LEONE des Avanchers (al secolo Michele galliet)
Missionario e viaggiatore nell'Africa Orientale. Nato nel 1809 nel villaggio di Les Avanchers (presso Moutiers) in Tarantasia (Savoia), entrò nell'ordine dei cappuccini e fu più tardi chiamato a far parte delle missioni in Africa. Prima cappellano nelle isole Seicelle, fu nel 1856 trasferito alla missione fra i Galla allora diretta da A. Massaja. Inviato dal Massaja sulla costa dell'attuale Somalia Italiana, restò circa due anni a Brava tentando di organizzare colà una carovana che raggiungesse il Uolamo e il Caffa aprendo così una nuova via di penetrazione dalla Somalia nell'Etiopia meridionale. Questo progetto che, secondo un rapporto di G. Massaja a Cristoforo Negri allora segretario di Cavour, avrebbe dovuto essere completato da trattati tra il regno di Sardegna e gli staterelli Sidāmā del Sud Etiopico, non fu potuto attuare. E allora il Leone si trasferì a Massaua e nell'attuale Eritrea dove negoziò, sempre per conto del Ministero degli esteri di Torino, un trattato di amicizia tra il regno sardo e quello abissino rappresentato dal deggiac Negusié. Il trattato fu inviato il 12 febbraio 1859 dal L. al Conte di Cavour, il quale tuttavia non poté dar seguito alla cosa per la guerra allora imminente in Italia; nè fu possibile inviare a Massaua un console, come raccomandava il L., il quale aveva di sua iniziativa suggerito a Torino anche la fondazione di una colonia sarda ad Andada presso la baia di Zula.
Da Massaua il L. raggiunse nel 1860 il paese dei Galla e si stabilì nel regno di Ghera nel territorio di Afallo. Lì, dopo l'espulsione del Massaja dall'Etiopia a opera del negus Teodoro II, il L. restò isolato e praticamente prigioniero dei Galla sino alla sua morte. Sopraggiunti nel Ghera il Chiarini (v.) ed il Cecchi (v.), nel febbraio 1879, il L. li accolse fraternamente dividendo con loro quel pochissimo che la ferocia dei suoi carcerieri gli lasciava. Ma questa sua assistenza finì per aggravare contro di lui i sospetti della ghenné Gumitti, regina del Ghera, che lo fece avvelenare. Il L. morì, così, ad Afallo il 2 agosto 1879.
Il L. raccolse, durante la sua permanenza in Etiopia, materiali scientifici, prevalentemente linguistici ed etnografici, sulle popolazioni Galla e Sidama. Una parte di questi dati, salvati dal Cecchi, è stata inclusa nell'opera di quel viaggiatore. La tomba del L. fu rintracciata e onorata da E. Cerulli nella boscaglia di Afallo nel 1927.
Bibl.: E. Cerulli, Etiopia Occidentale, I, Roma 1930; Libro Verde Etiopia, presentato al Parlamento il 7 dicem. 1889; A. Cecchi, Da Zeila alle frontiere del Caffa, Roma 1884-87; L. Traversi, Let Marefià, Milano 1931.