Olschki, Leonardo
Filologo (Verona 1885 - Berkeley, California, 1961); insegnò letteratura e filologia romanza a Friburgo e per molti anni ad Heidelberg, quindi a Roma, da dove si allontanò a causa delle leggi razziali (1939). Docente per oltre un decennio nelle università degli Stati Uniti (specialmente nell'Istituto Orientale della California University), ebbe modo di estendere Ie predilette ricerche sulla caratterizzazione etnico-geografica dei grandi fatti culturali, con versatili incursioni nella storia naturale e in quella delle scoperte geografiche. Rientrato in Italia, fu accolto nei Lincei e pubblicò (1953) il suo libro dantesco più discusso, D. poeta-Veltro.
Nella produzione dell'O. il primo contributo dantesco fu l'edizione della Commedia (Heidelberg 1918) destinata nell'uso degli studiosi tedeschi a sostituire quella del Filalete. L'O.. offrì, col testo italiano nella lezione del Witte, un commento tedesco che nel suo sorvegliato eclettismo teneva conto delle più aggiornate acquisizioni della dantologia, nonché un'ampia prefazione, un'appendice storico-biografica, grammaticale e metrica e un prezioso glossario italo-tedesco.
Ragionevolmente cauti nelle conclusioni i suoi studi sui rapporti tra D. e il mondo islamico (D. e l'oriente, Mobammedan Eschatology, ecc.) in cui, dopo aver notato le attinenze dell'escatologia musulmana con l'oltretomba dantesco, ritiene del tutto improbabili dei contatti diretti, al di fuori cioè della mediazione averroista. Assai più decisa la sua esegesi del veltro, che riproponendo con nuovi argomenti la vecchia tesi del Benini e del Della Torre, giungeva a identificare il profetizzato liberatore col poeta stesso. La soluzione dell'O., nonostante qualche autorevole consenso, non poteva convincere una critica sempre più guardinga negli esercizi di decifrazione: rimane tuttavia significativa, sia perché è la più documentata nello sforzo di riconoscere in feltro e feltro il segno dei pilleati fratres o Gemelli (la costellazione di D.), sia per il peso degli argomenti con cui esclude dall'identificazione col veltro la tradizionale proposta di un imperatore o di un papa.
Opere dell'O. con attinenze dantesche, oltre all'ediz. della Commedia: Die romanische Literaturen des Mittelalters, Wildpark-Potsdam 1928; Sacra doctrina e theologia mystica, in " Giorn. d. " XL (1935) 1-24; D., i barattieri e i diavoli, ibid. XLII (1937) 1-28; D. e l'oriente, Firenze 1938; D. and Peter da Vinea, in " The Romanic Review " XXXI (1940) 105-111; The genius of Italy, Londra-Nuova York-Toronto 1949 (Ithaca, N.Y. 1954); Mohammedan Eschatology and Dante's Other World, in " Comparative Literature " III (1951) 1-17; . Tra feltro e feltro, in " Nuova Antol. " LXXXVII (1952) 386-399; D. poeta-Veltro, Firenze 1953.
Bibl. - K. Vossler, in " Literaturblatt für Germanische und Romanischen Philologie " XL (1919) 11-12; A. Bassermann, in " Deutsche Literaturzeitung " XL (1919) 13-14; L. Valli, in " Giorn. d. " XXIV (1921) 72-73; M. Sampoli Simonelli, in " Studi d. " XXXII (1954) 101-105; U. Pirotti, recens. a L'Italia e il suo genio, in " Convivium " IV (1955); M. Porena, in " Rendic. Accad. Naz. Lincei " s. 8, VIII (1953) 230-237; A. Vallone, Studi su D. medievale, Firenze 1955, 128-135; O. Kristeller, in " Romanische Forschungen " LXXIV (1962) 109-110.