MURA, Leonardo (in religione Bonfiglio)
– Nacque il 6 agosto 1810 a Cuglieri, allora in provincia di Bosa, oggi di Oristano, da Lorenzo e da Maria Francesca Manca; mutò il nome di battesimo in Bonfiglio con l’ingresso nell’Ordine dei servi di Maria.
Decise di farsi servita nel 1824 per osservare un voto fatto per chiedere la guarigione del fratello Antonio gravemente malato. Compiuto il noviziato nel convento di S. Antonio a Sassari, nel 1827 entrò nel convento dell’Annunziata a Firenze, dove vestì l’abito religioso e rimase fino al 3 aprile 1830, data del suo trasferimento a Genova. Il 7 ottobre 1832 fu mandato a Torino dove fu ordinato sacerdote nel 1833. In quello stesso anno fu inviato a Roma, nel collegio teologico dell’ordine, l’Enrico Gandavense a S. Marcello, per continuare gli studi di teologia che lo portarono, in giugno, al grado di baccelliere. Trasferito a Sassari come lettore di filosofia nel locale convento dei serviti, conseguì il magistero in teologia. Dal 1839 circa al 1844 fu a Bologna, nel convento di S. Maria dei Servi, dove fu reggente degli studi, professore e anche priore del convento. Nel 1844 fu di nuovo a Roma, quale reggente del Gandavense. Nel 1842 Gregorio XVI lo designò a succedere a mons. Giovanni Bua quale arcivescovo di Oristano ma Mura chiese e ottenne di essere esonerato da questo incarico.
Nel 1847 il capitolo generale dell’ordine lo nominò procuratore generale, carica che tenne fino al 1853, quando Pio IX lo incaricò dell’insegnamento di diritto naturale e delle genti all’Università di Perugia. Appena un anno dopo, il 29 dicembre 1854, fu eletto rettore dello stesso Ateneo, carica che gli fu rinnovata il 9 gennaio 1858.
Gli anni perugini permisero a Mura di stabilire uno stretto rapporto con il cardinale Gioacchino Pecci, il futuro Leone XIII, all’epoca vescovo della città e cancelliere dell’università. La sua attività di rettore fu segnata dalla preoccupazione di restituire rigore e disciplina all’insegnamento universitario attraverso un ritorno ai principi fissati da Leone XII nella costituzione Quod divina sapientia (1824), che regolava le attività dell’ateneo. Si impegnò così nella repressione dell’associazionismo studentesco e impose agli studenti la frequenza regolare dei corsi quale requisito per accedere ai gradi successivi del cursus universitario. Dimostrò inoltre una particolare sensibilità per il problema del grado di istruzione del clero, partecipando alla costituzione dell’Accademia di S. Tommaso, fondata nel 1859 da Pecci. Il progetto, che mirava a migliorare la cultura del clero attraverso la pratica della dottrina di Tommaso d’Aquino, non ebbe però seguito a causa dei moti di Perugia del 1859 e dell’annessione della città al Regno d’Italia.
Nel 1854 diede alle stampe La Filosofia moderna, opera di taglio eminentemente polemico, i cui contenuti furono ripresi e approfonditi quasi dieci anni dopo negli Studi filosofico-polemici sulla società moderna (1863). In queste due opere difendeva la filosofia cattolica, da lui intesa nei termini di una philosophia perennis, fondata sulle verità rivelate e il cui contenuto aveva un carattere olistico, andando dalle questioni metafisiche a quelle etiche.
Tale filosofia aveva trovato la sua effettiva traduzione pratica nell’ordinamento della società medievale. Riprendendo la ‘genealogia degli errori’, schema interpretativo in voga ai primi dell’Ottocento, Mura rilevava come la Riforma protestante, sgretolando i principi alla base della christianitas medievale, fosse stata all’origine di un processo storico, culturale e sociale che, attraverso il razionalismo moderno e l’illuminismo dei philosophes, arrivava alla Rivoluzione francese e alle rivoluzioni ottocentesche. Attaccando l’autorità della Chiesa e affermando il dominio della ragione individuale in alternativa al teocentrismo cattolico, i contenuti della Riforma luterana, di natura teologica, avevano generato, sul terreno filosofico, l’anticattolicesimo di Voltaire e soprattutto il costituzionalismo di Rousseau, che aveva scardinato il principio di legittimità divina dell’autorità dei sovrani, sostituendolo con la sovranità popolare. Le rivoluzioni armate del 1789 e del 1848 non erano state che la conseguenza del tentativo di applicare i principi della filosofia moderna onde instaurare una società secolarizzata. Filosofia e società moderne erano dunque, per Mura come del resto per molti suoi contemporanei, le due facce di una modernità nata sotto il segno di Lutero e sviluppatasi in opposizione alla Chiesa.
L’11 gennaio 1859 il capitolo generale dell’ordine elesse Mura priore generale. Allo scoppiare dei moti di Perugia, il 14 giugno 1859, egli si trovava a Roma per il capitolo, circostanza che gli permise di evitare vendette e ritorsioni da parte degli studenti universitari protagonisti dell’insurrezione della città. Nell’aprile 1860 Pio IX lo nominò rettore dell’Università di Roma La Sapienza. Nello stesso periodo divenne anche consultore della congregazione della Sacra Inquisizione e della congregazione delle Indulgenze e delle sacre reliquie. In queste vesti conservò e approfondì la sua posizione di aspra polemica nei confronti della filosofia moderna, riversando i punti centrali di questa riflessione nei vota che fu chiamato a elaborare.
Nell’autunno 1861 fu associato alla commissione incaricata da Pio IX di stilare una lista di errori del pensiero politico e filosofico moderno destinata a essere raccolta nel Syllabo. Nel 1863 fu coinvolto, come consultore dell’Inquisizione, nel procedimento contro gli scritti di Gerard Casimir Ubaghs. Nel 1866-67, in occasione della condanna del cardinale Girolamo D’Andrea, già prefetto della sacra congregazione dell’Indice dei libri proibiti, partecipò alla ricca produzione di pamphlets e scritti polemici fiorita attorno alla vicenda, dando alle stampe tre lettere, pubblicate sotto la denominazione di ‘un Antico Professore’ fra la primavera e l’autunno 1867, nelle quali avanzava profonde critiche alle posizioni del cardinale, ravvisandovi pericolose aperture al pensiero moderno.
Il 28 luglio 1867 fu eletto consultore della Commissione teologico-dogmatica incaricata di preparare il concilio Vaticano I al quale, nel 1870, partecipò come perito del cardinale Filippo De Angelis, vescovo di Fermo e primo presidente dell’assemblea, e del cardinale Luigi Amat. Secondo la testimonianza del diario di Vincenzo Tizzani a Mura si deve anche la stesura dell’indirizzo dell’Università di Roma in favore del dogma dell’infallibilità papale (cfr. Il Concilio Vaticano I: diario di Vincenzo Tizzani (1869-1870), a cura di L. Pásztor, II, Stuttgart 1992, pp. 459 s.).
Sempre nel 1867, lasciando la guida dell’ordine a Giovanni Angelo Mondani, concluse il generalato, che aveva attraversato il difficile passaggio storico segnato dalle leggi eversive del Regno d’Italia, cui aveva cercato di reagire istituendo due nuovi noviziati e sostenendo la prima fondazione dei servi di Maria in Inghilterra nel 1864. Fu nondimeno accusato di aver trascurato la cura e la guida dell’ordine a causa dei molti impegni accademici e di curia ricoperti a partire dal 1860.
Dopo il 20 settembre 1870, con il passaggio della Sapienza allo Stato italiano, perse di fatto il ruolo di rettore, sebbene mantenne formalmente la carica fino al 1876. Riuscito a stento nei giorni della breccia a sottrarsi a un gruppo di studenti universitari che intendeva catturarlo, nell’ottobre 1870, grazie a un salvacondotto del generale Luigi Cadorna, poté raggiungere Cagliari e da qui ritirarsi nel paese natale.
Si aprì così l’ultimo periodo della vita di Mura, segnato da un rinnovato interesse per gli studi e dalla ripresa della produzione pubblicistica. Al tempo stesso egli continuò a ricevere incarichi ecclesiastici. Nel 1876 i vescovi sardi gli affidarono il compito di organizzare la costituzione delle facoltà teologiche di Sassari e Cagliari e in quest’ultima nel 1878 riprese anche a insegnare diritto naturale e delle genti. Nel febbraio 1879 fu eletto arcivescovo di Oristano. Nello stesso periodo Leone XIII, suo estimatore dagli anni perugini, lo incaricò di gestire la vertenza che opponeva il vescovo di Galtellì-Nuoro, Salvatore Angelo Maria Demartis, ad alcuni canonici del capitolo. Il 5 marzo 1881, su sua richiesta, gli fu assegnato un vescovo ausiliare nella persona di mons. Tommaso Bichi.
A Oristano, si impegnò energicamente nell’attività pastorale, mantenendo sempre la sua posizione polemica contro la società moderna: nelle sue lettere pastorali, mettendo in guardia la diocesi dai pericoli e dagli inganni della modernità e dalla Riforma luterana, invitava a ritornare alla solida dottrina cattolica espressa nelle opere di Tommaso d’Aquino, ricollegandosi così all’esperienza perugina dell’Accademia di S. Tommaso e sposando il programma culturale neotomista del pontificato leonino.
Morì a Cuglieri il 18 luglio 1882.
Fu sepolto nel cimitero del suo paese natale. La salma fu solennemente traslata nella collegiata di Cuglieri, la chiesa della Madonna della Neve, il 1° ottobre 1902.
Opere: Le ostilità della rivolta contro il Cattolicesimo negli ultimi avvenimenti di Roma. Memoria storico-polemica di Bonfiglio Mura D.S., Roma 1850; La Filosofia moderna considerata nelle sue tendenze ostili al Cattolicesimo e alla Società, Perugia 1854; Cenni storici sul venerabile monastero di S. Maria delle Povere di Perugia compilati e pubblicati dal P. Bonfiglio Mura dei Servi nel fausto giorno in che l’eletta donzella signora Antonia Gasti vestiva nello stesso monastero le sacre lane delle Serve di Maria, ibid. 1857; Il clero e la società moderna, ossia esame critico di alcune lagnanze della società moderna contro il clero e contro i diritti. Dissertazione del P. Bonfiglio Mura D.S., Roma 1860; Sulla quistione romana. Scritti di Bonfiglio Mura D.S., ibid. 1862; Studi filosofico-polemici sulla società moderna con appendice sull’origine dell’autorità sociale, per Bonfiglio Mura dei Servi di Maria, ibid. 1863; Sulla difesa del cardinale Girolamo D’Andrea nel Voto per la Verità. Osservazioni di un antico professore, Italia, marzo 1867; Lettera prima d’un antico professore all’Eminentissimo Sig. cardinale Girolamo D’Andrea, Italia, giugno 1867; Nuova difesa del sig. cardinale Girolamo D’Andrea e nuove osservazioni di un antico professore, Italia 1867; Il Concilio e il Concordato, ossia esame critico di un dispaccio del Sig. conte di Beust e di una dichiarazione dei professori di Monaco, Firenze 1871; Biografia della marchesina Geltrude Boschi di Bologna, Bologna 1876.
Fonti e Bibl.: A.G. Angotzi, Relazione delle solenni funebri onoranze tributate il primo ottobre 1902 a Mons. Bonfiglio M., arcivescovo di Oristano, nella chiesa dell’insigne collegiata di S. Maria della Neve in Cuglieri, Bosa 1903; F.M. Berlasso, Il pensiero del padre Bonfiglio M. (1810-1882) intorno alla società contemporanea, in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, IX (1959), pp. 18-58; G. Martina, Osservazioni sulle varie redazioni del «Sillabo», in Chiesa e Stato nell’Ottocento. Miscellanea in onore di Pietro Pirri, a cura di R. Aubert - A.M. Ghisalberti - E. Passerin d’Entrèves, Padova 1962, pp. 419-523; F.M. Berlasso, La fine del dominio pontificio in Umbria nel carteggio del card. Pecci con il prof. Bonfiglio M., in Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria, XII (1963), pp. 217-286; O. Alberti, I vescovi sardi al concilio Vaticano I, Roma 1963, pp. 155-164; Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, a cura di R. Ritzler - P. Sefrin, VIII, Padova 1968, p. 116; G. Martina, Problemi storiografici e metodologici sull’episcopato Pecci, in Studi sull’episcopato Pecci a Perugia (1846-78), a cura di E. Cavalcanti, Perugia 1986, pp. 51-106; G. Martina, Pio IX (1851-66), Roma 1986, p. 662; Id., Pio IX (1867-78), Roma 1990, pp. 18-24; S. De Francisci, Rivoluzione Francese e cattolicesimo conservatore. Introduzione al pensiero politico di Bonfiglio M., in Quaderni Bolotanesi, XVIII (1992), pp. 121-147; O.J. Dias, L’Ordine dei Servi di Maria al tempo di sant’Antonio Maria Pucci, in Storia e profezia nella memoria di un frate santo, a cura di E. Peretto, Roma 1994, pp. 141-208; C. Frova, Bonfiglio M. (1810-1882) docente e rettore nell’Università di Perugia, in Dal mondo antico all’età contemporanea. Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti dal dipartimento di storia dell’Università di Sassari, Roma 2001, pp. 635-662; J. Ickx, La S. Sede tra Lamennais e san Tommaso d’Aquino. La condanna di Gerardo Casimir Ubaghs e della dottrina dell’Università di Lovanio (1834-1870), Città del Vaticano 2005, pp. 401-403, 421-423; O.J. Dias, Padre Bonfiglio M., OSM: la formazione, gli studi, i primi anni di insegnamento (1825-1847), Cuglieri 2010 (ha corretto, utilizzando la corrispondenza conservata nell’Archivio generale dell’Ordine dei servi di Maria di Roma, varie imprecisioni tramandate dai precedenti studiosi); Cuglieri al suo illustre concittadino Padre Bonfiglio M. nel bicentenario della nascita 1810-2010. Atti del Convegno. Cuglieri, 4 dicembre 2010, Cuglieri 2012.