CONTARINI, Leonardo
Figlio di Marino di Bertucci, nacque a Venezia tra il 1403 e il 1405 da antica famiglia patrizia.
Il padre nel 1431 tra stato provveditore dell'Armata in Po nella guerra contro Filippo Maria Visconti duca di Milano e nel 1434 provveditore dell'Armata dell'Adige contro Gian Francesco Gonzaga, marchese di Maritova. Il C. ebbe tre fratelli: Nicolò, Bertucci, Antonio; di essi si distinse per la sua attività politica soprattutto il secondo, con il quale il C. si alternò spesso nei Reggimenti e nei Consigli e particolare notevole, nella permanenza a Londra per seguire gli interessi economici della famiglia. Era sua sorella la Beatrice Contatini, che nel 1439 sposò Pietro di Nicolò Corner. Le fonti attribuiscono indifferentemente al C. e al fratello Bertucci l'appellativo "da Londra" (comune peraltro ai discendenti di Bertucci di Zuanne) quasi a sottolineare la prevalente area d'azione dell'attività commerciale svolta dal ramo della casata, cui appartenevano. Lo stesso Bertucci fu tra il 1456 e il 1460 console veneziano in Inghilterra; e "da Londra" era stato chiamato anche il loro nonno, Bertucci di Zuanne. Tale appellativo ci permette, daltra parte, di individuare esattamente il C. tra i numerosi omonimi suoi contemporanei, tra i quali si ricordano un Leonardo di Marino, dei SS. Apostoli, suo coetaneo, che venne provato in Maggior Consiglio nel 1425, e un Leonardo di Pietro, di S. Maria Formosa, più anziano di lui di circa un ventennio, ma la cui attività politica si interseca con quella del C., soprattutto nel corso degli anni compresi tra il 1460 e il 1470.
Nel dicembre del 1424 entrò in Maggior Consiglio senza aver dovuto attendere il compimento del venticinquesimo anno, avendo estratto la Balla d'oro. Nel 1437 sposò Franceschina Morosini di Zuanne, dalla quale quasi certamente non ebbe figli, almeno maschi, e che gli premori. Nel testamento dettato nel 1486, infatti, il C. parla della moglie come di persona già morta, mentre ricorda invece più volte il fratello Bertucci e tre nipoti, Marino, Gerolamo e Alvise. È dubbio che fosse sua figlia l'Argentina Contarini andata sposa nel 1469 ad Alvise Loredan. Il C. risiedette quasi stabilmente nella contrada di Santa Ternita (Trinità). Null'altro si conosce della sua giovinezza, dei suoi studi, dei suoi interessi. Non diversamente da quanto fecero molti altri esponenti del patriziato veneziano, dovette comunque dedicarsi al commercio; egli stesso nel testamento accenna a certi suoi traffici e a un suo soggiorno a Londra.
Il suo primo incarico pubblico documentato risale al 1456, quando il C. venne eletto capitanio a Padova. Nel 1457 fu a Udine, quale luogotenente della Patria del Friuli.
A proposito di questa notizia, tuttavia, rimangono talune perplessità, in quanto essa potrebbe riferirsi non al C., ma al suo omonimo figlio di Marino del ramo dei Contarini dei SS. Apostoli, come sembrerebbe peraltro confermato dallo stemma gentilizio, che si trova alla filza XXV del fondo del Luogotenente della Patria dei Friuli. Anche l'elezione del C.. ad avogadore di Comun, risalente al 3 maggio 1457, e che non divenne effettiva, in quanto a quel tempo il C. era ancora luogotenente della Patria, va accolta con le dovute riserve.
Sicuramente, invece, tra il 30 ag. 1457 e il 2 genn. 1459 (2 genn. 1458, more veneto) fu ufficiale della Camera degli imprestiti. Nel 1460 fu podestà a Verona, nel 1463 podestà e capitanio a Belluno e nel 1464 per la teconda volta capitanio a Padova. Tra il febbraio e il settembre del 1466 fu in Minor Consiglio, mentre tra il settembre del 1467 e l'agosto dell'anno successivo venne eletto nel Consiglio dei dieci, nel cui seno svolse più volte le funzioni di capo, di inquisitore, di camerlengo, ricevendo spesso il permesso di circolare armato in considerazione dei pericoli cui andava esposto a causa della gravità dei casi da lui trattati. Dal maggio del 1469 fu per la seconda volta podestà a Verona. Ritornò in Minor Consiglio tra il gennaio e il luglio del 1471; il 22 marzo 1472 fu chiamato in una zonta del Consiglio dei dieci. Sembra anche che per una o più volte egli fu presente in Pregadi, come si può dedurre dal suo cursus honorum, ma a questo riguardo le fonti a noi note non ci forniscono elementisufficientemente illuminanti.
A partire dall'ottobre del 1472 fu per la terza volta capitanio a Padova; allo scadere del mandato gli subentrò il fratello Bertucci. Venne quindi eletto ancora una volta in Minor Consiglio, nel cui ambito la sua presenza risulta documentata tra il dicembre del 1474 e il luglio del 1475; nuovamente in una zonta del Consiglio di dieci l'8 genn. 1477 (1476 more veneto), fu per la quarta volta tra i sei del Minor Consiglio tra il luglio del 1477 e l'aprile del 1478, quando fu tra gli "ituri ad palium" (esercitazione della gioventù veneziana presieduta da membri dei Consiglio dei dieci che si svolgeva al Lido).
L'11 maggio 1478 fu tra i quaranta che concorsero nella prima tornata all'elezione del doge Giovanni Mocenigo. Successivamente venne più volte chiamato a far parte di alcune zonte del Consiglio dei dieci, e precisamente il 26 giugno e il 28 luglio 1478, il 12 marzo e il 20 ag. 1479, mentre il 20 agosto dello stesso anno fu richiamato in quel Consiglio per riesaminare il caso di Benedetto Soranzo, alla cui condanna aveva a suo tempo partecipato.
Finalmente il 1° aprile del 1483, a coronamento di una lunga e intensa vita politica, fu eletto procuratore di S. Marco de citra in luogo di Antonio Erizzo, morto di peste.
Il 14 apr. 1486 dettò il testamento al notaio Antonio Borgi, istituendo quali propri esecutori testamentari il fratello Bertucci, anch'egli procuratore di S. Marco, e i di lui figli Marino, Gerolamo e Alvise. Disponeva che il suo corpo fosse sepolto nella chiesa di S. Francesco della Vigna, in una cappella da erigersi in onore della Vergine Maria; chiedeva inoltre che il suo funerale fosse accompagnato dai confratelli della Scuola della Misericordia.
Morì a Venezia tra il 12 e il 13 ottobre 1486.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. Codd., I, Storia veneta, 18: M. Barbaro, Arbori de' patritii veneri, II, pp. 427, 511; Ibid., Misc. Cadd., III, Codici Soranzo, 31: G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio veneto, I, pp. 797. 800; Ibid., G. Giomo, Indice dei matrimoni Patrizi per nome di donna, I, pp. 241 s., 280; Ibid., Arch. notarile, Testamenti, b. 1149, Notaio P. Benedetto, n. 199; b. 71, Notaio A. Borgi, n. 103; Ibid., Avogaria di Comun, Prove di età per patroni di galere e altre cariche, reg. 177, c. 1; Ibid., Camera degli imprestiti, reg. 4, cc. 4, 14v; Ibid., Collegio, Notatorio, reg. 10, cc. 140, 141-142v, 144-145, 146rv, 148, 151, 155, 156; reg. II, cc. 93, 87, 90v-92v, 94v, 97-99; reg. 12, cc. 14-20v, 21v-25v, 64-73v, 74v-79; Ibid., Consiglio dei dieci, Misti, reg. 16, cc. 191, 193v-194, 196rv, 197v, 201, 208; reg. 17, cc. 33v-35v, 36v, 38-39, 43, 44v-45, 50, 52, 55, 64-64v, 65v-66, 113v-114, 116, 117, 120, 121, 123v, 125rv, 128v, 129v, 132v, 133, 154; reg. 18, cc. 88v, 93, 98-99v, 113rv, 115, 180v; reg. 19, cc. 27-29, 311v, 33v, 34v, 36v, 39v-40, 45, 51rv, 54, 61v, 69v, 75v, 50, 86v, 120v, 150, 167v, 175v; Ibid., Luogotenente della Patria del Friuli, filza XXVIII;Ibid., Maggior Consiglio. Deliberazioni, Liber Regina, reg. 23, cc. 19v, 63-66v, 92-94v, 140v, 143v, 144v, 145v-148, 149v, 165-170, 177v; Ibid., Segretario alle voci. Misti, reg. 6, cc. 1rv, 16v, 51v, 86v, Ibid., Senato, Mar, reg. 5, c. 167; reg. 6, cc. 42, 163; Cronaca di Anonimo veronese, a cura di G. Soranzo, Venezia 1915, p. 393; F. Manfredi, Degnità procuratoria di S. Marco di Venetia, Venetia 1602, p. 67; G. Degli Agostini, Notizie istorico-critiche intorno la vita e le opere degli scrittori viniz., Venezia 1754, I, p. 340; Calendar of State papers... Venice, a cura di R. Brown, I, Londra 1864, p. CXXX; Relazioni dei rettori veneri in Terraferma, II, Podestaria e capitanato di Belluno; podestaria e capitanato di Feltro, a cura dell'Istituto di storia econ. della univ. di Trieste, Milano 1973, p. LI; IV, Podestaria e capitanato di Padova, ibid. 1977, p. LIII; IX, Podestaria e capitanato di Verona, Milano 1977, p. LXXIX.