episodio della peste di Milano, presentato l'anno dopo, ma già esposto nel 1864 a Brera con il titolo La madre di Cecilia (cfr. Lamberti, 1980, p. 1438).
Secondo lo Stella (1893) "era una delle cose migliori prodotte dal pennello di Eydoux"; il quadro però rimase invenduto perché il soggetto sembrò ripugnante agli occhi del pubblico. E proprio per l'importanza del tema rappresentato Luigi Rocca dedicò due pagine nell'Album della Società promotrice (Torino 1865, pp. 25 s.), "rimproverando" al pittore, apprezzato per le scene sentimentali e moraleggianti, una scelta così sgradevole.
Nel 1866 l'E. presentò L'età felice (catal., n. 157, anche questo non venduto) e Un conforto alla Vecchiaia (catal., n. 216) e nel 1867 Fanciulla nell'atto di bagnarsi, temente di essere sorpresa (catal., n. 214, non venduto). Alla stessa Promotrice presentò inoltre Iginia d'Asti atterrita ai fieridetti di Everardo suo padre (catal., n. 234), ispirato al V atto, scena 11 dell'Iginia di Silvio Pellico; nel 1868 Non maiabbastanza letta (catal., n. 294, non venduto) e Giovane baccante nell'atto di spremere l'uva, dipinto acquistato da Vittorio Emanuele II (catal., n. 304). Nel 1869 espose La vera nobiltà non dimentica gli amici nella sventura (catal., n. 237).
Quest'ultima opera, riprodotta nell'Album con un'incisione di Giacomo Carelli. è descritta da Vespasiano Roggero (nello stesso Album, p. 39) come opera "ricca di sentimento e di profonda ispirazione filosofica, in cui si scorgono animo gentile, armonia di colore, dolcezza d'intonazione, naturali e vive le attitudini dei personaggi".L'anno successivo inviò La fanciulla caritatevole (catal., n. 209), nel 1871 La fanciulla degli Amedei dalla tragedia Bondelmonte di Carlo Marenco, atto III, scena 1 (catal., n. 191), nel 1873 un altro quadro intimistico-moraleggiante Il ritorno della ravveduta (catal., n. 295). A Torino fu socio del Circolo degli artisti e dell'acquaforte, società d'artisti italiani, fondata nel marzo del 1869: nel secondo album di incisioni pubblicato dalla stessa società nel febbraio 1871 l'E. fu presente con l'acquaforte Piccole confidenze (tav. 25), raffigurante due fanciulle su uno sfondo di campagna. L'E. svolse inoltre attività didattica: dal 1863 al 1866 fu professore di disegno di figura e di paesaggio nel collegio militare di Asti; fu inoltre membro di commissione agli esami dell'Accademia Albertina di Torino: nel 1869 fu membro delle commissioni per l'ammissione ai corsi di pittura di Gaetano Ferri e Andrea Gastaldi; nel 1870 per quello di Gastaldi; nel 1872 e nel 1873 fu nelle commissioni per la scuola di pittura e per quella di disegno di figura, nel 1874 solo per quest'ultima. Dal 1872 fu Socio onorario dell'Accademia.
Morì a Torino nel 1875.
Fonti e Bibl.: Torino, Accademia Albertina, Atti a stampa della Real Accademia Albertina 1845-1880, ad annos; Ibid., Elenco dei giovani della Real Accademia di belle arti di Torino che hanno meritato premio e menzione (ms.), ad annos; A. Stella, Pittori e scultori in Piemonte 1842-1891 (catal. dell'esposizione retrospettiva del 1892), Torino 1893, p. 237; G. Giubbini, L'acquaforte originale in Piemonte e in Liguria 1860-75, Genova 1976, p. 206; L. Mallè, La pittura dell'Ottocento piemontese, Torino 1976, p. 35; M. M. Lamberti, in Cultura figurativa e architettonica negli Stati del re di Sardegna 1773-1861 (catal.), II-III, Torino 1980, pp. 669 s., 714 s., 1438; R. Maggio Serra, in La pittura in Italia, Ottocento, Milano 1990, I, pp. 66 s., 84; A. Casassa, ibid., p. 814.