BIANCHI, Leonardo
Psichiatra e neuropatologo italiano, nato a S. Bartolomeo in Galdo (Benevento) il 5 aprile 1848, morto a Napoli il 13 febbraio 1927. Laureato in medicina nel 1871, frequentò gl'istituti dello Schrön e dell'Armanni, acquistando buona base anatomopatologica e istologica. Nominato medico dell'Ospedale del R. Albergo dei poveri, dove trovò abbondante materiale di patologia del sistema nervoso, si orientò verso la neurologia. Nel 1882 organizzò, come coadiutore, l'istituto psichiatrico di Napoli. Nel 1883 fondò il giornale La Psichiatria, la Neuropatologia e le scienze affini, che prese poi il titolo di Annali di neurologia. Nel 1888 divenne titolare a Palermo, poi a Napoli della cattedra di psichiatria e neuropatologia; contemporaneamente fu nominato direttore del manicomio, ma, come fecero tutti i cattedratici italiani, abbandonò questa carica per dedicarsi interamente alla clinica. Il B. è autore d'indagini di grande importanza sulla corteccia cerebrale, riferite nei lavori: Sui centri motori corticali del cervello (1873-79); sul significato della eccitazione elettrica del mantello cerebrale (1880); Le degenerazioni sperimentali del cervello e del midollo spinale a contributo della dottrina delle localizzazioni cerebrali (1886). Egli ha indagato soprattutto la funzione del lobo frontale, con vasta serie di esperimenti; i principali lavori sull'argomento sono: The functions of frontal lobes (1895), Fisiologia e patologia dei lobi frontali (1908). Assertore di una dottrina in contrapposizione a quella del Flechsig, la quale estende la zona della più alta funzione corticale alla regione parietale, egli assegna al lobo frontale il valore di organo della sintesi del patrimonio emotivo e conoscitivo. Importanti sono le sue ricerche sul linguaggio, argomento intorno al quale ha pubblicato numerosi lavori. È autore di un Trattato di psichiatria. L'ultima sua opera, La meccanica del cervello e la funzione dei lobi frontali, racchiude la parte più originale della sua attività scientifica. È stato uomo politico e ottimo oratore. Deputato al parlamento dal 1892, fu chiamato a occupare il dicastero della Pubblica istruzione sotto il ministero del Fortis (1905); fu nominato senatore il 16 ottobre 1919. Ha portato nella propria opera politica, insieme con un'azione diretta a risolvere varî problemi dell'assetto dell'istruzione, anche una grande attività nella propaganda per l'igiene. Un volume sull'Eugenica, igiene mentale, ecc. (Napoli 1925) raccoglie quella che fu la sua attività nel campo dell'igiene psichica, svoltasi con discorsi al parlamento e conferenze. Da ministro, fra l'altro, aumentò le dotazioni dei laboratori scientifici universitarî, e fondò le cattedre di psicologia sperimentale. Creò per il Lombroso la cattedra di antropologia criminale. Durante la guerra fu chiamato dal Boselli a far parte del ministero della difesa nazionale (1916-1917) come ministro senza portafoglio.