Poeta e cronista spagnolo (Barbastro 1562 - Saragozza 1631), fratello di Lupercio, che accompagnò in Italia al seguito del viceré di Napoli, conte di Lemos. Scrisse epistole morali per cui ebbe a modello Giovenale, e inoltre canzoni, sonetti, epigrammi, pubblicati dal nipote Gabriel in Rimas con le poesie del fratello (1634). Seguace, ma non pedissequo imitatore, dei classici, attento alla forma e alla purezza del linguaggio, fu contrario al culteranismo, mantenendosi fedele alla migliore tradizione del sec. 16º. Continuò gli Anales de Aragón di J. Zurita dal 1516 al 1520 (1630), scrisse le Alteraciones populares de Zaragoza en 1591, la Conquista de las Islas Molucas (1609) e in questa ultima opera fu tanto fantasioso e colorista quanto poco lo era stato come poeta.