PATERNA BALDIZZI, Leonardo
PATERNA BALDIZZI, Leonardo. – Nacque a Palermo il 23 febbraio 1868 da Antonino Paterna, artigiano, e da Provvidenza Baldizzi.
Nel 1884 conseguì la licenza tecnica all’Istituto Filippo Parlatore. Si iscrisse all’Università di Palermo e contemporaneamente seguì i corsi all’Accademia di belle arti. Il 31 agosto 1889 ottenne il diploma di abilitazione all’insegnamento del disegno e iniziò l’apprendistato nello studio del suo mentore e maestro Giuseppe Damiani Almeyda. Si fece notare per i rilievi della chiesa di S. Giorgio dei Genovesi all’Esposizione nazionale di Palermo del 1891-92 e all’Esposizione Colombiana italo-americana di Genova del 1892. La sua predisposizione al disegno lo portò a eseguire innumerevoli schizzi e rilievi di monumenti e architetture. Vincitore di concorso nel 1892 per la docenza nelle scuole tecniche, insegnò alla Scuola Domenico Scinà di Palermo, benché continuasse a lavorare come disegnatore architetto.
Nel 1894 prestò servizio militare a Roma. Qui iniziò a scrivere i suoi diari, un’attività che lo accompagnò per tutta la vita. Nel 1896 partecipò per la seconda volta al Pensionato artistico, classificandosi primo. Si trasferì definitivamente a Roma nel gennaio 1897, dove ebbe modo di frequentare architetti e artisti come Ettore Ximenes, per il quale nel 1900 progettò in stile floreale un villino in piazza Galeno. Nello stesso anno, per l’elaborato finale del Pensionato, scelse come tema un campo sportivo immaginato in forme liberty. Durante gli anni del soggiorno romano disegnò diversi progetti (monumento ai caduti di Dogali, pergamo per la chiesa di S. Silvestro in Capite, monumento a Benedetto Brin).
Effettuò innumerevoli viaggi in Italia e all’estero per visitare città e paesi, immortalati sempre nei suoi diari e carnet. Nel 1900 si fidanzò con la figlia dello scrittore e patriota Raffaello Giovagnoli, Enrica, sua musa ispiratrice per il resto della vita. Ritornò all’insegnamento prestando servizio presso la Scuola normale femminile Margherita di Savoia a Roma. Nel 1901 si sposò; testimoni furono il pittore Cesare Maccari, il maestro Giovanni Sgambati, lo scultore Ettore Ximenes e il senatore Emanuele Paternò di Sessa.
Con l’eliminazione dei docenti maschi nelle scuole femminili, fu comandato dal ministero presso il Foro Romano, sotto la direzione di Giacomo Boni, per il quale aveva già lavorato come disegnatore per alcuni rilievi. Dopo l’esame della Giunta superiore di belle arti, del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e del Collegio dei docenti della Scuola di applicazione per gli ingegneri, il 21 ottobre 1902 ottenne la laurea ad honorem di architetto civile. Nel 1903 vinse il posto per ingegnere presso l’Ufficio regionale per la Conservazione dei monumenti del Piemonte e della Liguria e si trasferì a Torino. Ebbe l’opportunità di eseguire numerosi lavori di restauro (tra i quali quelli per il duomo di Chivasso, per la chiesa di S. Cristina a Torino, per palazzo S. Giorgio a Genova, per l’arco di trionfo di Finalpia). Iniziò a studiare Filippo Juvarra, con rilievi e ricerche archivistiche. Grazie all’appoggio di Damiani Almeyda, nel 1905 conseguì la vittoria al concorso per la cattedra di disegno architettonico presso la Regia Università di Napoli (quattro anni dopo vinse anche l’ordinariato). Nella città partenopea, oltre all’insegnamento, esercitò fino al 1909 anche l’incarico come conservatore che gli permise di lavorare, tra gli altri, ai rilievi per i restauri della chiesa di S. Lorenzo Maggiore, del duomo di Barletta, della rocca Janula di Montecassino e dell’altare de Pazzis nella chiesa di S. Giovanni a Troia. Nel 1906 ebbe grande notorietà con la decorazione in stile liberty della gioielleria Knight in piazza de Martiri. Nel 1909 Paterna Baldizzi pubblicò il primo libro Gradus ad Parnassum relativo alle sue opere concepite e realizzate fino a quel periodo. A Napoli progettò e costruì in questo periodo interessanti architetture in stile floreale.
Durante la Grande Guerra prestò nuovamente servizio militare. In seguito, ritornò a lavorare a Napoli, dove riprese l’insegnamento universitario. Nel 1923 progettò per l’impresa dei suoi allievi Giovagnoni e Nicotera, il teatro sociale (oggi Savoia) e il grande albergo a Campobasso in forme tardoliberty, forse la sua ultima opera più interessante (si è conservato il solo teatro). Negli anni finali della sua vita partecipò a diversi concorsi, ma senza mai riportare alcuna vittoria. Fece parte di innumerevoli commissioni ministeriali ed edilizie. Diresse per trentadue anni l’Istituto di architettura e ornato dell’ateneo napoletano.
Scrisse i suoi tanti diari di viaggio, articoli polemici e saggi storici con la stessa passione con cui insegnò e disegnò architetture, paesaggi, arredi, decorazioni d’interni, ferri battuti e pergamene: «in tutta la sua carriera egli fu assillato da due esigenze spesso inconciliabili: l’una era una sentimentale, se pur autentica, vocazione figurativa e l’altra era un bisogno di collezionare titoli ed onorificenze, un irresistibile fascino per l’ufficialità» (De Fusco, 1989, p. 92).
Morì a Roma il 18 maggio 1942.
Opere. Villa Ximenes, Roma 1900; progetti per il concorso per il cimitero, Mantova 1901-03; gioielleria Knight in piazza de Martiri, Napoli 1906; progetto per il primo concorso per la stazione di Milano 1907; progetto per la villa de Berardinis, Pescara 1908; progetto per il concorso di restauro della chiesa di S. Rosa, Viterbo 1909; progetto di un edificio per l’Esposizione di belle arti, Napoli 1911; primo villino per l’avvocato Alfredo Marotta in via Solimene al Vomero, Napoli 1912; secondo villino Marotta al Vomero, Napoli 1912; terzo villino Marotta al Vomero, Napoli 1913; casa-studio per Filippo Cifariello in via Solimene al Vomero, Napoli 1913; pastificio e abitazione De Rosa - Di Nola, Castellammare 1913-21; casa colonica, Monterotondo 1914; villa per Pietro Palladino alla Gaiola, Napoli 1914-21; case popolari, Pozzuoli 1915; progetto di viale panoramico tra Capodimonte e via Tasso, Napoli 1918; piano di lottizzazione di Cuma nuova, 1918-19; progetto dell’Isola Mirabile 1921; progetto del negozio sotterraneo Daco, Napoli 1921; teatro sociale (Savoia) e grande albergo, Campobasso 1923; villa a Marechiaro, Napoli 1923; istituto vocazionario a Pianura, Napoli 1923; villino Di Ruocco, Gragnano 1923; edicole Cobianchi, Napoli 1925; progetto di concorso per il palazzo delle Poste, Napoli 1928; edificio della quarta funicolare per la SPEME (Società partenopea di edilizia moderna ed economica) in via Manzoni, Napoli 1930; progetto di concorso per il palazzo degli uffici finanziari dell’Avvocatura, Napoli 1933; progetto di concorso per il monumento a Armando Diaz, Roma 1934; progetto di concorso per il palazzo del Littorio, Roma 1934; progetto di concorso per la piazza imperiale all’Eur, Roma 1937-38.
Tra gli scritti si ricordano: Progetto vincitore del concorso di 2. grado per l’architettura al pensionato artistico nazionale del 1896, Torino 1902; Saggi di composizione e rilievo, Torino 1903; La chiesa di S. Giorgio dei Genovesi in Palermo, Torino 1904; Fra uno schizzo e una nota: dai diari dei viaggi artistici, Torino 1905; Due maioliche di Giovanni Della Robbia, Napoli 1906; A proposito della decorazione di una gioielleria in piazza Martiri a Napoli, Torino 1907; Gradus ad parnassum. Disegni vari e progetti architettonici, Torino 1909; Cenno storico dell’Associazione nazionale insegnanti disegno…, Napoli 1910; Il disastro universitario: cenni critici sugli edifici della Regia Università di Napoli, in L’Ingegneria moderna, 15 gennaio-15 febbraio 1911, pp. 1-7; L’Archivio artistico nazionale a Roma, ibid., 15 maggio-15 giugno 1911, pp. 1-9; Il tramonto del Vignola, in IX Congresso internazionale degli architetti, Roma… 1911. Tema IV, Considerazioni sull’architettura moderna, s.l. 1911; Rocca Janula nell’arte e nella storia, Napoli 1913; I limiti delle arti di architettare. Discorso letto il 25 novembre per l’inaugurazione dell’anno accademico 1917-18 nella Regia Università di Napoli, Napoli 1918; Altare votivo della famiglia di Ettore De Pazzis in S. Giovanni Battista di Troia (Foggia), Napoli 1918; Monte Echia e S. Lucia: tradizioni e origine di Napoli. Conferenza tenuta il 23 aprile 1925 alle Università Popolare… Progetto di pubblica passeggiata e di collegamento del rione S. Lucia con Corso Vittorio Emanuele, Napoli 1925; Domenico Morelli: nel primo centenario della nascita. Conferenza inaugurale della Esposizione e dell’anno VI della Accademia di belle arti…, Napoli 1928; La scuola di disegno di architettura della Regia Università di Napoli dalle origini al 1931, Napoli 1932; Nozioni generali di prospettiva, Napoli 1933; Premesse alle lezioni grafiche di disegno architettonico dettate nella Regia Università di Napoli… anno scolastico 1906-1928, Napoli 1933; Onoranze rese alla memoria di Raffaele Giovagnoli a Monterotondo il 22 aprile 1934, Roma 1934; La prima chiesa di Roma, Roma 1941; Non omnis moriar. Dal diario dei miei viaggi artistici e della mia attivita professionale: progetti, disegni, studi, rilievi architettonici, schizzi a penna, acquarelli, Roma 1943; L’arte medioevale nella chiesa di S. Chiara di Napoli, Roma 1944.
Fonti e Bibl.: L’archivio di Leonardo Paterna Baldizzi, consistente in 24 diari (contenenti scritti, disegni, fotografie e ritagli di giornale) e 13 cartelle (con appunti, corrispondenza, disegni e una raccolta di autografi di vari personaggi), è pervenuto al fondo manoscritti linceo dell’Accademia nazionale dei Lincei, conservato presso la Biblioteca Corsiniana di Roma. Un’altra parte dell’archivio, consistente in 88 disegni relativi a 11 progetti, fu donato all’Associazione artistica cultori di architettura di Roma e attualmente fa parte dell’Archivio del Centro studi per la Storia dell’architettura (Roma, Casa Crescenzi); il 2 aprile 1984 è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio che ne ha curato anche l’intervento di inventariazione. I disegni si riferiscono in prevalenza a rilievi e progetti di restauro in varie località, tra cui quelli della chiesa di S. Giorgio dei Genovesi a Palermo, del tempio della Fortuna Virile (chiesa S. Maria Egiziaca) a Roma e della rocca Janula presso Cassino. Altri documenti sono rintracciabili a Genova, Wolfsonian Foundation (in partic. 2 disegni e 29 fotografie).
P. Giglio, L. P. B., Napoli 1923; R. De Fusco, Il floreale a Napoli (1959), Napoli, 1989, pp. 92-100; G. Alisio, Il Vomero, Napoli 1987, passim; L. Finocchi Ghersi, L. P. B. e Ignazio Carlo Gavini architetti, in L’Associazione artistica tra i cultori di architettura e Gustavo Giovannoni. Atti del Seminario internazionale, Roma… 1987, Roma 1990, pp. 78 s.; P. Belfiore - B. Gravagnuolo, Napoli. Architettura e urbanistica del Novecento, Roma-Bari 1994, passim; C. Bellanca, Spigolature sul tempio di Portuno, cosiddetto della Fortuna Virile, nei disegni di L. P. B., in Studi romani, XLVII (1999), pp. 379-386; La rocca Janula di Cassino: attraverso le ricerche di L. P. B. e G.F. Carettoni, a cura di E. Pistilli, Cassino 2000; B. Berta, Il Pensionato artistico nazionale di architettura: trenta anni di storia, dall’istituzione al primo dopoguerra, in Palladio, n.s., XXII (2009), 43, pp. 25-46.