SAVIOLI, Leonardo
Architetto, grafico e pittore, nato a Firenze il 30 marzo 1917, morto ivi l'11 maggio 1982. Conseguì la laurea in architettura presso l'università fiorentina nel 1941, ma già nel 1940 aveva intrapreso l'attività didattica come assistente di G. Michelucci. Dall'immediato dopoguerra iniziò l'attività professionale insieme a L. Ricci (v. in questa Appendice) e G. Gori, in una collaborazione che sarebbe durata fino al 1948, quando ebbe inizio un lungo rapporto di lavoro con D. Santi.
Con il suo primo gruppo esordì in una serie di concorsi per la redazione di Piani di ricostruzione e per la progettazione di molti ponti fiorentini. Tra questi i più significativi sono i progetti per il Ponte alla Vittoria (1944-45) e per il Ponte alla Carraia (1945-46), nei quali viene posto l'accento sul concetto di vivibilità del ponte stesso, inteso come un vero e proprio spazio architettonico. L'ultimo lavoro eseguito con Ricci e Gori è il mercato dei fiori di Pescia (1948), che ricevette il massimo riconoscimento per la sua categoria con il premio internazionale di San Paolo. Dal 1949 al 1951 fu impegnato nella redazione del Piano regolatore di Firenze, nel quale manifestò la sua convinzione dell'indissolubilità tra fatto urbanistico e architettonico, entrando pienamente nel dibattito culturale fiorentino. Contemporaneamente (1950-51) realizzò la sua abitazione-studio di fronte alla Certosa del Galluzzo (Firenze), nella quale risultava fortemente legato alle preesistenze ambientali toscane.
Caratteristica del suo iter progettuale, a partire dagli anni Cinquanta, è la ricerca di un affinamento linguistico e di un uso seriale di alcuni elementi architettonici di dettaglio, nonché di un vivace rapporto tra elementi strutturali in cemento a vista e ampie superfici intonacate. Ciò è evidente nella progettazione degli edifici INA-Casa nel quartiere Belvedere a Pistoia (1957); negli edifici del piano urbanistico del quartiere di Sorgane (Firenze; 1957); nella pensione Sacchelli a Tonfano (Lucca; 1960); e nella villa Sandroni di Arezzo (1962-64). Nella villa Taddei a S. Domenico, presso Fiesole, progettata più tardi (1964-65), S. dà all'edificio un carattere decisamente brutalista con l'impiego del solo cemento a vista che richiama l'ultimo Le Corbusier, da cui egli trasse spunto in molte opere. Di notevole interesse, per la particolare metodologia adottata nella sua progettazione e realizzazione, è la casa Bayon di S. Gaggio (Firenze; 1965-72), che appare costituita da due parti volutamente distinte: al tema del brutalismo ripetuto nella massiccia copertura poggiante su un telaio ben visibile, si contrappone il tema purista della cellula residenziale, trattata a intonaco bianco e inserita successivamente all'interno del telaio. Dall'esigenza di superare la separazione tra progettazione urbanistica e architettonica, nascono quindi i progetti per il complesso residenziale presso Sermoneta (Latina; 1976) e per le macrostrutture del centro direzionale di Firenze (1977), in collaborazione, quest'ultimo, con Ricci. In ambedue, come del resto nelle progettazioni degli ultimi anni, s'impone sempre più tenacemente l'interesse per l'uso di strutture metalliche, lette in chiave del tutto personale.
Bibl.: G.C. Argan, U. Apollonio, G. Marchiori, L.V. Masini, P. Portoghesi, L. Ricci, Leonardo Savioli, Firenze 1966; L'Architettura, 310-11 (agosto-settembre 1981); F. Brunetti, Leonardo Savioli Architetto, Firenze 1982; L'Architettura, 380 (giugno 1987).